- Il presidente dell'Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco, è entusiasta dell'attivazione avvenuta lo scorso 29 dicembre del primo corridoio doganale stradale controllato dal porto all'Interporto di Bologna che, grazie all'utilizzo di sigilli elettronici (eSeals con tecnologia radiofrequenza RFID), semplifica e velocizza il trasferimento di merci dal porto all'interporto dove potranno essere concluse le operazioni doganali di importazione. La tecnologia utilizzata, infatti, consente una tracciabilità completa delle merci rendendo possibile semplificare le procedure doganali e operative all'interno della catena logistica intermodale internazionale.
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- «Dopo circa un anno di lavoro fatto anche di seminari di formazione per il personale delle aziende coinvolte - ha evidenziato il presidente dell'ente portuale di Ravenna, Galliano Di Marco - è stata avviata la sperimentazione per le merci su gomma (ma si spera presto di poter far viaggiare lungo questo corridoio anche quelle su ferrovia) e dal 29 dicembre scorso il Fast Corridor a Ravenna è realtà».
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- Di Marco ha ricordato che l'avvio di questo corridoio fa parte del progetto “Port of Ravenna Fast Corridor” co-finanziato al 50% dalla Commissione Europea e inserito nel programma TEN-T per sostenere il potenziamento delle infrastrutture di trasporto europee.
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- Il presidente dell'authority portuale ha rilevato che l'iniziativa, che rappresenta una rivoluzione all'interno della tradizionale catena logistica intermodale internazionale «come tutte le rivoluzioni, forse, inizialmente può spaventare. Sono convinto però - ha aggiunto - che si aprano, grazie alla tecnologia utilizzata che oltre a velocizzare procedure e operazioni garantisce anche, attraverso la completa tracciabilità delle merci, livelli massimi di sicurezza, concrete opportunità di intercettare nuovi traffici, di diversificarne i flussi e di attrarre merci a maggiore valore aggiunto, a beneficio di tutte le attività del nostro scalo».
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- «La tecnologia - ha proseguito Di Marco - va sempre vista come un mezzo messo a disposizione dell'uomo, in questo caso dell'intera comunità portuale (Dogana, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, agenti marittimi, imprese ed associazioni di categoria) che saprà utilizzarne positivamente, e propositivamente, le possibilità che offre per migliorare qualità dei servizi e del lavoro. Per questo l'Autorità Portuale si è fatta soggetto coordinatore e facilitatore nella realizzazione di tale progetto».
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- Il presidente dell'ente portuale ha ringraziato, tra gli altri il direttore dell'Agenzia delle Dogane, Giuseppe Peleggi, «che - ha spiegato - ha scelto Ravenna, prima per la sperimentazione dello Sportello Unico Doganale, poi per quella dello sdoganamento in mare e infine per l'avvio, unici in Adriatico (in Italia i soli altri porti che lo utilizzano sono Genova, La Spezia e Livorno), di questo corridoio controllato doganale che diventa un importante servizio complementare allo sdoganamento in mare stesso».
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