- Il Global Shippers Forum (GSF) teme che l'industria armatoriale possa sfruttare la transizione energetica, e in particolare la proposta avanzata dallo stesso settore per decarbonizzare lo shipping, per innalzare ulteriormente le tariffe di trasporto marittimo che già da tempo hanno superato, e di molto, livelli record. In occasione dell'odierno avvio della 78esima riunione del Marine Environment Protection Committee (MEPC) dell'International Maritime Organization (IMO), che discuterà di un'ulteriore proposta presentata dall'industria armatoriale volta ad introdurre una tassa sul carbonio sul combustibile navale con lo scopo di promuovere la transizione verso carburanti a basse emissioni di carbonio, l'associazione GSF, che rappresenta spedizionieri e caricatori, ha avvertito che la nuova tassa sul carbonio sembra essere destinata ad aumentare i noli marittimi.
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- Il Global Shippers Forum ritiene che nella proposta dell'industria armatoriale siano insiti due rischi. Il primo è che, con la scusa di ritirare dal mercato le navi più vecchie e antieconomiche, le compagnie di navigazione usino la capacità di stiva al fine di innalzare ulteriormente i noli. In secondo luogo GSF teme che le compagnie di navigazione trasferiscano gli ulteriori costi in parte o totalmente sugli spedizionieri attraverso l'applicazione dei diffusissimi Bunker Adjustment Factor (BAF), i coefficienti di variazione del costo del combustibile, e attraverso l'ondata di soprannoli per l'introduzione dei carburanti a basso contenuto di zolfo introdotti nel 2020.
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- «Perdonerete gli spedizionieri - ha messo le mani avanti il direttore del GSF, James Hookham - per aver pensato che la proposta, e il suo esame presso l'IMO, si tradurranno inevitabilmente in noli ancora più elevati. Ciò - ha spiegato - perché l'industria dello shipping dispone di un meccanismo assai efficiente per trasferire i più elevati costi del combustibile sotto forma di BAF, il surcharge per coprire le variazioni del prezzo del carburante. Nelle attuali proposte - ha sottolineato Hookham - ci sono poche rassicurazioni sul fatto che una tassa sul carbonio non si trasformerà in costi aggiuntivi per gli spedizionieri».
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- «Se l'industria dello shipping prende sul serio i meccanismi basati sul mercato quale via per la decarbonizzazione - ha osservato Hookham - allora deve mettere al riparo i propri clienti dai loro effetti inflazionistici, altrimenti le emissioni verranno ridotte comprimendo la domanda di commercio mondiale piuttosto che incentivando una svolta nei combustibili e nelle tecnologie di propulsione che è così urgente». Per evitare questo rischio il Global Shippers Forum ha esortato i componenti del MEPC a tenere in debita considerazione gli interessi di esportatori e importatori, che costituiscono il motore degli scambi commerciali internazionali, e, in considerazione delle ingenti somme di denaro coinvolte, di insistere affinché qualsiasi meccanismo di tassazione del carbonio sia assolutamente trasparente e pienamente analizzabile.
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