- Il rilancio del sistema portuale della Sicilia orientale, con particolare attenzione ai porti di Siracusa e Augusta. Lo chiedono il Sindacato Attività Portuali di Confcommercio Siracusa e Assoporto Augusta, associazione senza scopo di lucro che raggruppa circa trenta associati tra aziende e operatori portuali megaresi. Esortazione che è rivolta all'amministrazione comunale di Siracusa, proponendo a tale scopo la loro azione sinergica ed esortando il sindaco ad istituire una Consulta comunale sulle tematiche portuali che dovrebbe avere carattere permanente e annoverare tra i componenti il comandante del porto di Siracusa, i rappresentanti degli operatori marittimi, le principali cariche del Comune ed un rappresentante della Regione, ad esempio il dirigente del demanio regionale.
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- «Il porto - ha sottolineato Francesco Diana, presidente del Sindacato Attività Portuali di Confcommercio - non è una infrastruttura che vive da sola, bensì è da considerarsi un organismo vivente che ha bisogno di tutti gli organi vitali e questi organi devono essere messi in grado di coordinarsi tra loro. Finora il porto ha beneficiato solo degli enormi sforzi profusi dall'autorità marittima e dagli operatori portuali. Tuttavia, la sua vita futura non può essere ancora affidata a queste forme di eroismo. Le navi da crociera, quelle grandi, quelle capaci di lasciare nell'indotto e nell'economia della città fino a 200.000 euro a toccata - ha rilevato Diana - non possono arrivare se non opportunamente supportate da una rete infrastrutturale degna di questo nome e da una serie di azioni di marketing mirate e congiunte».
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- Diana ha evidenziato la necessità di istituire una rete informativa permanente in grado di tenere gli operatori costantemente aggiornati su ciò che accade nel porto, per poter lavorare al meglio e far sì che il porto e i suoi organi possano coordinarsi tra di loro. Inoltre ha precisato che la partecipazione della Regione alla Consulta risulta fondamentale perché parte del gettito regionale viene proprio dai traffici marittimi della Baia di Santa Panagia e sarebbe giusto che, in qualche modo, questo gettito ricadesse sull'approdo aretuseo. «La Consulta - ha affermato Diana - rappresenterebbe il luogo ideale di confronto tra gli esperti del settore marittimo, per questo chiedo al Comune, in qualità di presidente del Sindacato Attività Portuali di riprendere, senza ulteriore indugio, il suo iter di istituzione, inspiegabilmente interrotto nel 2014».
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- Se la recente riforma del governo in materia portuale non ha toccato direttamente il porto di Siracusa, che non è stato posto sotto la gestione delle nuove Autorità di Sistema Portuale, il porto di Augusta è stato invece ricompreso nella giurisdizione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale in cui ricade anche il porto di Catania.
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- Alla luce di ciò, secondo Confcommercio Siracusa e Assoporto Augusta, per il porto di Augusta, al fine di attrarre investimenti e per facilitare la creazione di posti di lavoro, risulterebbe utile trovare un punto di sbarco alternativo per i migranti, prendendo in considerazione altri approdi, come, per esempio, quello di Corigliano Calabro o come i pontili Nato e della base di MariSicilia della Marina Militare.
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- Marina Noè, neopresidente di Assoporto Augusta, ha ricordato che il porto di Corigliano Calabro, rispetto allo scalo megarese, non ha traffici industriali né commerciali, si trova sul Golfo di Taranto e per questi motivi sarebbe il porto più consono a ricevere i migranti: «non sono - ha specificato - tra quelli che pensano che non bisogna accogliere i migranti. Fosse per me abbatterei ogni frontiera, ma di certo tutto questo scoraggia e blocca le attività degli operatori al porto commerciale. Nei giorni scorsi, infatti, imprenditori che cercano di portare lavoro ad Augusta e che fanno anche spedizioni all'estero non hanno potuto utilizzare le banchine dello scalo megarese perché erano impegnate con le navi di soccorso».
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