- Nel secondo trimestre del 2020 le misure di contenimento della pandemia di Covid-19 hanno avuto un pesante impatto sull'attività economica della maggior parte dei Paesi del G20 che hanno registrato cali senza precedenti del prodotto interno lordo a prezzi costanti. L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha reso noto che nel suo complesso il Pil del G20 ha segnato una variazione congiunturale di segno negativo record del -6,9% rispetto al secondo trimestre del 2019 che risulta significativamente più accentuata rispetto al -1,6% rilevato nel primo trimestre del 2009 al culmine della crisi finanziaria.
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- Nel periodo aprile-giugno di quest'anno la Cina è stato l'unica nazione del G20 a totalizzare una crescita del +11,5%, rialzo - ha precisato l'OCSE - che riflette l'inizio precoce della pandemia in questo Paese e la successiva ripresa dell'economia. In tutte le altre economie del G20, nelle quali gli effetti della pandemia hanno cominciato nel periodo a farsi sentire più ampiamente, il prodotto interno lordo si è contratto in media del -11,8%.
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- In particolare, il Pil è sceso in modo drammatico in India (-25,2%), seguita da Regno Unito (-20,4%), Messico (-17,1%), Sud Africa (-16,4%), Francia (-13,8%), Italia (-12,8%), Canada (-11,5%), Turchia (-11,0%), Brasile e Germania (-9,7%), Stati Uniti (-9,1%), Giappone (-7,9%), Australia (-7,0%) e Indonesia (-6,9%). La contrazione è stata meno pronunciata in Corea e Russia (-3,2% in entrambi i Paesi).
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- Nel secondo trimestre del 2020 la variazione tendenziale del Pil nell'area del G20 è stata del -9,1% sul secondo trimestre del 2019, dopo una contrazione anno su anno del -1,7% nel trimestre precedente. Tra le economie del G20, la Cina ha registrato la crescita annuale più elevata (+3,2%), mentre l'India ha registrato il calo annuale maggiore (-23,5%).
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