- Trasportounito ha comunicato oggi la sospensione del fermo dell'autotrasporto che aveva indetto per la durata di cinque giorni fino a venerdì prossimo. L'associazione sindacale ha spiegato di aver deciso l'interruzione dello sciopero in quanto il governo ha annunciato l'apertura di un tavolo per una verifica a 360 gradi sulla funzionalità della legge 127/10 e sui problemi emergenziali dell'autotrasporto italiano.
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- «A fronte di tale impegno del governo - ha spiegato l'associazione - Trasportounito accetta di sospendere ogni azione di protesta in atto, riservandosi di valutare entro il 30 novembre i risultati che scaturiranno concretamente dai lavori del tavolo di confronto governativo».
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- Intanto il segretario nazionale di Trasportounito, Maurizio Longo, ha replicato alla dichiarazione del presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, che ieri aveva accusato l'associazione dell'autotrasporto di aver praticato «un maldestro atto di pirateria» e aveva rivolto allo stesso Longo l'invito a dimettersi dal Comitato Portuale di Genova ( del 24 ottobre 2011). «Guai a voi - ha ribattuto Longo - se decideste, come da vostro diritto e compito istituzionale, di tutelare la categoria che rappresentate e i suoi interessi, con manifestazioni, cortei o azioni di protesta. Da oggi in avanti potreste essere definiti predoni, pirati e briganti. Mi rivolgo ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti nel Comitato dell'Autorità Portuale di Genova».
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- «Le accuse di pirateria rivolte dal presidente dell'Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, al sindacato dell'autotrasporto, reo di difendere gli interessi di una categoria, che proprio a Genova attende invano da anni risposte operative che l'Autorità Portuale aveva promesso - ha affermato Longo - configura un precedente di deriva autoritaria e intimidatoria allarmante nei rapporti con le organizzazioni sindacali».
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- «Trasportounito - ha concluso Longo - ha dato mandato ai suoi legali di verificare gli estremi per un'azione legale. Non può, però, già da oggi esimersi dal sottolineare il rischio connesso con dichiarazioni affrettate destinate a gettare benzina sul fuoco di un settore in lotta per la sopravvivenza e nonostante questo, in grado di battersi senza ricorrere a nessuna azione violenta e di intimidazione».
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