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Accordo Fincantieri-STX, il sindacato francese CGT accusa il governo di Parigi di proseguire la deindustrializzazione del Paese
Giudizio positivo della Uilm sull'intesa. Fiom-Cgil attende di conoscere i patti parasociali tra le aziende
28 settembre 2017
Se l'accordo raggiunto ieri nel corso del vertice intergovernativo tra Francia e Italia sull'ingresso della Fincnatieri nell'azionariato della STX France, che assegna all'azienda navalmeccanica italiana il 50% del capitale della società transalpina più un ulteriore 1% in “prestito” dallo Stato francese, sembra più soddisfare gli obiettivi del governo di Parigi, che aveva in precedenza proposto una partecipazione 50:50 poi bocciata dall'esecutivo italiano, piuttosto che i propositi di parte italiana di ottenere lo stabile controllo dell'azienda francese di Saint-Nazaire attraverso il precedente accordo per acquisirne il 67% del capitale poi disatteso dal governo francese, al sindacato francese CGT l'intesa non è sembrata così «equilibrata» come sottolineato dai due governi.
Ieri non è stata sancito solo l'accordo “prematrimoniale” tra Fincantieri e STX France, ma anche l'intesa per la fusione tra la francese Alstom e la tedesca Siemens. Una coincidenza non casuale per l'organizzazione sindacale francese GCT (Confédération Générale du Travail) che, evidenziando che le due operazioni coinvolgono società francesi che «non sono in difficoltà economiche o finanziarie», ha denunciato «la scelta del governo di proseguire la deindustrializzazione del Paese»
L'intesa raggiunta ieri dai governi di Italia e Francia include anche un impegno delle parti ad approfondire la cooperazione navale in campo militare in vista della costituzione di un'alleanza tra Fincantieri e Naval Group, il gruppo navalmeccanico francese (ex DCNS) che opera nel settore della difesa. L'accordo prevede a breve la creazione di un comitato di alto livello composto da rappresentanti dei due governi e da dirigenti delle due imprese che sarà incaricato di proporre entro giugno 2018 modalità pratiche per l'intesa tra le due aziende, in particolare per quanto riguarda la struttura, la governance, il quadro finanziario e le politiche pubbliche per appoggiare tale alleanza.
A tal proposito, secondo il sindacato CGT, «con questa alleanza con l'Italia, lo Stato francese, non solo sottrae know-how e status ai dipendenti, ma organizza anche la concorrenza tra il Naval Group e il cantiere navale di Saint-Nazaire. Tutto questo per i fini politici europeisti, senza alcuna preoccupazione per lo sviluppo, pure possibile, di una filiera navale francese, civile e militare».
«Sappiamo - ha rilevato il sindacato francese - che la Francia ha bisogno di capacità industriali per costruire navi di tonnellaggio elevato per la Marina Francese. Le necessità del settore navale civile sono altrettanto importanti e attualmente sono in gran parte soddisfatte all'estero. Esistono soluzioni francesi che comportano investimenti in attrezzature industriali, in particolare nel porto di Brest, che potrebbe accogliere la costruzione di navi militari su larga scala piuttosto che snaturare, come prevedibile, la vocazione civile del cantiere navale di Saint-Nazaire. Con un portafoglio ordini al completo per i prossimi dieci anni - ha specificato il sindacato - potrebbe aumentare ulteriormente il proprio carico di lavoro concentrandosi su una tanto attesa diversificazione senza competere con il Naval Group in campo militare».
«Non è - ha evidenziato la CGT - di un pseudo-Airbus navale che il nostro Paese ha bisogno, ma di una vera strategia industriale nazionale che risponda alle sfide economiche, sociali e ambientali del ventunesimo secolo. Una strategia che parta dalla risposta alle molteplici esigenze della costruzione di nuove navi sino al loro smantellamento, passando per la loro riparazione. I nostri stabilimenti industriali e il know-how dei dipendenti sono in grado di soddisfare queste aspettative ed hanno solo bisogno di essere sviluppati. La nostra industria e i lavoratori che la compongono non possono essere sacrificati sull'altare degli appetiti capitalistici e delle manovre politiche».
Da parte sindacale italiana un giudizio positivo sull'accordo per Fincantieri e STX France è stato espresso dal segretario generale della Uilm: si tratta - ha rilevato Rocco Palombella - del «risultato che il sindacato aveva auspicato, perché conferma la partecipazione maggioritaria di Fincantieri in STX France. Si tratta - ha aggiunto - di un passo importante verso la costituzione di un grande polo europeo della cantieristica navale dove il sistema dell’industria nazionale svolgerà un ruolo di guida in ambito europeo ed internazionale». Secondo Paolombella, l'accordo rappresenta «una soluzione tra le parti giusta, concreta ed equilibrata che premia la costanza e determinazione della cantieristica italiana, soprattutto nel settore civile».
«Siamo fiduciosi - ha proseguito il segretario generale della Uilm - che dopo questo risultato nel settore civile si possano presto anche determinare le condizioni per un polo militare della cantieristica navale dove il nostro Paese potrà avere un ruolo di rilievo con il pieno coinvolgimento delle principali aziende del settore specifico».
Per Fabrizio Potetti, responsabile Fiom-Cgil per Fincantieri, prima di esprimere un giudizio positivo definitivo sull'acquisizione della maggioranza di STX France da parte di Fincantieri è bene attendere «di conoscere i patti parasociali sottoscritti tra le aziende. Bene invece - ha precisato - il rinvio delle decisioni sulla parte militare, ma adesso - ha sottolineato Potetti - investire è la priorità».
«I patti parasociali sottoscritti per la gestione delle attività civili - ha osservato Potetti - ci diranno effettivamente come stanno le cose per i lavoratori italiani, mentre sulle attività militari il rinvio consente di procedere con molta più prudenza di quanto fatto sinora dal governo, su un terreno molto pericoloso».
«Per quanto riguarda gli assetti della nuova società, così come abbiamo detto dall'inizio - ha aggiunto il rappresentante della Fiom-Cgil - è il momento di aprire una grande vertenza complessiva sugli investimenti in Italia. Solo massicci investimenti nei cantieri italiani e un contributo forte delle istituzioni nella realizzazione di nuove infrastrutture e la modernizzazione dei bacini, potranno consentire alla parte italiana di giocare bene la sfida della competitività».
«L'Airbus dei mari - ha concluso Potetti - non la si fa con i cantieri italiani in queste condizioni. E per non farla fare ad altri che oggi entrano da falliti, ma che in futuro facendo pesare il loro sistema paese potrebbero mettere in difficoltà l'azienda, come Fiom lavoreremo da subito per stimolare il governo, le istituzioni tutte e Fincantieri ad un grande piano di investimenti in Italia».
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