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Fim, Fiom e Uilm respingono come «inaccettabile» il piano di esuberi presentato da Wärtsilä
Questa riorganizzazione - spiegano - avrà effetti pesanti anche sulle maestranze italiane per un totale del 10% della forza lavoro complessiva del gruppo
29 gennaio 2014
Fim, Fiom e Uilm hanno respinto come «inaccettabile» il piano di esuberi presentato oggi dal gruppo finlandese Wärtsilä Corporation ( del 29 gennaio 2014), che ha circa 18.700 dipendenti e in Italia dà lavoro a circa 1.500 persone distribuite nella sede di Trieste e negli uffici e stabilimenti a Genova, Milano, Napoli e Taranto.
Le rappresentanze sindacali Fim, Fiom e Uilm degli stabilimenti di Trieste, Genova e Napoli sono state convocate oggi dalla dirigenza della Wärtsilä Italia per informarle sulla decisione di procedere ad una riorganizzazione che a livello mondiale prevede la messa in esubero per mille dipendenti. I tre sindacati hanno reso noto che l'azienda ha dichiarato che questa riorganizzazione avrà effetti pesanti anche sulle maestranze italiane per un totale del 10% della forza lavoro complessiva del gruppo, chiarendo però che tale scelta non riguarda le recenti vicissitudini gestite con la cassa integrazione ordinaria, ma è imputabile esclusivamente alle scelte della corporation mondiale conseguenti ad una valutazione dell'andamento del mercato globale, alla necessità di essere più competitivi sia in termini di operatività, qualità e flessibilità andando ad una sistematica eliminazione di tutte quelle funzioni che non producono degli utili e che creano esclusivamente dei costi.
Secondo Fim, Fiom e Uilm, «tutto questo, molto più banalmente, riguarda la scelta del management della multinazionale, di mantenere alti i profitti, risparmiando 60 milioni di euro annui attraverso la mera riduzione degli organici». «Nonostante il gruppo dirigente Wärtsilä abbia ribadito il ruolo chiave dell'Italia all'interno dell'assetto futuro e complessivo della multinazionale - hanno sottolineato le tre organizzazioni sindacali - per il coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm questa scelta è inaccettabile. Wärtsilä Italia Spa - hanno rilevato - non è un'azienda in crisi e gli ottimi risultati in termini di fatturato annuo rendono esplicito come sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori si voglia operare ad esclusiva garanzia di un aumento dei dividendi da riconoscere agli azionisti».
«Il coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm della Wärtsilä Italia inoltre - hanno precisato i tre sindacati - respinge totalmente questa riorganizzazione, in quanto adombrata dalla discussione su un possibile interessamento del gruppo Rolls-Royce, sugli asset del gruppo a livello mondiale», interessamento che è stato confermato nei giorni scorsi dalle due stesse aziende, che però hanno specificato di aver cessato le trattative ( del 9 gennaio 2014). «Il “non detto” - secondo Fim, Fiom e Uilm - potrebbe riguardare un piano che poco ha a che fare con la sostenibilità finanziaria del gruppo, ma che invece nelle intenzioni reali intende rendere appetibile ad un eventuale compratore il pacchetto complessivo della società finlandese».
Il coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm ha chiesto la convocazione immediata di un tavolo di discussione con Wärtsilä con lo scopo di evitare i licenziamenti ed ottenere nell'immediato delle garanzie attraverso un piano industriale ed ha richiamato tutte le istituzioni ad un forte impegno affinché vengano salvaguardati i posti di lavoro ed i diritti di tutti i lavoratori operanti nel gruppo italiano.
«Davanti alla progressiva deindustrializzazione del nostro territorio e davanti al continuo attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ricattati con la perdita del posto di lavoro - ha concluso il coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm della Wärtsilä Italia - va messo un limite prima che sia troppo tardi. Le istituzioni devono farsi carico di questa discussione, che non solo riguarda in maniera diretta la nostra azienda, il nostro territorio; ma che parla ad un Paese profondamente dilaniato da una totale assenza di una vera e propria politica industriale».
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