- Il gruppo Contship Italia ha pubblicato oggi la terza analisi sull'efficienza dei corridoi logistici utilizzati per l'import e l'export di merci containerizzate che è stata realizzata in partnership con SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro di studi economici e ricerca parte del gruppo Intesa Sanpaolo) con l'obiettivo di fornire un set di dati aggiornato e preziosi spunti di riflessione agli operatori logistici e alle pubbliche istituzioni, al fine di aiutarli a comprendere e interpretare le aspettative e il livello di soddisfazione di caricatori e ricevitori, così come le opportunità disponibili per migliorare la performance dei principali corridoi logistici di riferimento. Il report sarà presentato in anteprima questo pomeriggio a partire dalle ore 14.00 nell'ambito dell'evento online “Shipping Forwarding & Logistics meet Industry”.
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- L'edizione 2021 del report “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” continua a esplorare come il punto di origine e destinazione dei flussi commerciali, la disponibilità dei servizi marittimi e le infrastrutture logistiche determinino la scelta di corridoi specifici da parte delle 400 imprese manifatturiere italiane localizzate in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - le tre principali regioni italiane per export, che rappresentano il 40% del prodotto interno lordo italiano e più del 50% del totale delle esportazioni del Paese. Il documento rileva che se nel 2019 queste tre regioni hanno totalizzato 478 miliardi di euro di import/export (corrispondenti al 53,2% dell'interscambio italiano con l'estero), dato piuttosto stabile rispetto al 2018 (+0,7%), per il 2020, in base ai dati del solo primo semestre, il commercio estero delle tre regioni potrebbe subire un calo di circa il -15%, effetto del rallentamento dell'economia globale come conseguenza dell'emergenza Covid-19. Nel dettaglio, la Lombardia copre il 29,1% (261 miliardi nel 2019) del commercio estero italiano, il Veneto il 12,6% (113 miliardi) e l'Emilia Romagna l'11,5% (104 miliardi).
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- Relativamente ai porti attraverso cui transitano questi flussi commerciali, il rapporto evidenzia che lo scalo portuale di Genova conferma e rafforza ulteriormente la sua posizione come porto più utilizzato dalle imprese manifatturiere delle tre regioni campione. È stato infatti chiesto alle aziende manifatturiere di indicare quali siano “i due porti principalmente utilizzati per esportare e per importare.” Il porto di Genova è stato citato dall'85% degli esportatori (l'80% nel 2019) e dall'88% degli importatori (era il 73% nel 2019). La Spezia e Venezia vengono citati tra i due porti preferiti rispettivamente dal 17% e dal 33% delle imprese (con il dato di Venezia in forte crescita rispetto al 2019, +19%). Il documento sottolinea inoltre che il dato di Genova arriva a sfiorare (e addirittura raggiungere nel caso dell'import) il 100% per le aziende localizzate in Lombardia. Si attesta al 69% per l'export e al 79% per l'import in Veneto, mentre supera il 90% in export e sfiora l'80% in import nel caso delle aziende emiliane. Quindi - rileva il report - nonostante Venezia resti uno dei principali porti di riferimento per le aziende venete (rientra tra le preferenze del 54% degli intervistati in export e il 46% in import), Genova mantiene il primato di porto maggiormente utilizzato, anche in Veneto. In questa regione, numerose preferenze sono state assegnate anche a Trieste (primo o secondo porto preferito, per il 22% delle aziende venete in export e per il 15% in import). Buona la performance di Venezia anche in Emilia Romagna (il porto viene scelto da circa il 45% delle imprese, sia in export che in import), alla quale si affianca il dato relativo al porto di Ravenna (scelto dal 22% delle aziende in export e 27% in import) e di La Spezia (18% in export e 21% in import).
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