- Oggi il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, ha inviato una lettera ai senatori del Partito Democratico criticando aspramente l'azione che i parlamentari stanno conducendo per scongiurare l'escavo del Canale Contorta S. Angelo, intervento deciso lo scorso novembre dal governo per realizzare una nuova via d'accesso alla Stazione Marittima di Venezia ed evitare quindi il transito delle grandi navi da crociera nel Bacino di San Marco ( del 5 novembre 2013).
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- Lo scorso mese il Partito Democratico ha presentato al presidente del Consiglio dei ministri un'interrogazione sollecitando un intervento sulla questione del transito delle grandi navi da crociera nella Laguna di Venezia e successivamente, il 23 dicembre, 30 senatori del PD hanno presentato una mozione che impegna il presidente del Consiglio a risolvere questo problema. Lo scorso 2 gennaio il senatore del PD Felice Casson ha confermato che il PD chiederà che tale mozione venga inserita urgentemente nel calendario dei lavori dell'Aula di palazzo Madama, mozione che - ha ricordato - impegna il presidente del Consiglio Enrico Letta «a risolvere questo problema e, in particolare, il conflitto sorto tra il ministro Lupi e il ministro Orlando. Il ministro Lupi, infatti - ha precisato Casson - vorrebbe che il progetto di scavo di un nuovo, devastante e pericoloso canale all'interno della laguna di Venezia, il canale Contorta, venisse inserito nella legge obiettivo al fine di accelerare i tempi, tagliare i controlli e le procedure, in particolare quelle di VIA e VAS». Casson ha inoltre reso noto che alla fine dello scorso anno 15 senatori del Partito Democratico hanno inviato al presidente del Consiglio e, per conoscenza, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e al ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, «una lettera con cui - ha sottolineato - si chiede di bloccare ancora una volta un intervento pericoloso per la laguna di Venezia».
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- Nella dura missiva ai senatori del Partito Democratico, che pubblichiamo di seguito, il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia li ha accusati di non essersi informati direttamente sullo stato della questione, un escavo, quello di un nuovo canale navigabile seguendo il tracciato dell'esistente Canale Contorta-Sant'Angelo, che - ha evidenziato Paolo Costa - «purché opportunamente attuato, non incide in modo significativo sull'idrodinamica generale della laguna che è dominata da altri fattori». Inoltre Costa ha denunciato che l'azione dei senatori potrebbe mettere a rischio non solamente il settore delle crociere a Venezia, «una - ha rilevato - delle poche eccellenze produttive del Paese, una delle poche attività economiche italiane passate indenni attraverso la crisi», ma anche «l'intera economia portuale-industriale veneziana che - ha spiegato - andrebbe in crisi se dovesse rinunciare alle economie di scala nell'offerta dei servizi portuali e tecnico-nautici garantiti dalla compresenza di traffici crocieristici con quelli mercantili e industriali».
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- Autorità Portuale di Venezia
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Il Presidente-
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- Al Senatore Luigi Zanda
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Capogruppo al Senato PD
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- E ai Senatori
- Donatella Albano
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Maria Teresa Bertuzzi
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Laura Cantini
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Felice Casson
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Monica Cirinnà
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Vincenzo Cuomo
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Erica D'Adda
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Maria Rosa Di Giorgi
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Stefano Esposito
- Nicoletta Favero
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Nadia Ginetti
- Sergio Lo Giudice
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Claudio Micheloni
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Carlo Pegorer
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Stefania Pezzopane
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Laura Puppato
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Lucrezia Ricchiuti
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Maria Spilabotte
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- Caro Luigi, cari Senatori,
- Conoscendo l'esperienza, la serietà e l'impegno di molti di voi, non posso non manifestarvi tutta la mia amarezza e delusione nell'apprendere del contenuto della lettera che avete voluto indirizzare al Presidente del Consiglio, Enrico Letta, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e al Ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, contro la ricalibratura del canale Contorta-Sant'Angelo nella laguna di Venezia: la soluzione win-win che evita a Venezia il passaggio delle grandi navi da crociera davanti San Marco, senza per questo uccidere la portualità crocieristica veneziana e mettere a rischio il resto dell'attività portuale, ma anzi avviando il recupero morfologico della laguna centrale, nella logica del “Piano per il recupero morfologico e ambientale della Laguna di Venezia” redatto dal competente Magistrato alle Acque di Venezia”.
