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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti scrivono al ministro Toninelli sollecitando misure urgenti per Genova e il suo porto
Già oggi - hanno segnalato Rocchi, Piras e Tarlazzi - ci risulta che alcune compagnie di navigazione sarebbero in procinto di spostare i traffici
12 settembre 2018
I segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Alessandro Rocchi, Antonio Piras e Claudio Tarlazzi, hanno inviato una lettera al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, evidenziando la grave situazione di Genova dopo il crollo a metà agosto del viadotto autostradale Morandi e sollecitando misure urgenti per sostenere il porto e l'economia della città e del territorio.
«Il drammatico crollo del Ponte Morandi a Genova - hanno scritto Rocchi, Piras e Tarlazzi - ha provocato la morte di decine di persone e tanti feriti ed inflitto un duro colpo alle attività produttive con ricadute sul piano occupazionale. Senza contare i pesanti disagi sofferti da cittadini e da intere famiglie che hanno dovuto lasciare la propria abitazione. La situazione venutasi a determinare dopo il disastro rischia di infliggere alla città di Genova ed al suo tessuto economico e sociale, un ulteriore e grave nocumento, se non si affrontano rapidamente tutte le questioni inerenti le attività industriali legate al porto con particolare attenzione ai temi del lavoro e agli standard di sicurezza dei lavoratori nel settore della logistica e del trasporto delle merci, anche al fine del mantenimento dei volumi produttivi e della continuità lavorativa».
«Va altresì sottolineato - hanno sottolineato i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali - quanto sia strategico il sistema della mobilità delle persone e delle merci di quel territorio, le cui ricadute negative finirebbero con incidere in modo significativo sull'intera economia del paese. Pertanto la ricostruzione del ponte è elemento essenziale da garantire in tempi rapidi ed urgenti. Emerge, altresì, con forza la necessità di una decretazione d'urgenza ed una unità di crisi per affrontare tutte le necessarie azioni volte a sostenere economicamente il lavoro e le imprese impegnate a rispettare i tempi per la consegna delle merci e per la mobilità delle persone. Inoltre, prevedere un provvedimento volto a garantire degli ammortizzatori sociali, utili a gestire le crisi aziendali già aperte sul territorio e le eventuali future.
«Tra i maggiori costi, a titolo esemplificativo e non esaustivo - hanno specificato Rocchi, Piras e Tarlazzi - vanno annoverate maggiori assunzioni di personale, maggiori costi del lavoro per una operatività che necessariamente dovrà articolarsi sulle h24 quindi con maggiorazioni retributive per lavoro in orario notturno, maggiori costi sul consumo del carburante per percorsi più lunghi, necessità di sostenere il trasporto su ferrovia».
«Già oggi - hanno sottolineato i segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - ci risulta che alcune compagnie di navigazione sarebbero in procinto di spostare i traffici, con l'ulteriore preoccupazione rappresentata dalla politica aggressiva che i porti del nord Europa stanno intraprendendo per sfruttare la situazione a loro vantaggio».
Rocchi, Piras e Tarlazzi hanno precisato di non ritenere «invece necessario intervenire attraverso una deroga sulla sospensione della normativa vigente (regolamento europeo CE 561/06 e 165/2014), che regola l'uso del cronotachigrafo digitale e prevede disposizioni in materia di orario di guida, di lavoro e di riposo degli autisti addetti alla guida degli automezzi di trasporto merci e persone, ciò in quanto avrebbe un effetto peggiorativo sulle condizioni di sicurezza sul lavoro e di salute dei lavoratori, i cui effetti si riverbererebbero direttamente sulla sicurezza stradale».
«Fermo restando il carattere di urgenza di tali provvedimenti - hanno concluso nella lettera Rocchi, Piras e Tarlazzi - le segreterie nazionali della Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti si rendono disponibili ad un confronto per ricercare ulteriori e possibili soluzioni che possano dare un solido e fattivo contributo».
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