- «A più di due anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo 4 agosto 2016, n.169, che ha cambiato il volto delle 24 Autorità Portuali trasformandole in 14 Autorità di Sistema, è arrivato il momento di dotare le Autorità di Sistema Portuale di nuovi strumenti di governance e sfruttare le potenzialità che i singoli porti dell'arco tirrenico sono in grado di sviluppare per offrire un'offerta logistica adeguata». Lo ha affermato il presidente dell'AdSP del Mar Tirreno Settentrionale, Stefano Corsini, aprendo oggi a Livorno il convegno dal titolo “Un progetto di collaborazione fra AdSP del Mar Tirreno e Ligure”, incentrato sul ruolo delle nuove AdSP e sulle sinergie che possono essere create con l'obiettivo di “fare sistema” pervenendo ad un modello competitivo verso i porti del Nord Europa, che è stato promosso da Federmanager Livorno, Liguria e Roma.
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- Circa l'ipotesi di collaborazione tra le authority portuali del Mar Tirreno e del Mar Ligure e la domanda se i porti Genova, Livorno, Civitavecchia, La Spezia possono o non possono rappresentare un grande, polivalente unicum sul mercato globale, il presidente dell'AdSP del Mar Tirreno Centro-Settentrionale, Francesco Maria Di Majo, ha risposto positivamente: «i quattro sistemi portuali - ha affermato - non soltanto possono, ma devono poter sviluppare nuove sinergie che li portino ad avere una posizione unitaria su una serie temi importanti, a cominciare per esempio da quello dell'applicazione dei regolamenti e delle normative». Di Majo ha fatto riferimento in particolar modo alle sfide poste dal regolamento UE 2017/352 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2017, che istituisce un quadro normativo per la fornitura di servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti, che - ha rilevato - «deve poter essere affrontato da parte dei porti italiani, e nella fattispecie, da quelli del Mar Tirreno e Ligure, in modo uniforme».
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- Specificando che «il decreto legislativo 160 ha cambiato in meglio il sistema di governance delle Autorità Portuali», la presidente dell'AdSP del Mar Ligure Orientale, Carla Roncallo, ha sostenuto che «ora si tratta di guardare avanti e di valutare se, su alcuni temi come quello della promozione, non possano essere trovate nuove alleanze che ci consentano di fare sistema nelle fiere internazionali. Trovo molto interessante - ha aggiunto - l'obiettivo finale di questo percorso, che è quello di attrarre nuovo traffico, diventando ancora più competitivi rispetto ai porti del Northern Range».
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- «L'aumento dei traffici sul bacino del Mediterraneo, la Via della Seta e lo sviluppo dei Paesi dell'Africa - ha osservato nel suo intervento il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi - pongono nuove sfide ai nostri porti. La sinergia delle Autorità Portuali sarà determinante nei prossimi anni. Credo - ha concordato Rixi - che l'arco Tirrenico possa fare sistema e individuare politiche comuni che portino a individuare nuovi bacini di traffico, consolidando così la capacità di penetrazione commerciale non solo in Padania, ma anche Oltralpe».
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- Il vice ministro si è soffermato anche sui temi della semplificazione amministrativa, evidenziando che «le AdSP devono avere la possibilità di fare gli investimenti in tempi rapidi», e del marketing nazionale, auspicando che i porti italiani si muovano all'unisono e non in competizione tra di loro, nonché sul tema delle concessioni e della possibilità di una loro agevole revoca nel caso di performance non soddisfacenti: «è chiaro - ha sottolineato - che tenere ferma una concessione che non dà nulla è un danno per una economia nazionale».
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- Sul tema della trasformazione delle Autorità Portuali in Spa, Rixi ha affermato che «o noi in Italia diciamo che i porti hanno strumenti diversi rispetto a quelli dell'ente pubblico non economico o saremo sempre in sofferenza». Per Rixi l'ente pubblico non economico è una struttura «fotografica» che «analizza se in un determinato momento sono stati rispettati determinati parametri e se la procedura è corretta», ma il vero obiettivo da traguardare non è quello di realizzare la migliore procedura senza poi riuscire a realizzare l'opera, ma di riuscire a realizzare l'opera con una procedura che consenta di farlo. «Le Spa pubbliche - ha spiegato - sono più flessibili. Sia chiaro, non sono innamorato del modello società per azioni. Però a me interessa arrivare a raggiungere il risultato, che è quello di avere meccanismi più flessibili di gestione delle priorità all'interno di un perimetro prevalentemente pubblico».
- Sulla questione dei presunti aiuti di Stato ad Autorità Portuali italiane su cui presto l'Unione Europea potrebbe esprimersi, Rixi ha precisato che il governo ha «un'interlocuzione aperta con l'UE. Ma - ha aggiunto - se la Commissione Europea dovesse alla fine emettere il verdetto e considerare le Autorità Portuali come imprese esercenti attività economiche, ci troveremmo nella condizione di non poter più finanziare più le Autorità Portuali».
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