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PORTI
QTerminals rinuncia ad assumere la gestione del container terminal al Porto Canale di Cagliari
Delusione dell'AdSP, che ha ricevuto una «nota stringata» dalla società di Doha. «La madre di tutte le battaglie - è l'enfatico e combattivo proposito di Deiana - deve continuare»
Cagliari
4 novembre 2022
Se sulla forse poca volontà dell'inglese PIFIM di ottenere la gestione del container terminal al Porto Canale di Cagliari era lecito avere qualche sospetto, timore giocoforza eclissato dalla necessità di poter al momento contare solo su questa prospettiva per individuare il gestore dell'infrastruttura portuale essendo quella della società britannica l'unica proposta pervenuta due anni fa all'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna ( del 31 agosto 2020 e 4 febbraio 2021), sul successivo interesse alla gestione del terminal manifestato dalla qatariana QTerminals l'ente portuale sardo aveva forse posto più affidamento, se non altro per il fatto che se la proposta della società inglese, se pure in avvalimento con la Port of Amsterdam, proveniva da una società costituita nel 2017 senza alcuna esperienza in ambito marittimo-portuale e due mesi fa posta in liquidazione dalla High Court of Justice - Business and Property Courts of England and Wales, l'interesse alla gestione del container terminal della QTerminals era ritenuto più concreto dall'AdSP sarda, anche se non manifestato nel quadro di una procedura ad evidenza pubblica, se non altro perché proveniente da un'azienda che per mestiere gestisce terminal portuali anche se sinora solo in ambito nazionale ( del 16 giugno 2021).
Che l'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna nutrisse ragionevoli speranze che la società di Doha potesse davvero assumere la gestione del container terminal del porto di Cagliari, infrastruttura poco utilizzata da più di tre anni a seguito della decadenza della concessione in capo alla CICT ( del 10 settembre 2019), si evince dal disappunto espresso dall'ente rendendo noto oggi di aver ricevuto una «nota stringata» dall'operatore qatariota che ha comunicato - ha specificato l'ente portuale riportando il contenuto del messaggio - «dopo attente considerazioni, di aver deciso di non proseguire nel progetto».
L'AdSP ci credeva davvero, e amaramente ha annunciato che «si interrompe, quindi, bruscamente e per certi versi inopinatamente, un complesso lavoro di delicato e continuo confronto durato oltre due anni (buona parte in periodo di pandemia), nel corso dei quali sia i vertici che la struttura dell'Autorità di Sistema Portuale hanno costantemente supportato le numerose e necessarie attività di due diligence: dalle varie ed accurate ispezioni in banchina dei manager e dei tecnici della società, fino all'aggiornamento puntuale su dati tecnici dell'infrastruttura e statistici, storici e di proiezione, sul settore».
«Apprendo con dispiacere ed un certo disappunto - è il commento a caldo del presidente dell'AdSP, Massimo Deiana - del cambiamento di rotta della QTerminals, un importante player internazionale che, per oltre due anni, ha impegnato il nostro ente, sostenuto dall'ambasciata d'Italia in Qatar e da Invitalia, in un delicato lavoro che confidavamo potesse concludersi con un accordo storico per il rilancio del comparto del transhipment cagliaritano. Prendiamo atto, anche con una certa sorpresa, della loro scelta, che comunque rispettiamo. Superata la delusione per questa brusca battuta d'arresto delle trattative - ha proseguito - non intendiamo, comunque, rimanere fermi a guardare. La madre di tutte le battaglie - è l'enfatico e combattivo proposito di Deiana - deve continuare».
L'ente portuale ha reso noto che la notizia della rinuncia di QTerminals è stata già comunicata dal presidente dell'ente alle sigle sindacali, convocate nella mattinata odierna negli uffici dell'AdSP. «Immediatamente dopo il confronto con i sindacati – ha affermato Deiana - riapriremo la partita, proseguendo i colloqui con altri operatori che, nell'ultimo periodo, hanno manifestato il loro interesse e con i quali, prudentemente, non abbiamo mai smesso di interloquire, confidando nel rinnovato supporto di tutte le istituzioni che chiameremo a partecipare ad un tavolo comune».
Se da un lato confortano i propositi agguerriti del presidente dell'AdSP sarda, dall'altro suscita qualche perplessità l'asserita azione prudenziale dell'ente nel perseguire colloqui con altri operatori, confronti che non prudenzialmente, ma semmai doverosamente l'authority portuale ha portato avanti in assenza di un impegno formale da parte di QTerminals.
L'ente portuale ha sottolineato che comunque «rimane forte l'appeal per il Porto Canale che, oltre ai numeri crescenti della movimentazione dei contenitori, raddoppiati rispetto allo scorso anno (da poco più di 21mila teus del periodo gennaio-settembre 2021 a oltre 46mila del 2022), può contare sui vantaggi dalla recente istituzione della ZES e della Zona Franca Doganale Interclusa, che si auspica possa prendere avvio nel 2023, nonché della costituzione della Kalport (Karalis Agenzia per il Lavoro Portuale del Transhipment) che, per il prossimo triennio, provvederà a tenere insieme e valorizzare un cluster di competenze e qualità tecnica comprovate, per il quale l'AdSP, insieme ai sindacati e alle istituzioni, è costantemente mobilitata a dare prospettive occupazionali e copertura reddituale».
«Abbiamo - ha proseguito Deiana - un nuovo elemento di forza costituito dai recenti risultati raggiunti dal terminalista che sta positivamente operando nelle aree del compendio ad esso assentite in concessione (il gruppo Grendi, ndr). Dimostrazione inequivocabile della potenzialità dell'area e della banchina terminalistica del porto canale e del fatto che ci siano tutte le condizioni per proseguire, con determinazione, nella promozione del compendio e nella ricerca di soluzioni di utilizzo ancora più ampie, stabili e strutturate, che ne consentano il pieno sfruttamento, anche alla luce degli importanti regimi di vantaggio derivanti dalla ZES e della Zona Franca Doganale Interclusa e dalla operatività della Kalport».
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