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ECSA, ETF, ICS e IATA chiedono all'UE e ai governi mondiali di adottare misure urgenti per facilitare i cambi degli equipaggi delle navi
Tra le richieste, quella di designare a questo scopo un numero specifico e limitato di aeroporti vicini alle principali rotte di navigazione
15 aprile 2020
Esprimendo apprezzamento per la recente pubblicazione da parte della Commissione Europea di linee guida per la protezione della salute e il rimpatrio dei marittimi, dei passeggeri e di altre persone a bordo delle navi ( del 9 aprile 2020), oggi l'associazione degli armatori europei ECSA e la federazione europea dei lavoratori dei trasporti ETF hanno chiesto all'UE un'azione coordinata e urgente per facilitare i cambi degli equipaggi al fine di assicurare che l'industria dei trasporti marittimi e i suoi lavoratori possano svolgere il loro ruolo nel sostenere l'economia europea nella massima misura possibile e che gli impatti sociali, operativi ed economici della crisi determinata dalla pandemia del virus Covid-19 siano ridotti il più possibile.
In una lettera inviata al commissario europeo per i Trasporti, Adina Vălean, al commissario europeo per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, al commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, al commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, e all'alto rappresentante dell'UE, Josep Borrell Fontelles, l'ECSA e l'ETF hanno manifestato grande favore per la comunicazione della Commissione Europea dell'8 aprile scorso, anche perché ha riconosciuto e incluso negli orientamenti la necessità di un'ampia definizione dei lavoratori marittimi.
L'European Community Shipowners' Associations (ECSA) e l'European Transport Workers' Federation (ETF) hanno concordato sul fatto che gli orientamenti risolveranno problemi specifici derivanti da misure imposte unilateralmente da diversi Stati membri e impediranno l'insorgenza di nuove difficoltà. Le due organizzazioni hanno sottolineato che le misure che non sono in linea con le nuove linee guida, infatti, ostacolano gravemente la circolazione dei lavoratori del trasporto marittimo, compresi i marittimi che devono raggiungere le loro navi ed essere rimpatriati al termine dei loro turni di servizio.
Pertanto l'ECSA e l'ETF hanno chiesto aiuto ai commissari europei per presentare al Consiglio dell'Unione una proposta concreta di accordo politico relativo ai porti designati per lo sbarco e il cambio dell'equipaggio, in linea con le condizioni stabilite (tra l'altro diffusione geografica, capacità, prossimità strutture sanitarie e aeroporti internazionali).
Inoltre le due organizzazioni hanno messo in evidenza ai commissari l'urgente necessità di rimpatriare i marittimi europei che sono attualmente bloccati in Paesi terzi o su navi che non sono state in grado di ottenere il permesso di attraccare. ECSA ed ETF hanno specificato che, a tal fine, l'assistenza del Servizio europeo per l'azione esterna contribuirebbe sicuramente a garantire che i casi possano essere trattati collettivamente laddove possibile.
Oggi anche l'International Chamber of Shipping (ICS) e l'International Air Transport Association (IATA) hanno chiesto che a livello mondiale i governi adottino misure urgenti per facilitare i cambio di equipaggio a bordo delle navi, in quanto ogni mese circa 100.000 marittimi imbarcati su navi mercantili devono essere rimpiazzati da altri equipaggi per garantire il rispetto delle normative marittime internazionali a tutela della sicurezza, della salute e del benessere dei lavoratori del mare, mentre con le attuali restrizioni ai viaggi imposte dai governi a causa della pandemia non c'è disponibilità di voli per rimpatriare o posizionare il personale marittimo.
IATA e ICS hanno reso noto che per sbloccare la situazione stanno collaborando per presentare soluzioni sicure e pragmatiche che i governi possano attuare per facilitare i cambi di equipaggio in determinati aeroporti. In particolare, le due organizzazioni hanno esortato tutti i governi a designare un numero specifico e limitato di aeroporti per i cambio degli equipaggi e per la loro circolazione sicura e il rimpatrio. Questi aeroporti dovrebbero essere vicini alle principali rotte di navigazione che hanno anche collegamenti aerei diretti con i principali Paesi di residenza dei marittimi, come Cina, India e Filippine, nonché con destinazioni nell'Europa occidentale e orientale.
«I marittimi - ha sottolineato il segretario generale dell'ICS, Guy Platten - sono eroi non celebrati che ogni giorno durante questa crisi Covid-19 vanno al di là della chiamata del dovere per garantire che a tutti i Paesi giungano i beni di cui hanno bisogno. Stiamo lavorando con le compagnie aeree per presentare soluzioni. Ora abbiamo bisogno che i governi sostengano i nostri marittimi e facilitino il passaggio sicuro per farli tornare a casa dai loro cari ed essere sostituiti da membri dell'equipaggio pronti a tenere aperte le catene di approvvigionamento».
«Alle compagnie aeree - ha ricordato il direttore generale e CEO della IATA, Alexandre de Juniac - è stato richiesto di tagliare i servizi passeggeri nella lotta alla diffusione di Covid-19. Se i governi identificano gli aeroporti che i marittimi possono utilizzare per i cambi di equipaggio e apportano le opportune modifiche ai protocolli attuali di salute e immigrazione - ha spiegato de Juniac - le compagnie aeree possono aiutare a mantenere in movimento la logistica globale».
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