- Dubbi sulle motivazioni della fusione tra l'Autorità Portuale di La Spezia e quella di Marina di Carrara sono stati espressi oggi nel corso dell'incontro organizzato da Confindustria Livorno Massa Carrara sul tema “Porti - 25 anni fa la rivoluzione”, assemblea che è stata la prima dopo il processo di integrazione e fusione fra le associazioni confindustriali di Livorno, Massa e Carrara. In particolare, è stato evidenziato il conseguente indebolimento dell'unico sistema integrato portuale d'Italia, quello toscano, e sono state espresse anche forti perplessità sul congelamento gestionale del porto di Livorno, uno dei principali d'Italia, in attesa ancora di una indicazione certa sul nome del suo presidente, con rischi cogenti anche sugli investimenti in nuove infrastrutture.
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- Secondo il presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, Alberto Ricci, la crisi del territorio, che riguarda comparti importanti come quello delle cave di marmo o le incertezze della siderurgia, con il risultato di tassi di disoccupazione e di disoccupazione giovanile troppo alti (37% a Livorno e 59,8% per Massa Carrara), richiedono alle imprese e a Confindustria di non abbassare la guardia, specie sul fronte degli investimenti e delle opere pubbliche. Di qui anche un'attenzione particolare sui porti. Nell'interrogarsi sulle motivazioni “non note” dell'accorpamento di Marina di Carrara con La Spezia, Confindustria ha posto l'accento sugli effetti negativi derivanti dallo smembramento del sistema portuale toscano e del sistema economico che gravita sui porti. Ricci ha poi denunciato lo stallo nella nomina del presidente di Livorno che sta sortendo l'effetto di condannare il porto a una ordinaria amministrazione con grave pregiudizio sugli investimenti previsti per Marina di Carrara, Livorno e Piombino. Per altro Ricci ha lanciato anche l'idea di una “holding di territorio” per il coordinamento dei grandi progetti.
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- Nel corso della tavola rotonda sul tema della riforma portuale, il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, pur elogiando il meccanismo decisionale centrale sulle scelte di investimento infrastrutturale si è interrogato sui perché dei ritardi nella nomina dei “drivers” ovvero i presidenti che dovranno guidare le nuove autorità di sistema.
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- Marco Conforti, presidente di Assiterminal, ha puntato l'attenzione sulle distonie nei tempi fra il quadro istituzionale e necessità dei privati che - ha sottolineato - stanno investendo più di un miliardo di euro nei porti, ma che nel solo porto di Genova vedono bloccati da burocrazia e problemi amministrativi ben 347 milioni.
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- Il presidente di Fedespedi, Roberto Alberti, ha evidenziato le difficoltà reali di coordinamento della catena logistica.
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- Infine il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, ha posto l'accento sul ruolo chiave che dovrebbe essere svolto dai manager pubblici in un sistema burocratico che spesso scoraggia il “fare” e penalizza chi si assume responsabilità.
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- Concludendo i lavori il vice ministro ai trasporti, Riccardo Nencini, che, nel sottolineare la necessità di costruire piattaforme economiche e quindi logistiche più competitive, ha puntato l'attenzione sulla creazione di una reale sinergia, che oggi non esiste, fra pubblico e quei privati che oggi rappresentano parte predominante per quanto riguarda gli investimenti sia nei porti sia negli aeroporti. Nencini ha espresso anche la convinzione che la scelta del nuovo presidente di Livorno sarà attuata entro la seconda settimana di dicembre.
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