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Tung (OOIL): nei prossimi anni una crescita non esaltante e limitate rese degli investimenti potrebbero diventare la norma
Il gruppo di Hong Kong ha archiviato il primo semestre di quest'anno con una perdita netta di -56,7 milioni di dollari
8 agosto 2016
La Orient Overseas (International) Ltd. (OOIL), società di Hong Kong che opera nel settore del trasporto marittimo containerizzato attraverso la compagnia integralmente controllata Orient Overseas Container Line (OOCL), ha chiuso il primo semestre del 2016 con una perdita netta pari a -56,7 milioni di dollari USA rispetto ad un utile netto di 238,6 milioni di dollari nella prima metà dello scorso anno.
I ricavi sono diminuiti del -15,9% e sono scesi a 2,56 miliardi di dollari di Hong Kong. La diminuzione del giro d'affari, registrata nonostante l'incremento del +5,5% dei volumi di carico trasportati dalla flotta di portacontainer della OOCL che sono stati pari a 2,9 milioni di teu ( del 22 luglio 2016), è stata determinata dal calo del -21% del livello medio dei noli del primo semestre di quest'anno, calo - ha specificato OOIL - che in alcuni mercati si è tradotto nel livello minimo di ricavi registrato a partire dalla crisi finanziaria globale.
Il risultato operativo conseguito nella prima metà del 2016% è stato di segno negativo e pari a -18,7 milioni di dollari rispetto ad un utile operativo di 271 milioni di dollari nel primo semestre dello scorso anno.
Lamentando che il primo semestre del 2016 «è stato deludente per OOIL», ma sottolineando che OOCL ha tuttavia assunto tutte le misure necessarie per far fronte alle difficoltà dei mercati e che la compagnia è pronta a sfruttare le opportunità che si presenteranno quando si verificherà un'inversione di tendenza, il chairman del gruppo di Hong Kong, C C Tung, a differenza di alcuni manager di altre compagnie del segmento di linea che hanno prospettato una ripresa nel corso del 2017, non ha formulato previsioni in tal senso. Anzi, Tung ha rilevato che, quanto alle prospettive future, nonostante il fatto che sia uscita dal mercato una certa quota di tonnellaggio e che su alcune rotte si sia assistito ad una crescita dei volumi, «se la capacità impiegata continuerà ad essere notevolmente superiore alla domanda - ha osservato - la seconda metà del 2016 sarà impegnativa e difficile».
«Il settore - ha spiegato Tung - continua a far fronte ad uno squilibrio tra domanda e offerta. Se, in termini di percentuale sull'attuale flotta, il portafoglio ordini si prevede scenderà dal 6,7% nel 2017 al 5,5% nel 2018, per il prossimo quinquennio la sfida è dal lato della domanda. Nella migliore delle ipotesi - ha evidenziato il chairman di OOIL - l'economia mondiale sembra promettere poco. Forse gli Stati Uniti hanno superato il loro periodo più difficile di questo ciclo e probabilmente la Cina non incorrerà in una brusca battuta d'arresto. Anche se l'Europa troverà una sua strada dopo la Brexit, il mondo potrebbe doversi assestare su una “nuova normalità” in cui una crescita non esaltante e limitati ritorni sugli investimenti diventeranno la norma, almeno per i prossimi cinque anni. Nel frattempo - ha evidenziato Tung - la polarizzazione delle politiche nazionali, l'ascesa del populismo e la tendenza in molte nazioni al protezionismo potrebbe tradursi in un rallentamento della velocità della globalizzazione».
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