- Così come stabilito nei confronti della nuova alleanza armatoriale P3 Network, che è stata costituita recentemente dalle prime tre compagnie mondiali del settore del trasporto marittimo di linea Maersk Line, Mediterranean Shipping Company e CMA CGM ( del 6 dicembre 2013), ora l'agenzia federale statunitense Federal Maritime Commission (FMC) ha deciso di approfondire l'esame sulle attività operative e commerciali dell'alleanza armatoriale G6, che è stata formata a fine 2011 dalle compagnie APL, Hapag-Lloyd, Hyundai Merchant Marine (HMM), Mitsui O.S.K. Lines (MOL), Nippon Yusen Kaisha (NYK) e Orient Overseas Container Line (OOCL) ( del 20 dicembre 2011).
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- La nuova decisione della FMC segue l'intenzione manifestata alla fine dello scorso anno dalla G6 Alliance di potenziare i propri servizi transpacifici e transatlantici ( del 3 dicembre 2013). L'agenzia federale americana ha reso noto che le compagnie della G6 hanno presentato alla FMC richiesta per estendere la loro cooperazione a tutte le principali rotte tra l'Asia e la costa occidentale degli Stati Uniti e tra l'Europa, il Mediterraneo e il Golfo USA e la costa orientale degli Stati Uniti, cooperazione - ha specificato la FMC - che prevede l'impiego di 180-220 navi della capacità massima di 14.000 teu e che prevede di avvalersi di uno o più Centri di Servizio.
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- «È assolutamente necessario - ha spiegato il commissario della FMC, Richard A. Lidinsky - che la Commissione comprenda appieno le implicazioni di ciò che è stato proposto. Desta particolare preoccupazione come i proposti Centri di Servizio opereranno autonomamente rispetto alle parti dell'accordo e come i cinque membri dell'alleanza che fanno parte del Transpacific Stabilization Agreement (TSA) (cioè le compagnie APL, Hapag-Lloyd, HMM, NYK e OOCL, ndr) agiranno in maniera indipendente rispetto al solo vettore indipendente (la giapponese MOL, ndr) nel definire i noli di determinate rotte coperte dall'accordo».
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