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- Amarezza e delusione nel constatare che avete ritenuto di prendere l'iniziativa senza sentire il dovere di conoscere i dati di fatto: da un lato, le caratteristiche del progetto che contestate alla cieca e, dall'altro, le complesse relazioni sistemiche che legano il successo della crocieristica veneziana a quello dell'intera filiera crocieristica nazionale e adriatica, da un lato, e, dall'altro, al resto della portualità commerciale e industriale lagunare, che oggi costituisce la sola alternativa alla monocultura turistica e alle speranze di rivitalizzazione socioeconomica di Venezia e della sua laguna, che - come vi dovrebbe esser noto - è tutelata dalla legislazione speciale per Venezia al pari della salvaguardia fisica e di quella ambientale.
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- Se aveste avuto la pazienza di informarvi direttamente sullo stato della questione, avreste potuto sapere che, se pur a fronte di paure irrazionali comunque da non sottovalutare, è dal 2011 - ben prima del tragico incidente della Costa Concordia al Giglio - che Autorità Marittima, Magistrato alle Acque e Autorità Portuale, lavorano per evitare il passaggio delle navi da crociera dal Bacino di S. Marco, esaminando e comparando, nella loro responsabilità, tutte le alternative possibili e, alla fine, convergendo sulla soluzione - ricalibratura del canale Contorta Sant'Angelo - peraltro raccomandata fin dal 2004 dal Commissario di Governo delegato al traffico acqueo nella laguna di Venezia sulla base di una expertise affidata al prof. Luigi D'Alpaos dell'Università di Padova. Valutazioni scientifiche ribadite, con tutte le cautele del caso, dai proff. D'Alpaos e Rinaldo, nell'ultimo convegno dedicato all'argomento dall'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti lo scorso 12 ottobre 2013.
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- Nello stato attuale della laguna e delle bocche di porto, lo scavo di un nuovo canale navigabile seguendo il tracciato dell'esistente Canale Contorta-Sant'Angelo, purché opportunamente attuato, non incide in modo significativo sull'idrodinamica generale della laguna che è dominata da altri fattori.
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- Se aveste avuto la pazienza di informarvi direttamente avreste potuto constatare che il canale Contorta Sant'Angelo non costituisce alcun pericolo idraulico per la laguna di Venezia mentre può contribuire a combattere il vero pericolo: quello di ordine morfologico che può portare alla riduzione della laguna centrale a un braccio di mare.
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- La falsa credenza, della quale vi sareste potuti liberare se aveste avuto la pazienza di informarvi direttamente, è che la laguna si salvi se ci si astiene da ogni intervento. È vero esattamente il contrario, come dimostra il deterioramento attuale della laguna centrale che si impoverisce di 700 milioni di m3 di sedimenti ogni anno; sedimenti che si possono trattenere solo “proteggendo la laguna dai canali di navigazione e i canali di navigazione dalla laguna”: esattamente quello che si vorrebbe fare nel caso del Contorta Sant'Angelo, ricostruendo la morfologia della laguna centrale con velme e barene ottenute utilizzando i fanghi dell'escavo, che - altra notizia che avreste potuto raccogliere direttamente - fortunatamente non sono inquinati.
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- Sono sicuro che, se vi foste adeguatamente informati, avreste, per onestà intellettuale, riconosciuto nel Contorta-Sant'Angelo quella soluzione equilibrata capace di perseguire sia gli obiettivi di salvaguardia (recupero morfologico) di Venezia e della sua laguna sia quelli, funzionali alla prima, della sua rivitalizzazione che non può non fondarsi sulla tradizione marinara e portuale della Serenissima.
