- Il Comitato Venezia Lavora, associazione il cui obiettivo è di promuovere gli interessi degli operatori e lavoratori che fanno parte del sistema portuale veneziano, ha lanciato un appello al governo e alle istituzioni affinché sia consentita la ripresa delle attività crocieristiche in Italia e a Venezia. Ricordando che le compagnie crocieristiche si stanno riorganizzando per ripartire, tenendo in debito conto l'andamento della pandemia e attraverso l'adozione di severi protocolli per la tutela della salute e della sicurezza dei passeggeri, degli equipaggi, degli operatori e delle comunità cittadine e portuali che operano con le navi da crociera e ospitano i viaggiatori, il Comitato ha sottolineato che il riavvio delle crociere «sarebbe un segnale non solo auspicabile ma anche così atteso da tutta la comunità portuale che potrebbe così rivedere un barlume di speranza per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie».
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- Il Comitato Venezia Lavora ha precisato che, specificamente per Venezia dove le attività crocieristiche sono state al centro di polemiche per il loro contribuito all'inquinamento, la ripartenza potrebbe avvenire sulla base della decisione dell'ultimo Comitatone che ha dato indicazioni chiare: portare la maggior parte delle navi da crociera a Marghera approntando approdi diffusi compatibili con il traffico merci e riservare la Marittima alle navi più piccole, soluzione di breve periodo - ha evidenziato il Comitato - che consentirebbe di riavviare il traffico crocieristico iniziando ad ovviare al passaggio davanti San Marco.
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- «Oggi, che l'arrivo del vaccino e la ripresa dell'economia sono speranze sempre più concrete - ha affermato il presidente del Comitato Venezia Lavora,Vladimiro Tommasini - ci chiediamo se una volta usciti dall'incubo di questa pandemia, i lavoratori del settore crocieristico veneziano avranno la possibilità di riprendere ad operare o saranno ancora ostaggio delle mancate scelte politiche che hanno posto un'ipoteca sul futuro di migliaia di famiglie che da nove anni attendono risposte. Poiché al centro del dibattito sulle grandi navi a Venezia vanno posti, anche e soprattutto, il rispetto e la dignità di tutti quei lavoratori che vivono grazie alla crocieristica e vogliono continuare ad essere un tassello importante della rinascita della nostra amata città e dell'intero territorio veneto».
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- Il Comitato ha denunciato inoltre che «in tutti questi mesi si è parlato di contributi per ristoranti, bar, alberghi, palestre, discoteche, operatori del settore montano ecc. ma nulla è stato studiato per lenire la profonda crisi in cui versano i terminal crociere, molti dei quali si trovano peraltro in questo periodo a dover versare i canoni concessori da parte delle rispettive Autorità di Sistema Portuale che solo in pochi casi hanno ridotto l'onere dell'ammontare dovuto».
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- Ricordando che, con i suoi 1,41 milioni di passeggeri, la crocieristica ha coperto quasi il 3% del Pil dell'economia di Venezia, il vice presidente del Comitato Venezia Lavora, Marco Gorin, ha espresso l'auspicio che «infine che le navi ritornino presto ad essere ospitate presso le banchine del porto crociere di Venezia senza dover difendere il nostro lavoro da ingiustificate minacce che troviamo inaccettabili. Oggi, con la crisi economica innescata dal Covid-19 - ha concluso - abbiamo più che mai bisogno di risposte a soluzioni che non possono più attendere di essere realizzate e soprattutto essere certi che alla ripartenza anche Venezia possa essere della partita e che il nostro porto non venga ingiustamente penalizzato per infondate paure e sterili polemiche il cui unico esito è stato scontato dai lavoratori e dalle loro famiglie».
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