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Pirateria, infrastrutture, finanza e logistica tra i temi di “Shipping and the Law 2011”
Lauro: per l'impiego dei militari a protezione delle navi mancano gli accordi con gli Stati per consentire il loro imbarco e sbarco e urge definire apposite regole di ingaggio
25 ottobre 2011
Pirateria, infrastrutture, finanza e logistica sono stati alcuni dei temi trattati ieri nel corso del convegno “Shipping and the Law 2011”, incontro organizzato dallo Studio Legale Lauro che ha richiamato a Napoli numerosi esponenti di rilievo dello shipping internazionale e che è diventato un appuntamento fisso dell'industria marittima.
Di pirateria, che suscita sempre maggiore preoccupazione per gli equipaggi e le navi ancora sotto sequestro, tra cui unità di due società armatoriali napoletane (Fratelli D'Amato e Perseveranza), ha parlato Francesco Saverio Lauro, managing partner dello Studio Legale Lauro. «Dai nuclei militari che proteggeranno le nostre navi - ha affermato Lauro - ci aspettiamo un deterrente per evitare ulteriori episodi di pirateria. La procedura però, non è ancora completa: mancano gli accordi con gli Stati per consentire l'imbarco e lo sbarco dei team di militari armati e urge definire apposite regole di ingaggio. Bisogna fare presto - ha osservato - se vogliamo evitare altri sequestri di navi ed equipaggi italiani. È importante la convenzione con la Marina in quanto i militari hanno anche funzione di polizia giudiziaria e ciò assicura la massima legalità nell'uso delle armi ed è efficace nell'assicurare i pirati alla giustizia».
Lauro, già presidente dell'Autorità Portuale di Napoli, ha parlato anche del ruolo e del potenziamento delle infrastrutture: «servono - ha rilevato - modelli nuovi visti in un'ottica europea di network, per ammodernare i porti italiani. I capitali pubblici non vanno investiti a caso o secondo una forma di “incongruo federalismo”, ma in base ad oggettive necessità e potenzialità dei traffici così da attrarre anche l'intervento dei privati come ha evidenziato, nella sua relazione, il professor Paolo Costa, presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, già sindaco della città lagunare e ministro dei Lavori Pubblici».
Sulla necessità di un più stretto rapporto tra sistema armatoriale e mondo bancario, in un momento particolarmente difficile come l'attuale, si sono soffermati il direttore generale del Banco di Napoli, Giuseppe Castagna, e Nicola Coccia, presidente della sezione finanza di Confitarma. Il presidente della Confederazione Italiana Armatori, Paolo d'Amico, ha fornito i dati dell'industria armatoriale nazionale: «il cluster marittimo - ha spiegato il numero uno di Confitarma - oggi occupa in Italia circa mezzo milione di persone e rappresenta il 2,5 % del prodotto interno lordo. È un'eccellenza che va valorizzata e sostenuta perché, pur in un periodo di crisi, crea occupazione e fa formazione. Indubbiamente bisogna dare risposte ad alcune criticità perché bisogna tener conto prioritariamente dell'aspetto sociale».
Al convegno hanno partecipato il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Bartolomeo Giachino, e il segretario generale dell'ESPO (European Sea Ports Organisation), Patrick Verhoeven. Nel suo intervento Giachino ha messo sempre l'accento sull'importanza della logistica il cui mancato adeguamento costa allo Stato 40 miliardi di euro. «La portualità - ha detto il sottosegretario ai Trasporti - è, per il nostro Paese, un importante motore di sviluppo. Per questo ci aspettiamo dal sistema logistico, ovvero dalla portualità e dagli interporti, una ricaduta economica aggiuntiva di almeno mezzo punto di Pil in più rispetto agli ultimi anni». Un obiettivo che, secondo Giachino, «si può raggiungere migliorando il funzionamento dei controlli doganali all'interno dei porti e collegando meglio gli scali nazionali con le reti di trasporto europee».
Nel corso dell'incontro di ieri si è discusso anche di offshore, energia e del settore crocieristico, l'unico che - in periodo di crisi - non ha dato segni di cedimento.
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