- L'agenzia marittima genovese . I dati previsionali sull'attività crocieristica in Italia saranno presentati dal presidente dell'azienda, Sergio Senesi, nel corso dell'evento Cruise Shipping Miami che si apre oggi a Miami.
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- I dati elaborati dalla Cemar indicano che, dopo i risultati positivi del 2008 (+11,8%) e la sostanziale tenuta del 2009, il 2010 farà registrare un incremento sulla movimentazione dei crocieristi nei porti italiani con una previsione di 8.820.000 passeggeri (+5,27% sul 2009) e 4.531 toccate nave (+6,8%). Sarà ancora Civitavecchia il principale porto crocieristico italiano nel 2010, seguito a strettissima distanza dal porto di Venezia; saldo il terzo posto di Napoli, mentre Genova guadagnerà ben due posizioni passando dal sesto al quarto posto; seguono Livorno e Savona.
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- La prima compagnia per numero di passeggeri movimentati nei porti italiani è MSC Crociere, con il 10,73% in più rispetto a Costa Crociere.
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- Senesi sottolinea la consistente offerta proposta in Italia dalle due principali compagnie crocieristiche del mercato nazionale: «in nessun altra nazione europea - rileva - ci sono così tanti porti d'imbarco come da noi. Grazie a Costa Crociere e a MSC Crociere ci si imbarca in ben 11 porti italiani: Savona, Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Catania, Messina, Palermo, Bari, Ancona e Venezia, tutti facilmente raggiungibili da ogni angolo del nostro Paese. Non dimentichiamo inoltre l'arrivo sul mercato di cinque nuove grandi unità (tre di Costa Crociere e due di MSC Crociere) con un totale di 14.000 posti letto, nonché la destagionalizzazione dell'offerta a prezzi sempre più competitivi».
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- Tuttavia viene evidenziato anche un elemento di preoccupazione costituito dalla forte riduzione della presenza di piccole navi nei porti italiani dove, negli ultimi anni, è stata registrata una sensibile diminuzione in termini di scali da parte di compagnie quali Star Clippers, Windstar, Silversea, Sea Dream. Si tratta di compagnie che dispongono di navi in grado di ospitare dai 100 ai 300 passeggeri: «a seguito dell'offerta di destinazioni in altre aree a costi decisamente inferiori - spiega Cemar - queste realtà hanno pian piano abbandonato il loro interesse per i nostri porti. Infatti il rapporto costo/qualità nei porti italiani, soprattutto per navi di stazze inferiori, è altissimo».
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