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La Commissione Europea apre un'indagine sulle esenzioni fiscali concesse ai porti olandesi
Sotto esame anche altri scali portuali del Northern Range, con richieste di informazioni inviate a Francia, Belgio e Germania
9 luglio 2014
Molta della forza dell'industria logistica olandese deriva dai benefici fiscali riservati alle imprese de settore. Per questo l'annuncio odierno della Commissione Europea di aver avviato un'indagine per verificare se le esenzioni fiscali concesse dall'Olanda alle public company, inclusi gli operatori portuali, sono conformi alle norme UE sugli aiuti di Stato è fonte di preoccupazione per Amsterdam. La Commissione ha spiegato di temere che le esenzioni accordate ad alcune società soltanto perché sono di partecipazione pubblica possa conferire loro un vantaggio rispetto ai concorrenti.
La Commissione UE ha annunciato inoltre che sta separatamente raccogliendo informazioni sul carico fiscale dei porti di altri Stati membri e che, in particolare, ha informato la Francia e il Belgio circa le proprie preoccupazioni per quanto riguarda la tassazione dei rispettivi porti nazionali e che ha chiesto alla Germania di fornire ulteriori informazioni al fine di verificare che non vi siano vantaggi competitivi indebiti concessi ai porti tedeschi.
«Un'equa concorrenza - ha commentato il vicepresidente della Commissione Europea, Joaquín Almunia, responsabile della concorrenza - è fondamentale per tutti gli operatori del mercato. La Commissione deve quindi verificare che le public companies, compresi gli operatori portuali, non abbiano nei Paesi Bassi un trattamento fiscale più favorevole rispetto ai loro concorrenti privati. Inoltre ci dovrebbe essere una parità di condizioni tra i porti dell'UE ed è pertanto importante fare in modo che le norme sugli aiuti di Stato siano rispettate in tutti gli Stati membri».
La Commissione Europea ha ricordato che, a seguito di alcune denunce, nel maggio 2013 ha chiesto all'Olanda di abolire le disposizioni fiscali che esentano alcune imprese pubbliche dall'obbligo di pagare l'imposta sulle società in quanto, secondo Bruxelles, tali disposizioni possono favorire selettivamente le aziende pubbliche rispetto ai loro concorrenti privati in violazione delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato. La Commissione ha spiegato che le autorità olandesi hanno espresso l'intenzione di assoggettare le aziende pubbliche all'imposta sulle società, mantenendo però una serie di eccezioni, in particolare per i cinque porti di Rotterdam, Amsterdam, Zeeland, Groningen e Moerdijk.
Nel 2013, inoltre, la Commissione Europa ha inviato di propria iniziativa un questionario a tutti gli Stati membri al fine di tracciare una migliore panoramica dei sistemi di tassazione delle aziende applicabili ai porti. La Commissione ha reso noto di essere venuta a conoscenza di possibili vantaggi fiscali concessi a porti di proprietà pubblica e privata in diversi Stati UE, che in alcuni Stati i porti non sono soggetti ad imposte societarie, ma ad un regime fiscale alternativo che potrebbe essere più favorevole, e che in altri Stati i porti non pagano tutte le imposte sulle imprese perché sono in perdita. Questo - ha rilevato Bruxelles - solleva interrogativi sul fatto che il finanziamento pubblico di tali porti, ad esempio con la ricorrente compensazione delle loro perdite, rispetta le norme UE sugli aiuti di Stato. Per ottenere informazioni al riguardo la Commissione ha inviato lettere al Belgio e alla Francia, quale prima azione per assicurarsi che i porti in queste nazioni non beneficino di ingiustificati vantaggi fiscali, nonché alla Germania, i cui porti sembrano essere soggetti all'imposta sulle società, ma la Commissione ha chiesto ulteriori informazioni riguardanti alcuni porti tedeschi per assicurarsi che non ricevano indebiti vantaggi competitivi.
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