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Ancanap, i cantieri navali privati italiani sono lasciati in balia della crisi
L'associazione sottolinea la completa assenza misure legislative e finanziarie di sostegno al settore
9 gennaio 2013
L'italiana Ancanap (Associazione Nazionale Cantieri Privati) intravede qualche segnale di speranza e rileva una tenuta complessiva del comparto navalmeccanico privato rispetto all'impatto della crisi economica sul settore, anche se l'effetto è di chiaroscuro, con cantieri che hanno colto le poche opportunità offerte dal mercato ed altri che hanno dovuto necessariamente ridurre l'attività. Tutto ciò - sottolinea l'associazione - nella completa assenza di misure legislative e finanziarie che sostengano il comparto.
In occasione della recente assemblea annuale dell'associazione, tenuta nella sua sede di Roma per l'approvazione del preconsuntivo 2012 e del bilancio preventivo 2013, Ancanap ha riscontrato che, pur nella consapevolezza della perdurante crisi del settore a livello mondiale, i cantieri associati non rinunciano a rilevare qualche positivo segnale di fiducia. «Se da un lato, infatti, gli ordini annui di navi mercantili a livello mondiale hanno registrato al 30 settembre un calo del 20% circa rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente - spiega l'associazione - dall'altro lato alcuni cantieri associati hanno continuato ad acquisire significativi ordini in mercati fortemente specializzati. Al contrario, altri cantieri associati meno introdotti in mercati di nicchia, hanno invece dovuto far pesante ricorso alla cassa integrazione, con conseguenti fermi aziendali e pesantissimi riflessi occupazionali».
«Oltre alla difficile situazione di mercato - specifica Ancanap - a tali difficoltà ha concorso parecchio non solo il nuovo regime IVA in ambito marittimo, introdotto - a nostro avviso con grave errore interpretativo - dalla legge 217/2011 nota anche, impropriamente, come “Legge Comunitaria 2010”, ma soprattutto la totale mancanza in Italia di quella politica normativa e finanziaria di sostegno delle esportazioni, attivata con forte determinazione in altri Paesi concorrenti. In Norvegia per esempio - ricorda l'associazione - è operante la Export Credit Agency “GIEK”, efficace strumento pubblico di supporto per l'acquisizione di commesse da parte di cantieri e produttori norvegesi. Oppure in Spagna, dove recentemente è stata preannunciata la re-introduzione - sulla falsariga di analogo precedente strumento già censurato dagli organi comunitari - di un nuovo Tax Leasing Scheme a favore dei cantieri locali, strumento che purtroppo ha già iniziato a causare effetti distorsivi sulle trattative avviate e non ancora concluse, tra cantieri nazionali ed armatori italiani e non».
L'assemblea di Ancanap ha perciò dato il suo pieno mandato al presidente Stefano Silvestroni ed al direttore Giancarlo Casani per sviluppare le più opportune azioni e proposte di sensibilizzazione dei competenti organi politici nazionali per l'adozione urgente di provvedimenti, anche straordinari, che - seppur nel pieno rispetto della normativa comunitaria - risultino efficaci per un effettivo sostegno del settore delle costruzioni navali dell'Italia.
Nel corso dell'assemblea è stato inoltre dato il benvenuto a nuovi associati, tra cui il Cantiere Faldis, che fa capo alla famiglia Toffolo di Venezia, attivo da più di cent'anni ed oggi proteso alle costruzioni con propulsione ad energia elettrica da fonti alternative.
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