- Il licenziamento collettivo dei 210 lavoratori della Cagliari International Container Terminal (CICT), la società del gruppo Contship Italia che gestisce il terminal per contenitori al Porto Canale di Cagliari, è giunta come un fulmine, se non proprio a ciel sereno, ad allarmare ulteriormente le organizzazioni sindacali per la sorte dei lavoratori della società terminalista e di quelli che operano nell'indotto. La decisione del consiglio di amministrazione della CICT di ricorrere al licenziamento collettivo è stata resa nota venerdì dal quotidiano “L'Unione Sarda”, che ha specificato come questa proposta debba essere ratificata dall'assemblea dei soci dell'azienda, convalida che sembra scontata.
-
- Che per CICT sia stata decisa la cessazione dell'attività lo conferma anche una nota di giovedì della compagnia di navigazione tedesca Hapag-Lloyd che ha comunicato di «essere costretta a cessare con effetto immediato l'accettazione di carichi da e per Cagliari in quanto CICT, il terminal operator di Cagliari, ha smesso di servire navi portacontenitori».
-
- Fit Cisl ha accolto la notizia «con stupore»: il segretario regionale dell'organizzazione sindacale, Corrado Pani, ha sottolineato che il Cda di CICT «avrebbe preso la decisione di licenziare i lavoratori dipendenti dell'impresa CICT, concessionaria del terminal container di Cagliari, nonostante le rassicurazioni avute nell'ultimo incontro del 20 maggio scorso dal responsabile del personale Trevisan. In un momento così delicato, che tiene con il fiato sospeso centinaia di lavoratori e loro famiglie - ha denunciato Pani - licenziamento equivale a una pugnalata alle spalle dopo mesi e mesi di sacrifici e di lavoro a singhiozzo e stipendi non pagati».
-
- «I licenziamenti prospettati - ha specificato il rappresentante della Fit Cisl - non riguardano solo i lavoratori della CICT ma colpiscono tutta l'intera economia del territorio; 210 licenziamenti significano famiglie senza salario e significa un'inevitabile ricaduta su tutte le attività economiche della regione per non parlare delle ripercussioni sulle centinaia di lavoratori indiretti e dell'indotto».
-
- «La pazienza, la tenacia e il senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali, ma soprattutto dei lavoratori - ha proseguito Pani - sono stati vanificati dall'arroganza dalla presunzione e da una cieca visione d'insieme dell'azienda che in silenzio da diversi mesi, non avendo altra strategia e alcun piano industriale di rilancio, solo ora dopo la grande mobilitazione dei portuali di giovedì 6 impone questa drastica soluzione».
-
- «Come Cisl Trasporti - ha concluso Pani - confidiamo che l'incontro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del prossimo 13 giugno sia decisivo e risolutore nel trovare soluzioni positive al caso. Per la Fit Cisl e i lavoratori non è la fine ma solo l'inizio di una vertenza che porteremo avanti fino a quando non sarà garantita ai lavoratori la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali ma soprattutto, venga evitato, che la grande professionalità e competenza delle maestranze portuali sia dispersa e fatta uscire dal sistema porto. Vogliamo vivere di lavoro e non di ammortizzatori sociali».
-
- L'immediato insediamento di « un tavolo di crisi con il governo per la difesa del lavoro e dell'economia dell'intera Regione Sardegna, considerando l'importanza ed il valore che il porto di Cagliari rappresenta per lo stesso territorio insulare», per far fronte alla crisi della CICT al porto di Cagliari, è stato chiesto dal segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, invito che è stato lanciato da Colombo prima che fosse nota la decisione del consiglio di amministrazione della società terminalista di ricorrere al licenziamento collettivo.
|