- Le associazioni europee che rappresentano diversi segmenti dei settori dei trasporti e della logistica hanno espresso apprezzamento per le proposte di “Fit for 55”, il nuovo pacchetto climatico dell'Unione Europea il cui obiettivo è di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. In un documento sottoscritto dai rappresentanti di FEPORT (Federation of European Private Port Companies and Terminals), CLECAT (European Association for Forwarding, Transport, Logistics and Customs Services), ESC (European Shippers' Council), SeaEurope (Ships and Maritime Equipment Association of Europe), ESPO (European Sea Port Organization), EBU (European Barge Union), EMPA (European Maritime Pilots' Association), ETA (European Tugowners Association), ECASBA (European Community Association of Ship Brokers and Agents), IWT (European Inland Waterway Transport Platform), Waterborne e UIRR (International Union for Road-Rail Combined Transport), le dodici organizzazioni hanno sottolineato come le proposte europee per il clima rappresentino un passo fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici dell'UE per il 2030, ma hanno sollecitato anche una maggiore messa a punto delle proposte e, soprattutto, un approccio più olistico ed equilibrato nonché coerenza con le altre politiche dell'Unione Europea, in particolare la nuova strategia presentata a fine 2020 per una mobilità sostenibile e intelligente.
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- Tra le modifiche suggerite alle proposte del pacchetto Fit for 55, riferendosi all'obbligo per le navi nei porti di collegarsi alla rete elettrica di terra previsto dal regolamento FuelEU e specificando che è positivo che la proposta di revisione della direttiva europea sulla tassazione dell'energia consenta esenzioni fiscali totali o parziali per l'elettricità fornita alle navi all'ormeggio, FEPORT, CLECAT, ESC, SeaEurope, ESPO, EBU, EMPA, ETA, ECASBA, IWT, Waterborne e UIRR hanno rilevato che un'esenzione totale obbligatoria per l'elettricità in tutti gli Stati membri produrrebbe risultati migliori. Più basso è il prezzo del collegamento alla rete elettrica di terra - hanno spiegato le associazioni - maggiore è la probabilità che gli operatori navali optino per questa soluzione pulita. Le associazioni hanno evidenziato che anche l'applicazione di un'aliquota fiscale più armonizzata in tutta l'UE è essenziale per assicurare condizioni di parità tra i porti dell'Unione.
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- Le dodici associazioni hanno sottolineato inoltre che se l'UE vuole davvero aumentare la diffusione degli impianti di cold ironing nei porti per consentire alle navi di allacciarsi alla rete elettrica di terra, allora la maggior parte dei necessari investimenti dovrebbe essere pubblica.
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- Per FEPORT, CLECAT, ESC, SeaEurope, ESPO, EBU, EMPA, ETA, ECASBA, IWT, Waterborne e UIRR, è poi necessario continuare a garantire la neutralità tecnologica in quanto costituisce un fattore chiave per l'innovazione e, pertanto, il regolamento FuelEU, che incentiva il cold ironing, dovrebbe essere modificato. Secondo le associazioni, infine, un prerequisito essenziale per il successo delle politiche per la diffusione del cold ironing è la coerenza tra le varie proposte di Fit for 55 e l'allineamento di queste proposte con altre politiche dell'UE.
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- Circa la strategia dell'UE per ridurre le emissioni di carbonio, ricordando che, per i settori coperti dal Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), la Commissione Europea cerca di eliminare gradualmente le quote di emissioni per vari settori coperti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (EU ETS) che più di altri sono soggetti alla concorrenza internazionale, incentivando i settori a ridurre le proprie emissioni eliminando le quote a titolo gratuito e nel contempo evitando la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio con l'introduzione di un'imposta sulle importazioni basata sul loro contenuto di carbonio, le dodici associazioni hanno invitato la Commissione UE ad adottare un approccio analogo relativamente ai porti e alle navi, ovvero incentivando questi settori a ridurre le emissioni affrontando al contempo il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.
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- Ricordando poi che con la proposta di direttiva EU ETS il settore marittimo dovrà progressivamente restituire quote per metà delle emissioni prodotte dai servizi marittimi extra-UE e che, nel contempo, il regolamento FuelEU Maritime imporrà limiti all'intensità dei gas ad effetto serra alla metà dell'energia consumata nei servizi marittimi extra-UE, le associazioni hanno rilevato che questa applicazione delle disposizioni di FuelEU e della EU ETS agli scali nei porti dell'UE del traffico marittimo extra-UE potrebbe rendere più appetibili dal punto di vista economico le rotte marittime e gli scali in porti extra-UE, quali ad esempio quelli del Regno Unito, della Russia o del Maghreb, danneggiando di conseguenza la competitività del settore marittimo dell'UE senza produrre realmente una riduzione delle emissioni. FEPORT, CLECAT, ESC, SeaEurope, ESPO, EBU, EMPA, ETA, ECASBA, IWT, Waterborne e UIRR hanno avvertito che, in particolare per il trasporto marittimo short-sea, ciò rappresenterà un ulteriore limite competitivo rispetto a modalità di trasporto meno sostenibili e sarebbe quindi in contraddizione con le politiche di mobilità della Commissione Europea.
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- Le associazioni hanno osservato inoltre che le risorse economiche prodotte dalle varie proposte di Fit for 55 dovrebbero essere impiegate per ridurre le emissioni da parte del settore marittimo e ciò - hanno specificato - in misura maggiore rispetto a quando previsto dalla direttiva EU ETS e dal regolamento FuelEU Maritime.
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