- Oggi il Comitato Portuale di Gioia Tauro si è riunito in sessione straordinaria per affrontare la crisi di traffico che sta colpendo il porto calabrese. Il volume di traffico dello scalo - oltre che dai perduranti effetti della recessione economica e dalla concorrenza di altri hub portuali di transhipment - è minacciato anche dalla diminuzione delle toccate delle navi della danese Maersk Line, disimpegno che è stato cautamente confermato mercoledì dall'amministratore delegato di Maersk Italia Spa, Todd Pigeon ( del 18 maggio 2011).
-
- Pigeon ha reso noto che il porto di Genova, dove ha sede la filiale italiana del gruppo danese, sarà collegato con Gioia Tauro sono con una linea feeder. Tuttavia il manager non si è sbilanciato sul futuro delle altre rotte della flotta Maersk che passano per Gioia Tauro né ha chiarito se il disimpegno della compagnia è totale e irreversibile. Però il disimpegno prefigurato da Pigeon è stato recepito come abbandono dai sindacati dopo l'incontro avuto ieri con Domenico Bagalà, il nuovo amministratore delegato di Medcenter Container Terminal (MCT), la società del gruppo Contship Italia che gestisce il container terminal del porto calabrese. Bagalà ha confermato l'allontanamento delle navi di Maersk da Gioia Tauro.
-
- Tanto è bastato (oltre ai precedenti segnali e conferme) per allarmare ulteriormente il porto calabrese ed è stato più che sufficiente al presidente dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, per evidenziare che «l'incontro di oggi è stato importante per fare il punto sul particolare momento che sta attraversando il nostro scalo, dopo aver ricevuto la notizia che la Maersk lascerà Gioia Tauro, per servirla solo con un feeder in collegamento da Genova».
-
- «I porti di transhipment - ha rilevato Grimaldi - stanno subendo una chiara trasformazione, per questo bisogna valutare nuove iniziative per far sì che non vengano più aggrediti dai porti del Nord Africa, che sono più convenienti delle realtà portuali europee. Del resto, si tratta di un problema che non è solo italiano, ma che coinvolge tutta l'Europa. Non a caso la Spagna sta vivendo una condizione simile alla nostra. È necessario, quindi, che il Comitato Portuale, la Regione e il governo facciano massa critica per affrontare una crisi che, ormai, è diventata strutturale. Rispetto alla quale non si può pensare di risolverla solo attraverso le risorse dell'Autorità Portuale».
-
- Di tenore altrettanto preoccupato gli interventi dei rappresentanti dei sindacati.
-
- «La riunione di oggi - ha detto Salvatore La Rocca di Filt-Cgil - nasce da una precedente richiesta avanzata dalla Cgil e accolta, pienamente, dal presidente Grimaldi e dal vicepresidente Stasi. L'incontro odierno, però, ci ha posti di fronte ad un ulteriore macigno rappresentato dalla comunicazione ufficiale dell'abbandono di Maersk. Si tratta di una fuga che mette a repentaglio circa il 35% degli esuberi diretti, con effetti devastanti sull'indotto. Abbiamo chiesto impegni precisi a tutti perché il sindacato può confrontarsi e condividere obiettivi con i terminalisti e con la Regione purché ci sia un piano condiviso di ripresa. A tale proposito la vicepresidente Stasi ha dato disponibilità immediata per un incontro con la MCT e subito dopo con le parti sociali. Allo stesso tempo abbiamo chiesto una riunione con il governo perché è necessario avere l'attenzione, oltre che dell'ente regionale, anche di quello nazionale. È chiaro, quindi, che se non dovessero esserci interventi seri per uscire da questa fase il porto di Gioia Tauro non avrà un futuro».
-
- Antonio Sigilli di Fit-Cisl ha sottolineato che «la ripresa di Gioia Tauro che non può essere collegata solo al porto di transhipment. Bisogna - ha spiegato - puntare al retroporto affinché si possano aprire i contenitori e lavorare la merce. In caso contrario per Gioia Tauro non c'è futuro. Questo non è più il porto di 15 anni fa quando bastava spostare i container per essere al centro del settore. Lo scalo ha troppi concorrenti a basso costo che non permettono a MCT di essere competitiva. Con il nuovo amministratore delegato, Domenico Bagalà, che ieri ci ha convocati, stiamo lavorando su una linea di crescita puntata sulla logistica. È chiaro, infatti, che senza logistica e retroporto, Gioia Tauro non avrà futuro in quanto il solo trashipment porterebbe alla chiusura dello scalo. Bisogna, quindi, lavorare insieme per creare una nuova idea di porto per il bene dell'intera area territoriale».
- «Finalmente - ha osservato Daniele Caratozzolo del SUL - pare che si stia passando alla fase operativa. In settimana ci sarà un incontro tra Regione ed MCT e successivamente con le parti sociali. Bisogna passare dalla teoria alla pratica per capire cosa serve a far decollare non il terminalista ma il porto di Gioia Tauro e, quindi, anche il retroporto e tutte le attività collegate: logistica, retroporto, gateway ferroviario, import ed export. In questo momento difficile per la MCT, la Maersk lascia ufficialmente, entro metà luglio, il porto di Gioia Tauro. Che, in poche parole, significa diminuzione dei movimenti e quindi esuberi del personale. Su questo bisogna ragionare insieme per non arrivare a cose spiacevoli. Abbiamo una fase aperta di discussione sugli ammortizzatori sociali ma se dovessimo arrivare ai licenziamenti opporremo un muro. Credo bisogna mettere al centro solo i lavoratori e le aziende. A tale proposito, quindi, se il porto deve aprirsi a nuovi terminalisti bisogna trovare nuovi spazi da offrire, in modo da poter così spostare il personale da una parte all'altra».
-
- «Con oggi - ha concordato Gaetano Francesco di Ugl Trasporti - inizia una dura prova per il porto di Gioia Tauro in quanto, in seguito all'annuncio dell'abbandono definitivo di Maersk, si rischia di aprire scenari duri. Noi siamo molto preoccupati per il futuro di questo porto. Nell'incontro odierno abbiamo chiesto alla vicepresidente Antonella Stasi chiari impegni per far sì che il nostro scalo portuale ritorni agli ottimi risultati di un tempo, quando era il leader dei traffici internazionali del Mediterraneo. È ovvio che servono nuove strategie e risorse per trovare nuovi possibili potenziali clienti. Ed è naturale che la logistica darebbe una bella boccata d'ossigeno per andare avanti. Credo nelle istituzione e nel presidente dell'Autorità Portuale che riuscirà a creare sinergia con la Regione per trovare le giuste prerogative con l'obiettivo di raggiungere risultati a favore dei lavoratori».
|