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Ulteriore accentuazione della flessione delle performance economiche trimestrali del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk
Andersen: la contrazione «è stata determinata principalmente dal deterioramento delle rate di nolo dei container scese a livelli storicamente bassi, in particolare nell'ultima parte del terzo trimestre, e dall'impatto del calo del prezzo del petrolio sui profitti di Maersk Oil»
6 novembre 2015
Nel terzo trimestre di quest'anno si è ulteriormente accentuata la flessione dei risultati economici registrati dal gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk, periodo che è stato chiuso con un utile netto di 778 milioni di dollari, in calo del -48,0% rispetto a quasi 1,5 miliardi di dollari nel periodo luglio-settembre del 2014. I ricavi sono diminuiti del -16,9% scendendo a 10,1 miliardi di dollari. EBITDA e risultato operativo hanno mostrato contrazioni rispettivamente del -29,8% e del -55,2% a 2,2 miliardi e 1,2 miliardi di dollari.
Tale andamento ha riguardato principalmente le divisioni di A.P. Møller-Mærsk che si occupano di trasporto marittimo dei container e di attività portuali. In particolare Maersk Line, la compagnia che opera la flotta di portacontainer del gruppo, ha totalizzato un utile netto di 264 milioni di dollari su ricavi per 6,0 miliardi di dollari, in diminuzione rispettivamente del -61,5% e del -14,9% sul terzo trimestre dello scorso anno. EBITDA ed EBIT si sono attestati a 765 milioni di dollari (-35,1%) e 303 milioni di dollari (-59,1%).
La riduzione del volume d'affari della compagnia di navigazione è avvenuta nonostante i carichi containerizzati trasportati dalla flotta siano lievemente aumentati, essendo stati pari ad oltre 2,4 milioni di container da 40' (feu) (+1,1%), e nonostante il prezzo medio del combustibile abbia registrato una flessione del -43,7% essendo risultato pari a 324 dollari/tonnellata rispetto a 575 dollari/tonnellata nel periodo luglio-settembre dello scorso anno. La contrazione dei ricavi è stata prodotta da un'ulteriore diminuzione del valore del nolo medio, che nel terzo trimestre del 2015 è stato pari a 2.163 dollari/feu, con un calo del -19,3% rispetto a 2.679 dollari/feu nello stesso periodo del 2014.
L'olandese APM Terminals, la filiale terminalista del gruppo A.P. Møller-Mærsk, ha archiviato il terzo trimestre di quest'anno con un utile netto di 175 milioni di dollari (-49,3%) su ricavi pari ad oltre 1,0 miliardi di dollari (-5,7%). L'EBITDA è stato di 220 milioni di dollari (-14,1%) e il risultato operativo si è attestato a 205 milioni di dollari (-59,8%). Nel terzo trimestre del 2015 i terminal portuali gestiti dall'azienda hanno movimentato un traffico dei container pari a 8,9 milioni di container da 20' (teu), con una flessione del -8% circa sul corrispondente periodo dello scorso anno.
Evidenziando che nel terzo trimestre di quest'anno il gruppo danese ha conseguito un utile lordo di 662 milioni di dollari, con una diminuzione del -50% circa sullo stesso periodo del 2014, oggi l'amministratore delegato di A.P. Møller-Mærsk, Nils S. Andersen - ha confermato che la contrazione «è stata determinata principalmente dal deterioramento delle rate di nolo dei container scese a livelli storicamente bassi, in particolare - ha precisato - nell'ultima parte del terzo trimestre, e dall'impatto del calo del prezzo del petrolio sui profitti di Maersk Oil».
Andersen ha comunque rilevato che l'atteso utile lordo pari a circa 3,4 miliardi di dollari per l'intero esercizio 2015 «riflette buone performance nei mercati estremamente difficili del petrolio e dei container, dove - ha sottolineato - le azioni assunte in tutte le nostre unità di business per ridurre i costi base ci consentiranno di mantenere la nostra capacità di perseguire opportunità nei nostri diversi settori d'attività». Ricordiamo che mercoledì il gruppo danese ha presentato un piano di riduzione delle spese che prevede il taglio di oltre 4.000 posti di lavoro, la cancellazione di alcuni servizi di linea e la rinuncia alla costruzione di portacontainer opzionate ( del 4 novembre 2015).
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