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- Ma c'è un altro piano di valutazioni che avreste potuto fare prima della vostra “imprudenza” e che spero vogliate ancora fare. Sono quelle che riguardano le relazioni, complesse perché la realtà è più complessa di quanto non appaia a prima vista, tra la portualità crocieristica veneziana e quella dell'intero Adriatico, da un lato, e tra crocieristica e resto dell'attività portuale, dall'altro.
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- Venezia non è un porto crocieristico qualsiasi. È l'home port (il porto capolinea) delle crociere del Mediterraneo Orientale. Un ruolo che Venezia mantiene rispetto ai concorrenti - Atene ed Istanbul su tutti - solo per l'efficienza del terminale passeggeri alla Marittima che è figlia della sua ubicazione (piena accessibilità nautica, piena accessibilità passeggeri, piena accessibilità forniture di bordo) e che sarebbe estremamente difficile e costoso in tempo e denaro replicare.
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- Non posso immaginare che qualcuno pensi di mettere a rischio una delle poche eccellenze produttive del Paese, una delle poche attività economiche italiane passate indenni attraverso la crisi. Vanificando gli ingenti investimenti fatti nel settore - su costanti indicazioni politico-amministrative dal Progetto '80 in poi! - negli ultimo 15 anni, sia con denaro pubblico che privato, a vantaggio di altri porti che solo per il nostro masochismo potrebbero sottrarre all'Italia l'Home Port del Mediterraneo Orientale.
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- Deve essere chiaro che se non si darà prontamente il via ai lavori necessari per la ricalibratura del Canale Contorta-S. Angelo - con tutte le cautele e le prescrizioni che dovranno scaturire dall'ulteriore esame del progetto in sede di VIA - è il Sistema Italia che non riuscirà a garantire quelle condizioni di base che hanno spinto le compagnie di crociera e le parti sociali coinvolte ad affrontare pesanti sacrifici economici purché limitati nel tempo del biennio 2014-15. L'intesa Stato -Regione per affidare alle procedure di legge obiettivo la realizzazione del Contorta-Sant'Angelo, lungi dal voler dribblare valutazioni di impatto ambientale che dovranno essere le più rigorose, è lo strumento con il quale lo Stato si fa carico e garante davanti al mondo della correttezza dell'intervento e del rispetto dei tempi che devono consentire di disporre della via alternativa navigabile a partire dal 2016.
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- Ma c'è di più. È l'intera economia portuale-industriale veneziana che andrebbe in crisi se dovesse rinunciare alle economie di scala nell'offerta dei servizi portuali e tecnico-nautici garantiti dalla compresenza di traffici crocieristici con quelli mercantili e industriali. Sono quelle economie di scala che oggi consentono di mantenere il porto di Venezia sul mercato, nonostante le difficoltà di accessibilità nautica imposte dall'accettazione del patto ambientale implicito nella convivenza tra porto e MoSE ( il sistema di paratie mobili che difenderà Venezia e la sua laguna dalle acque alte). Se quelle economie di scala dovessero crollare il porto merci di Venezia cesserebbe di esistere, con gravi conseguenze per il sistema produttivo nord-estino e il suo export.
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- Sarebbe tragico che questo accadesse proprio nel momento nel quale - facendo di necessità virtù - Venezia reinventando ancora una volta il suo rapporto con il mare, ha progettato e si appresta a
- realizzare un sistema portuale “offshore-onshore” all'avanguardia tecnologica e ambientale e capace di mettere a disposizione del Paese uno dei pochi scali adeguati alle esigenze dei traffici mondiali e del mercato veneto, nordestino, italiano ed europeo sul quale può vincere anche la competizione più agguerrita.
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- Nell'invitarvi a Venezia, sicuro che ove prevalga la buona fede si possa chiarire ogni equivoco, a lavorare assieme per il bene di Venezia e dell'Italia, vi prego di accettare i miei migliori saluti,
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- Il Presidente
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Paolo Costa
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