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Bruxelles intima a Belgio, Francia e Olanda di abolire l'esenzione dal versamento delle imposte societarie concessa ai porti
Vestager: «presenterò una proposta per agevolare gli investimenti che possano creare lavoro, escludendoli dai controlli relativamente alle norme europee sugli aiuti di Stato». Il porto di Rotterdam è pronto a presentare un ricorso
22 gennaio 2016
La Commissione Europea ha intimato all'Olanda di abolire l'esenzione dal versamento delle imposte societarie concessa a sei porti nazionali e di allineare il regime fiscale per la portualità olandese alle norme europee sugli aiuti di Stato. La medesima richiesta di conformità è stata rivolta a Belgio e Francia.
La richiesta all'Olanda segue l'esortazione rivolta ad Amsterdam nel maggio 2013 di abolire le disposizioni che esoneravano alcune società pubbliche, incluse quelle portuali, dal versamento delle imposte sulle società, esenzioni che - secondo Bruxelles - potevano conferire a queste società un indebito vantaggio rispetto ai concorrenti. Nel luglio 2014 la Commissione Europea ha avviato una specifica indagine ( del 9 luglio 2014) e il 4 giugno 2015 l'Olanda ha introdotto una legge che rende le società pubbliche soggette alle imposte societarie a partire dal 1° gennaio 2016. Tuttavia la nuova normativa ha mantenuto in vigore l'esenzione fiscale per i sei porti nazionali di proprietà pubblica, ovvero Amsterdam, Den Helder, Groningen, Moerdijk, Rotterdam e Zeeland Seaports. Ora la Commissione Europea ha chiesto che tale esenzione venga abolita e ha dato all'Olanda due mesi di tempo per far sì che a partire dal 1° gennaio 2017 i porti olandesi siano soggetti alle stesse norme fiscali applicate alle altre società pubbliche.
Sempre nel luglio 2014 la Commissione aveva espresso gli stessi rilievi sul regime di tassazione dei porti in vigore in Belgio e Francia, in quanto nella prima nazione una serie di porti, tra cui Anversa, Bruxelles, Charleroi, Ghent, Liegi, Namur, Ostenda e Zeebrugge, e i canali navigabili nella Provincia di Hainaut e nelle Fiandre non sono sottoposti al regime fiscale sul reddito delle società e sono soggetti ad un altro regime fiscale che garantisce generalmente un livello inferiore di tassazione per i porti rispetto a quello per le altre società. In Francia la maggior parte dei porti, e in particolare i grandi porti marittimi di Bordeaux, Dunkerque, La Rochelle, Le Havre, Marsiglia, Nantes-Saint Nazaire e Rouen nonché i porti dei dipartimenti d'oltremare di Guadalupa, Guyana, Martinica e Réunion, il porto fluviale di Parigi e i porti gestiti dalle Camere dell'Industria e del Commercio sono completamente esentati dal versare imposte societarie. La Commissione Europea ha pertanto chiesto ad entrambe le nazioni di adeguare la loro legislazione a quella dell'UE, assegnando anche in questi casi due mesi di tempo affinché siano assunte le misure necessarie.
«I porti - ha sottolineato Margrethe Vestager, commissario europeo alla Concorrenza - sono infrastrutture chiave per la crescita economica e per lo sviluppo regionale. Presto - ha annunciato - presenterò una proposta per agevolare gli investimenti che possano creare lavoro, escludendoli dai controlli relativamente alle norme europee sugli aiuti di Stato». Tuttavia Margrethe Vestager ha precisato che se le società portuali generano utili da attività economiche, come avviene in Belgio, Francia e Olanda, «queste dovrebbero essere soggette all'ordinaria legislazione fiscale nazionale, per evitare distorsioni della concorrenza».
L'Autorità Portuale di Rotterdam ha manifestato tutto il proprio disappunto per la decisione della Commissione Europea e ha preannunciato un possibile ricorso contro la delibera. L'authority olandese ha evidenziato che «attualmente i porti delle nazioni vicine beneficiano di tutti i tipi di sostegno da parte dei loro rispettivi governi, cosa di cui il porto di Rotterdam deve fare a meno. Ed è improbabile - ha rilevato l'Autorità Portuale - che nei prossimi anni questa situazione cambi. Qualora l'Autorità Portuale dovesse diventare soggetta alla tassazione sulle società, ciò porrebbe ulteriore pressione sulla posizione competitiva di Rotterdam. Se la Port of Rotterdam Authority non si oppone al pagamento dell'imposta sulle società in quanto tale, ritiene tuttavia che in Europa nel settore portuale dovrebbero sussistere condizioni di reale parità».
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