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Fedespedi intravede opportunità di crescita per la categoria degli spedizionieri da qui al 2015
Lazzeri propone la realizzazione di un distretto portuale/aeroportuale che comprenda le fasi della produzione, dell'outsorcing logistico e della distribuzione
22 giugno 2011
Da qui al 2015, anno dell'Expo di Milano, il periodo sarà ricco di opportunità e di sfide per il comparto italiano della logistica, in particolare per la categoria degli spedizionieri chiamata a compiere delle scelte importanti all'interno di un contesto normativo ed economico complesso. Lo ha detto oggi Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi (Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internationali), nel corso dell'assemblea annuale della Federazione tenutasi a Palazzo Clerici a Milano.
Tra le novità normative comunitarie che potrebbero essere recepite in Italia entro tale data - ha ricordato Lazzeri - figura il “Codice Doganale Comunitario Aggiornato”; più in particolare - ha rilevato - tra le norme contenute al suo interno, spicca la disposizione sulla dichiarazione centralizzata, uno strumento che potrebbe rappresentare una reale opportunità per attirare i traffici in Italia, offrendo la possibilità allo spedizioniere di “fare dogana” - sdoganare le merci - da un unico Paese per merci destinate in altri Stati della Comunità Europea.
Il 2015 - ha proseguito Lazzeri - sarà anche l'anno dell'Expo a Milano, un evento che, oltre ad avere importanti ricadute economiche ed occupazionali stimate, rispettivamente, in circa 3,7 miliardi di euro (in termini di produzione attiva) e 70mila posti di lavoro nell'arco temporale dei prossimi anni, coinvolgerà circa 160 Paesi esportatori, rappresentando, di fatto, un'importante occasione di business per il tessuto economico lombardo ma anche italiano e, di conseguenza, per le case di spedizioni nazionali, chiamate a giocare un ruolo di primo piano nella gestione dei flussi logistici delle merci che entreranno in Italia.
Nel corso dell'assemblea è stato inoltre sottolineata la necessità di porre al centro della politica del trasporto del Paese il tema dei servizi logistici, la cui efficienza è sempre più legata all'information technology (informatica e telematica). Da qui la rilevanza per il comparto spedizionieristico del cosiddetto “Sportello Unico Doganale” e della necessità di una radicale semplificazione normativa prima e procedurale poi, in grado di ridare competitività al settore in un Paese, l'Italia, dove possono occorrere fino a 72 documenti emessi da soggetti diversi per l'importazione di un prodotto e dove possono intervenire, sulla stessa merce, fino a 17 tipi di controllo. Una tale semplificazione, secondo Fedespedi, oltre ad avvicinare la struttura normativa italiana a quella del resto d'Europa, sarebbe in grado di generare, per il mercato nazionale, una riduzione del 10% dei costi sul valore delle merci movimentate.
Nella sua relazione Lazzeri ha evidenziato anche la posizione di Fedespedi in merito ai “costi minimi per la sicurezza dell'autotrasporto”, una norma che - secondo la Federazione - potrebbe portare ad aumenti del costo del trasporto stradale superiori anche al 46%. «Il dibattito politico ed economico sulla logistica - ha commentato Lazzeri - non può essere focalizzato solamente sull'autotrasporto. Siamo convinti che il mercato italiano della logistica non abbia bisogno di stabilire per decreto le regole del carico e dello scarico delle merci, nonché i relativi indennizzi, così come non ha bisogno che terzi stabiliscano quali dovrebbero essere i costi minimi di un'impresa».
«Per migliorare il settore dei trasporti - ha rilevato Lazzeri - è necessario riformare nella sua interezza il settore logistico. È nostra convinzione che la strada intrapresa non porterà ad altro se non a gravare di ulteriore incertezza e litigiosità un settore già fortemente condizionato da un quadro normativo ed economico instabile».
Nel corso dell'assemblea sono state sottolineate l'importanza e le potenzialità del settore logistico per l'economia nazionale. In Italia, secondo i più recenti dati Istat, il settore dei trasporti ha prodotto oltre 103 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 7,6% del totale del Paese, occupando oltre 1,2 milioni di lavoratori (pari al 4,9% del totale). Nonostante tali dati, il settore logistico nazionale appare ancora largamente inespresso e incompreso. Secondo Fedespedi, i fattori di criticità che impediscono al sistema logistico nazionale in modo efficiente il suo ruolo possono essere ricondotti a tre gruppi fondamentali: la dotazione e la qualità delle infrastrutture, la struttura e la governance del ciclo logistico (frammentazione degli operatori, scarso coordinamento operativo tra le amministrazioni deputate ai controlli, inefficienze localizzate nelle singole modalità di trasporto, etc.), le inadeguatezze di carattere programmatico e normativo.
Per far fronte a tale situazione e superare tali forze frenanti Fedespedi ritiene strategico il collegamento dell'Italia con i grandi assi di traffico ferroviario rappresentati dai progetti TEN - T Corridoio 1 Berlino-Palermo, Corridoio 6 e Corridoio 24 Rotterdam-Genova e l'investimento in infrastrutture ferroviarie che, attraverso una liberalizzazione del trasporto via treno, possa aumentare il livello di efficienza ed affidabilità del comparto.
Fedespedi ritiene inoltre prioritaria la capacità/autonomia finanziaria delle Autorità Portuali nonché la necessità di estendere la competenza territoriale delle stesse oltre la banchine fino a ricomprendere anche le aree retroportuali di “interesse marittimo”.
La proposta avanzata dalla categoria degli spedizionieri è quella di realizzare un distretto portuale e aeroportuale che comprenda, fino ad assorbirle, le fasi della produzione, dell'outsourcing logistico e della distribuzione, una soluzione che porterebbe numerosi benefici all'impresa di produzione (maggiori risparmi legati all'outsorcing logistico), alla logistica (in termini di valore aggiunto legato alla lavorazione dei contenitori) e al consumatore (possibilità di godere di una sensibile riduzione dei costi alla vendita).
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