- Botta e risposta oggi tra la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. Nel suo intervento all'assemblea della confederazione degli industriali tenutasi a Roma, manifestando la delusione della Confederazione per l'azione del governo, Emma Marcegaglia ha chiesto all'esecutivo interventi più incisivi soprattutto sulle infrastrutture e sul fisco. «I tagli effettuati sugli investimenti in infrastrutture - ha spiegato - sono stati pesanti. Per stessa ammissione del governo, che nei suoi documenti ufficiali scrive che gli investimenti pubblici scendono dai 38 miliardi del 2009 ai 32 del 2010 e ai 27 del 2012. Dal 2,5% del PIL all'1,6%: un livello tanto basso non ha eguali negli ultimi decenni e non ci permette di colmare l'enorme gap infrastrutturale di cui il Paese soffre».
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- «Anche quando le opere vengono finanziate - ha proseguito la presidente di Confindustria - non si va avanti. È un vero scandalo che deprime la crescita e sottrae competitività. Se non ci sono i fondi pubblici, cerchiamo almeno di coinvolgere i privati con il project financing, stabilendo regole chiare, tempi certi, limiti a impugnative e ricorsi».
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- Esprimendo sorpresa per le affermazioni di Emma Marcegaglia, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha sottolineato che «negli ultimi due anni sono stati investiti in infrastrutture 13,4 miliardi di euro di risorse private». «Sorprende - ha aggiunto Altero Matteoli - che Emma Marcegaglia nella sua relazione non abbia tenuto conto di quanto il governo sia riuscito a coinvolgere i privati, attraverso il project financing, per infrastrutturare il Paese e di quanto, in termini normativi, sia stato fatto per semplificare e per attrarre investimenti privati nel settore».
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- «Sorprende altresì - ha concluso il ministro - che la presidente di Confindustria affermi che le opere non vanno avanti. Negli ultimi tre anni si sono registrati notevoli progressi come è stato a più riprese confermato da Agi e Ance. È vero invece che spesso le opere non si avviano o si bloccano per i reiterati ed insistenti ricorsi delle stesse imprese che partecipano alle gare pubbliche. Si può fare meglio e di più, ne siamo consapevoli. Ma affermare che si è fatto nulla o poco è fuorviante e non rispondente al vero».
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