- Realizzare una nuova linea elettrica ad alta tensione tra Roiano e Broletto a servizio della Stazione Marittima di Trieste per fornire energia elettrica alle navi da crociera. È una proposta emersa nel corso dell'incontro sul tema “La Direttiva Comunitaria in materia di emissioni: tra normativa, tecnologia navale ed innovazione” che è stato organizzato dal The International Propeller Club Port of Trieste e che si è tenuto ieri nella città giuliana.
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- Dopo aver esaminato le leggi internazionali, la più recente direttiva UE in materia e l'applicazione in Italia, i relatori (l'avvocato Massimiliano Rimaboschi, Giorgio Cigui del RINA di Trieste, Carlo Contessi di Wärtsilä e Carlo Franzosini dell'Area protetta marina di Miramare) hanno trattato le tematiche relative alle soluzioni tecniche da adottare per la riduzione delle emissioni, in particolare per quelle legate al biossido di zolfo.
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- Tra le soluzioni per ridurre drasticamente le emissioni inquinanti negli ormeggi portuali, il professor Giorgio Sulligoi del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Trieste ha illustrato il cosiddetto “cold ironing”, ossia la possibilità di alimentare i servizi di bordo senza motori, collegando la nave alla rete elettrica di terra. Una nave passeggeri in porto - ha rilevato Sulligoi - inquina circa come 100 automobili e in Italia si sono ipotizzati già diversi progetti, ma nessun impianto è stato ancora realizzato. A Trieste, in particolare, è stato condotto uno studio con due scenari, uno ridotto e uno completo adatto alle navi più grandi. Si tratterebbe di realizzare appunto una linea di alta tensione, attualmente inesistente, tra Roiano e Broletto a servizio della Stazione marittima, da utilizzare però anche per eventuali emergenze e per il Porto Vecchio dove, ad oggi, non esistono questo genere di infrastrutture. Una soluzione, questa del collegamento in banchina - ha sottolineato - interessante anche per altri terminal. Il costo, compreso tra i 20 e i 30 milioni di euro, sarebbe ammortizzabile in meno di 15 anni considerando che i danni a salute e ambiente provocati da un inquinante sono monetizzabili.
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