- Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ai presidenti di Camera e Senato ed a tutti i parlamentari calabresi per protestare contro l'ipotesi di modificare la giurisdizione dell'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale, Jonio e dello Stretto, individuata con la riforma della normativa portuale del 2016, sottraendole dalla portata della sua amministrazione e gestione, che comprende gli scali portuali di Gioia Tauro, Crotone, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Milazzo, Tremestieri e Vibo Valentia, i porti calabresi di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, oltre che il porto siciliano di Messina, tre scali verrebbero inclusi nella giurisdizione di una nuova AdSP.
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- «Siamo venuti a conoscenza - hanno scritto Mario Oliverio, Giuseppe Falcomatà e Giovanni Siclari - che è stato presentato al Senato dal relatore un emendamento al disegno di legge fiscale 886, che modifica l'assetto attuale dell'Autorità di Sistema di Gioia Tauro secondo cui verrebbe ad essere istituita una nuova Autorità di Sistema Portuale che includerebbe anche i porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni scorporandoli dalla Autorità Portuale di Gioia Tauro. La Regione Calabria, la Città Metropolitana ed i Comuni di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni - hanno spiegato i rappresentati delle tre istituzioni calabre - non condividono questa ipotesi per evidenti motivi, come si è avuto modo di segnalare allorché sono venute fuori le prime indiscrezioni di stampa e come si è avuto modo di evidenziare direttamente al sig. ministro delle Infrastrutture Toninelli nel recente incontro del 8 novembre con il presidente della giunta regionale».
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- Oliverio, Falcomatà e Siclari hanno specificato che la loro contrarietà a questa ipotesi è dovuta a «motivi territoriali operativi: la gestione di investimenti ed operazioni in porti cruciali della Calabria, come Reggio e Villa - hanno chiarito - non sarebbe uniformata agli standard provenienti da una sola Autorità di Sistema, per cui qualunque investitore e/o operatore si troverebbe ad avere differenti procedure, prassi, etc. Il tema - hanno sottolineato - è particolarmente grave perché va in direzione opposta rispetto al processo di semplificazione più volte nel Paese da tutti richiesto. La separazione dei porti di Villa e Reggio introdurrebbe un chiaro ed evidente percorso di complicazione andando contro le evidenti best practice da tutti richiamate. Sarebbe ancor più grave nel momento in cui si sta procedendo ad uniformare tutte le procedure in un unico sportello omogeneo per tutto il territorio regionale».
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- Inoltre Oliverio, Falcomatà e Siclari hanno addotto «motivi di continuità gestionale e di programmazione strategica: la gestione del porto di Villa - hanno precisato - verrebbe ad essere bruscamente interrotta dopo anni di piena integrazione nel sistema della Autorità Portuale di Gioia Tauro e della Calabria; integrazione che ha portato allo sviluppo di un progetto di controllo telematico cofinanziato dalla Commissione Europea. Il controllo telematico non può che essere coordinato con Gioia Tauro avendo così la possibilità di riorganizzare le soste dei veicoli pesanti ed, in seconda fase, dei leggeri, in code virtuali, se del caso lungo l'autostrada, alleggerendo il carico di congestione nella città di Villa. Il coordinamento con Gioia Tauro - hanno inoltre spiegato - permette di affrontare in modo compiuto la questione della delocalizzazione degli approdi, riorganizzando il traffico merci attualmente insistente nei perimetri dei porti di Reggio e Villa in un nuovo sito come da lungo tempo atteso dai cittadini, riorganizzando gli approdi attuali con le destinazioni qualificanti concordate tra Regione, Città metropolitana e Comuni e in stretta sinergia con gli altri porti della Calabria. Il porto di Villa può assumere le funzioni che consentano il miglioramento della qualità della vita e del benessere dei cittadini».
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- Il governatore della Calabria e i due sindaci hanno anche rilevato che sussistono «motivi di integrazione economica e sociale del porto europeo (Comprehensive) di Reggio Calabria con gli altri porti previsti dal Piano regionale nell'ambito del comune di Reggio Calabria, cui associare funzioni coordinate. Nel quadro complessivo dei porti della Calabria - hanno osservato - Reggio può e deve avere un ruolo centrale relativamente alla domanda crocieristica largamente inespressa. A Reggio vengono assegnate nel quadro dei porti della Calabria funzioni di leadership territoriale ed in particolare per la Calabria del Sud nella sua rinnovata vocazione a partire dal Museo Nazionale. La sinergia tra il porto di Reggio (turistico crocieristico) e quello di Gioia Tauro verrebbe ad essere bruscamente interrotta sul nascere tarpando le ali al progetto di sviluppo della Calabria stessa».
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- Oliverio, Falcomatà e Siclari hanno denunciato inoltre la «gracilità economica di una nuova Autorità che non avrebbe al suo interno nessun porto “core” delle reti europee TEN-T e quindi sarebbe necessariamente nei fatti scalata in una condizione di assoluta marginalità negli interscambi internazionali. La nascente Autorità di Sistema - hanno evidenziato - andrebbe al di sotto di tutti gli standard internazionali per i porti di nuova generazione, mantenendo un profilo solo localistico connesso alla gestione del traffico sullo stretto ed al ro-ro nazionale».
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- Sono stati richiamati anche motivi di ordine economico e giuridico relativamente allo sviluppo della ZES Calabria e per quanto riguarda la ZES nella città metropolitana: «la ZES - hanno spiegato - perderebbe il quadro unitario e di sviluppo sostenibile che si è disegnato sin dalla sua prima proposizione e che si è studiato e individuato come mission principale nel programma strategico e in tutte le consultazioni svolte con enti locali, sindacati, associazioni datoriali e sociali, università. Tali motivi produrrebbero gravissimi danni nei comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni che vedrebbero aree ZES gestite da enti diversi con procedure diverse andando quindi verso decise forme di complicazione procedurale che sarebbero opposte ai principi costitutivi delle ZES cosi come enunciati nel decreto ministeriale 91. Nella sostanza, secondo quanto previsto per le aree ZES all'interno dei due porti le stesse aree sarebbero gestite in condominio per alcuni aspetti dal presidente della nuova Autorità e per altri aspetti dal presidente di Gioia Tauro inserendo così un duopolio che potrebbe bloccare qualunque decisione. Il progettato duopolio, così come da emendamento - hanno rilevato Oliverio, Falcomatà e Siclari - potrebbe innescare anche problemi decisionali in tutte le altre aree ZES della Calabria bloccando sul nascere la ZES Calabria che è stata la prima in Italia ad essere proposta, la prima a presentare il programma strategico che si vedrebbe cosi arenata in dibattiti amministrativi che ne bloccherebbero qualunque efficacia facendo muovere le imprese verso altre collocazioni territoriali».
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- Per queste ragioni Oliverio, Falcomatà e Siclari hanno ribadito la loro netta contrarietà alla separazione di due infrastrutture portuali calabresi, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, «che - hanno evidenziato - nel sistema portuale regionale hanno un ruolo fondamentale e strategico. I rappresentanti delle tre istituzioni calabresi hanno concluso specificando che «la Regione e gli enti locali interessati assumeranno tutte le iniziative utili per garantire l'integrità del sistema portuale calabrese».
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