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- . L'associazione dell'autotrasporto basa tale denuncia anche sull'analisi sul settore autostradale contenuta nel Primo rapporto annuale al Parlamento della nuova Autorità di Regolazione dei Trasporti, che è stato presentato nei giorni scorsi e che - sottolinea CNA-Fita - evidenzia che «ogni chilometro di autostrada in Italia permette 1,15 milioni di euro di ricavi all'anno a chi lo prende in concessione».
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- Il rapporto dell'Authority spiega che, «per quanto concerne i risultati economici dei concessionari, nel 2012 i ricavi dei concessionari raggiunti sono stati pari a 6,533 miliardi di euro di cui circa 1,728 miliardi (oltre il 25%) sono stati girati allo Stato tra IVA (596 milioni) e canone Anas (1.132 milioni), ovvero il sovrapprezzo sulla tariffa utilizzato dallo Stato per la manutenzione delle reti non a pedaggio; i rimanenti 4,805 miliardi sono andati alle concessionarie. Tali valori, suddivisi sui circa 5.700 km di rete in concessione (e quindi a pedaggio) - rileva l'Autorità di Regolazione dei Trasporti - fan sì che ogni chilometro di autostrada in Italia permetta annualmente ricavi pari a circa 1,150 milioni di euro (300mila euro allo Stato e 850mila euro alle concessionarie [il totale di ricavi menzionato da CNA-Fita, va - precisa l'Authority - per quasi tre quarti ai concessionari e per un quarto allo Stato, ndr]). Ai ricavi da pedaggio - puntualizza inoltre l'Authority - vanno aggiunti i ricavi da subconcessioni e da altre attività che le concessionarie autostradali incassano e di cui una parte (compresa tra il 2% e il 20%) viene girata allo Stato».
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- «Nell'ultimo ventennio - osserva inoltre l'Autorità di Regolazione dei Trasporti - si è assistito a un aumento dei ricavi pari al 270%, passando da 2,5 miliardi di euro nel 1993 a 6,5 miliardi nel 2012, con picchi di crescita superiori al 7% nel 2003 e 2010-2011. L'aumento dei ricavi osservato in passato è stato interrotto nel 2012, anno in cui si è registrata una contrazione del 3,17% circa, passando da 6,747 miliardi di euro nel 2011 a 6,533 miliardi del 2012. La diminuzione è, per buona parte, attribuibile alla crisi del traffico autostradale fortemente connessa alla congiuntura economica degli ultimi anni».
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- Il rapporto dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti prende in esame gli oltre 46.000 chilometri di autostrade a pedaggio e il numero di società concessionarie che si dividono queste tratte nei 21 Paesi membri dell'Association Européenne des Concessionnaires d'Autoroutes et d'ouvrages à Péage (ASECAP), l'ente ufficiale europeo che riunisce tutte le concessionarie che gestiscono tratte autostradali a pedaggio. «Ad eccezione dell'Olanda, la cui rete a pedaggio è di soli 20 km e che presenta un ricavo medio da pedaggio pari a 1,338 milioni di euro/km - specifica l'Authority - i due Paesi con il più alto tasso di ricavo per km sono Francia e Italia, con oltre 800mila euro per chilometro di autostrada. Da notare come questi due Paesi utilizzino un metodo tariffario molto simile».
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- Il rapporto dell'Authority evidenzia anche come, «oltre ai rilevanti ricavi tariffari, il settore è caratterizzato da una elevata e stabile redditività operativa con margini operativi (EBITDA) che nel 2012 non sono mai risultati inferiori al 20% per tutti i concessionari, e in alcuni casi prossimi al 60%, ed un utile operativo (EBIT) anch'esso mediamente pari al 20%, con concessionari che presentano una redditività assai elevata (superiore al 40%). Unica eccezione è la concessionaria Raccordo Valle D'Aosta Spa che ha presentato un risultato di esercizio negativo nel 2012».
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- «È possibile altresì notare - prosegue il rapporto - come, dati i ricavi da servizi e la redditività del settore, il settore autostradale, almeno per quanto riguarda la fase di gestione e manutenzione delle autostrade, non prevede l'utilizzo di fondi pubblici erogati dallo Stato. Tuttavia quando vengono concordati lavori straordinari o grandi opere (ad esempio, la realizzazione di una terza/quarta corsia in una specifica tratta o lo sviluppo di un nuovo tratto autostradale) in sede di contrattazione lo Stato si è fatto sempre carico di una quota del costo complessivo dell'opera tramite contributi a fondo perduto. Ciò nonostante - specifica l'Authority - negli ultimi anni si registra che questi contributi si sono via via ridotti nel tempo a favore di nuove forme di finanziamento».
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- Sulla base di tale analisi CNA-Fita sottolinea come quello della gestione della rete autostradale a pedaggio sia «un business ricchissimo» e ricorda come da tempo l'associazione denunci «la scellerata gestione delle concessioni autostradali trasformate in ricchi oligopoli che, aumento dopo aumento, deprimono la mobilità nazionale».
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- CNA-Fita chiede pertanto chiarimenti al governo: «al presidente del Consiglio, Matteo Renzi - spiega Cinzia Franchini, presidente nazionale CNA-Fita - domandiamo che cosa ha intenzione di fare. Per l'ennesima volta una Authority dello Stato, quella della regolazione dei trasporti, in seguito a quella dell'Autorità per la tutela della concorrenza e del mercato - sottolinea - ha certificato l'imbarazzante gestione delle concessionarie autostradali con analisi e dati inappuntabili che, le assicuro presidente - prosegue la Franchini rivolgendosi a Renzi - gli utenti misurano e subiscono sulle loro tasche ogni giorno. Dopo la pagliacciata dei rimborsi dei pedaggi promessi dal ministro Lupi, e mai arrivati agli autotrasportatori, per gli ingiustificati aumenti di gennaio - denuncia la presidente di CNA-Fita - sarebbe doveroso risolvere il problema di come si debba provvedere a compensare gli iniqui e ingiusti aumenti dei pedaggi che continuano ad impedire la ripresa e a rendere impossibile un recupero di competitività delle nostre imprese. Indiscrezioni parlano addirittura di nuove eco tasse in arrivo, con i concessionari e tutta l'Aiscat già pronti, con i loro potenti strumenti informatici, per continuare a “tar-tassare” chiunque».
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- «Chiediamo al presidente del Consiglio - conclude Cinzia Franchini - di intervenire tempestivamente e definitivamente su quegli oligopoli noti a tutti, che deprimono l'economia del Paese, impoverendola».
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- «Forse - è l'epigrafica denuncia finale di CNA-Fita - al ministero dei Trasporti non ci sono solo Lupi ma anche ... troppe volpi!»
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