- La compagnia di navigazione greca Minoan Lines, che fa parte del gruppo armatoriale napoletano Grimaldi, ha sospeso il proprio servizio di linea per merci e passeggeri che collegava Patrasso, Corfù, Igoumenitsa e Venezia. Rimane attivo, invece, l'altro servizio tra Grecia e Italia della compagnia, che collega i porti di Patrasso, Igoumenitsa e Ancona.
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- In una nota Minoan Lines ha spiegato che, «causa il perdurare della grave crisi finanziaria, il Board della compagnia ha deciso, suo malgrado, di sospendere il servizio da/per Venezia-Grecia».
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- Ieri, intanto, a Venezia i lavoratori delle ditte in appalto in Fincantieri hanno organizzato un presidio davanti al Municipio cittadino e sono stati ricevuti dal vice sindaco di Venezia, Sandro Simionato, al quale hanno chiesto un attiva presenza del Comune per la costituzione di un fondo per l'anticipo di trattamento per la cassa integrazione straordinaria, ma specialmente una presa di posizione sulla crisi della cantieristica e in particolare un effettivo monitoraggio sul sistema degli appalti e la difesa dell'occupazione.
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- In un comunicato Fiom-Cgil evidenzia gli effetti della crisi in atto da un anno e mezzo alla Fincantieri di Marghera, a causa della quale quasi 4.000 lavoratori, di cui 3.000 degli appalti, sono stati espulsi dal cantiere navale. «Sono operai - ricorda il sindacato - costruttori delle navi passeggeri, lasciati senza lavoro, di cui nessuno parla, che vivono stabilmente in provincia di Venezia. Sono stati espulsi dal cantiere a seguito del vuoto di lavoro causato dall'assenza di commesse. Il salario percepito lavorando al cantiere di Marghera è per molti lavoratori la sola fonte di reddito del nucleo famigliare, ma con la crisi questi lavoratori sono stati privati brutalmente del lavoro e del reddito senza che per loro fossero resi disponibili gli ammortizzatori sociali che servono appunto a sostenere il reddito famigliare nei periodi di crisi. Altri sono in cassa integrazione e da cinque, sei anche sette mesi sono in attesa delle deliberazioni del ministero del Lavoro sulla CIGS per poter percepire poco più di 700 euro al mese. Una vergogna - sottolinea Fiom-Cgil - con il loro lavoro hanno costruito ed arredato navi considerate un vanto della produzione industriale del nostro Paese e adesso sono da mesi senza lavoro e senza salario».
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- «La produzione navale, l'indotto che essa genera - rileva l'organizzazione sindacale - è una componente fondamentale del sistema sociale ed economico del nostro territorio, ma non c'è attenzione alcuna da parte delle istituzioni sul dramma e sul disagio vissuto per effetto della crisi dai lavoratori degli appalti. Basterebbe poco per risolvere i problemi di operai che vantano crediti dallo Stato e che pagano spesso lungaggini burocratiche e le inefficienze delle aziende presso cui hanno lavorato. Gli enti locali, Comune in testa, possono costituire fondi per anticipare ai lavoratori gli importi di CIGS e consentire un minimo di reddito a lavoratori impossibilitati a pagare i mutui, gli affitti, le bollette e le spese per le necessità delle proprie famiglie».
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- Fiom-Cgil rileva ancora che «in questo contesto la società Fincantieri sta operando una nuova stretta sugli appalti: la Navicolor, una azienda storica del territorio veneziano che opera sulla pitturazione da oltre 40 anni, sta per essere esclusa dall'assegnazione del lavoro e per i lavoratori si prospetta un futuro incerto insieme alla cancellazione dei diritti conquistati. Si cancellano le aziende regolari a vantaggio del subappalto e del lavoro nero, che danneggia i lavoratori e l'economia del territorio».
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- All'amministrazione comunale di Venezia il sindacato chiede «che si faccia parte attiva per la costituzione di un fondo per l'anticipo dei trattamenti di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria ai lavoratori, che l'assessore alle Attività produttive affronti il problema della crisi della cantieristica, degli appalti e del suo indotto, che il Comune apra un tavolo di confronto per il monitoraggio e la qualificazione del sistema degli appalti, per la difesa dell'occupazione».
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