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Sciopero del comparto delle Riparazioni Navali del porto di Genova
Il 24 aprile in Comitato Portuale la presentazione delle linee guida per un patto per il lavoro
19 aprile 2012
Stamani i lavoratori metalmeccanici del comparto delle Riparazioni Navali del porto di Genova hanno effettuato tre ore di sciopero preoccupati per il loro futuro lavorativo. «Da tempo - hanno ricordato in una nota Fim, Fiom e Uilm - è stata sollevata la necessità di affrontare il tema legato all'ammodernamento delle strutture con la costruzione della sesta vasca, ma nulla si è mosso. Molte sono state nel tempo le promesse da parte degli enti locali e anche le rassicurazioni dell'Autorità Portuale sulla costruzione del nuovo bacino che permetterebbe di ospitare anche le navi di grandi dimensioni che oggi devono essere riparate altrove».
Questa mattina i lavoratori si sono diretti in Autorità Portuale dove hanno incontrato il presidente Luigi Merlo il quale ha rassicurato circa l'intenzione di salvaguardare il settore e l'alta professionalità della sua occupazione. Merlo ha preannunciato che il prossimo 24 aprile in Comitato Portuale presenterà le linee guida per un patto per il lavoro che coinvolga le sinergie di tutti i soggetti interessati.
Dopo l'incontro i manifestanti hanno proseguito in corteo verso la Prefettura di Genova per chiedere al rappresentante del governo di farsi carico di sbloccare i fondi per la costruzione della sesta vasca che il ministero dell'Ambiente ha stanziato, ma non ancora erogato.
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Stamani i lavoratori metalmeccanici del comparto delle Riparazioni Navali del porto di Genova hanno effettuato tre ore di sciopero preoccupati per il loro futuro lavorativo. «Da tempo - hanno ricordato in una nota Fim, Fiom e Uilm - è stata sollevata la necessità di affrontare il tema legato all'ammodernamento delle strutture con la costruzione della sesta vasca, ma nulla si è mosso. Molte sono state nel tempo le promesse da parte degli enti locali e anche le rassicurazioni dell'Autorità Portuale sulla costruzione del nuovo bacino che permetterebbe di ospitare anche le navi di grandi dimensioni che oggi devono essere riparate altrove».
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