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La comunità portuale europea esorta la Commissione UE a non presentare proposte legislative che possano minare la pace sociale nei porti
ETF, IDC, FEPORT ed ESPO: «il ruolo delle istituzioni europee dovrebbe essere principalmente quello di assicurare che sussistano le migliori condizioni per il dialogo»
16 dicembre 2014
La comunità portuale europea formata dalle Autorità Portuali e dalle parti datoriali e sociali ha invitato la Commissione Europea ad astenersi da nuove proposte legislative direttamente inerenti i temi delle condizioni di lavoro nei porti europei e del miglioramento della competitività degli scali portuali dell'UE.
I sindacati European Transport Workers' Federation (ETF) e International Dockworkers Council (IDC), l'associazione dei terminalisti europei Federation of European Private Port Operators (FEPORT) e l'associazione delle Autorità Portuali europee European Sea Ports Organisation (ESPO) hanno sottolineato oggi che «nell'attuale quadro economico e sociale è fondamentale mantenere la pace sociale nei porti comunitari: ciò - hanno rilevato - può essere garantito solo attraverso un dialogo continuo e aperto tra le parti sociali e, se opportuno o previsto, con le istituzioni».
«Il ruolo delle istituzioni europee - hanno osservato ETF, IDC, FEPORT ed ESPO - dovrebbe essere principalmente quello di assicurare che sussistano le migliori condizioni per il dialogo e di aiutare le parti sociali a raggiungere accordi su questioni che consentano lo sviluppo continuo del settore».
ETF, IDC, FEPORT ed ESPO hanno ricordato che nel giugno 2013, con il sostegno della Commissione Europea, hanno costituito il Comitato di dialogo sociale settoriale per i porti, organismo attraverso il quale le parti sociali intendono lavorare assieme per contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro delle persone impiegate nel settore nonché per accrescere la competitività e la produttività nei porti comunitari.
Secondo ETF, IDC, FEPORT ed ESPO, questo Comitato dovrebbe collaborare al dialogo sociale sia nei porti che a livello nazionale nel pieno rispetto delle leggi, dei contratti collettivi e dei modelli organizzativi esistenti nei vari porti dell'Unione Europea. Per le quattro organizzazioni, inoltre, quando è necessario apportare modifiche questi modelli, tali variazioni dovrebbero essere negoziate, ove previsto, dalle parti sociali, in conformità con le norme in vigore e future. ETF, IDC, FEPORT ed ESPO hanno osservato che a livello europeo le parti sociali stanno già discutendo questioni chiave quali la formazione e le qualifiche, la salute e la sicurezza nonché la parità fra i sessi e che si cercherà di ampliare l'ambito della discussione all'innovazione nel settore portuale in modo da consentire ai porti europei di rimanere competitivi.
Tutto ciò evidentemente per sottintendere che nuove proposte legislative avanzate dalla Commissione Europea in materia portuale potrebbero invece ostacolare questo dialogo o, peggio, interromperlo.
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