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Ampliata l'estensione delle “acque promiscue” del Veneto
Chisso: oltre a ridurre la burocrazia, incentiviamo anche lo sviluppo della rete di navigazione interna
25 gennaio 2013
Un decreto sottoscritto ieri presso la Capitaneria di Porto di Venezia dalla Regione del Veneto e dall'amministrazione delle infrastrutture e dei trasporti rappresentata dall'Autorità Marittima e dall'Autorità della Navigazione Interna dispone l'estensione della navigazione promiscua nel Veneto alla fascia costiera antistante il territorio regionale e ai principali rami della rete di navigazione interna, dei fiumi e dei canali navigabili.
Il linguaggio del provvedimento può apparire burocratico - ha spiegato l'assessore alle politiche della mobilità del Veneto, Renato Chisso - e invece il suo obiettivo è di liberalizzare e dare più spazio ad un tipo di navigazione tipico della storia veneta e lagunare, utile anche allo sviluppo dell'economia soprattutto turistica, all'interno di un sistema di regole condivise. Le normative sulla navigazione - ha precisato - prevedono, in estrema sintesi, che le imbarcazioni abilitate a navigare in acque interne non possano navigare in acque marittime e viceversa. Entrambe possono peraltro navigare all'interno di acque definite appunto “promiscue”. I provvedimenti che fino ad oggi hanno definito le zone di navigazione promiscua, seppur aggiornati negli anni ottanta, risalgono alla metà del secolo scorso e non corrispondono alle mutate necessità degli operatori commerciali, sia del trasporto merci che del trasporto passeggeri. Questo complica la vita tanto alle unità della navigazione marittima che intendono raggiungere banchine portuali collocate in acque interne, quanto alle unità di navigazione interna, per le quali cresce l'esigenza di accedere alle zone di navigazione marittima, soprattutto nella fascia costiera. Con le autorità marittime statali - ha proseguito Chisso - abbiamo condiviso il problema, il percorso amministrativo e le risposte che oggi abbiamo dato, ciascuno per le proprie competenze, ridefinendo la mappa delle acque promiscue. In questo modo, oltre a ridurre la burocrazia, incentiviamo anche lo sviluppo della rete di navigazione interna, in continuità con gli importanti interventi di adeguamento che abbiamo messo in atto per darle i requisiti indicati dalla classificazione comunitaria del naviglio. Entro i nuovi limiti della navigazione promiscua è consentita la navigazione delle navi addette alla navigazione marittima nelle acque interne e delle navi addette alla navigazione interna in acque marittime, purché le unità siano in regola con i rispettivi provvedimenti in materia di sicurezza della navigazione. In tali acque potrà ovviamente esercitare la propria attività il personale navigante, normalmente abilitato rispettivamente dalle Autorità Marittime e da quelle della Navigazione Interna».
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