Lo scorso febbraio il porto di Ravenna ha registrato un rialzo
del +2,1% sullo stesso mese del 2023 del traffico delle merci che è
ammontato a 2,05 milioni di tonnellate, di cui 1,76 milioni di
tonnellate allo sbarco (+1,6%) e 287mila tonnellate all'imbarco
(+5,6%). La crescita complessiva è stata generata
dall'aumento dei volumi di merci varie, con i carichi
containerizzati che hanno totalizzato 195mila tonnellate (+9,5%), i
rotabili 158mila tonnellate (+3,9%) e le altre merci varie 553mila
tonnellate (+34,9%). In calo sia le rinfuse petrolifere, con 207mila
tonnellate di prodotti petroliferi (-9,4%) e 178mila tonnellate di
altri carichi (-6,8%), sia le rinfuse secche con 768mila tonnellate
(-10,4%), con una riduzione particolarmente consistente dei prodotti
agricoli e animali (15mila tonnellate, -93,2%).
Relativamente alla rilevante riduzione del flusso di prodotti
agricoli, ricordando che a fine marzo la Commissione Europea,
d'intesa con gli Stati membri, ha proposto un aumento delle tariffe
sulle importazioni nella UE di cereali, semi oleosi e prodotti
derivati provenienti da Russia e Bielorussia (tra cui grano, mais e
farina di girasole), il che equivale di fatto a un blocco
dell'import, l'Autorità di Sistema Portuale del Mare
Adriatico Centro Settentrionale, ha specificato che la decisione,
oltre ad inasprire le sanzioni contro la Russia per l'invasione
dell'Ucraina, risponde anche al crollo delle quotazioni del grano
per l'eccedenza dell'offerta che preoccupa tutto il mondo agricolo:
se in Polonia, infatti, i silos sono pieni e i prezzi in caduta
libera - ha spiegato l'ente portuale - anche in Italia i prezzi del
grano duro sono crollati del 30% circa da inizio 2024. Il rischio,
infatti - ha osservato l'authority di Ravenna - è che Mosca
riversi sul mercato europeo le proprie eccedenze di prodotti
cerealicoli: il surplus di grano della Russia, infatti, se da un
lato sta aumentando, anche grazie al grano ucraino sequestrato
illegalmente, dall'altro non viene poi venduto sui mercati mondiali,
nei quali nel frattempo sta di nuovo arrivando il grano
dell'Ucraina. Grazie all'aumento delle tariffe, secondo la
Commissione - ha ricordato ancora l'AdSP - le importazioni UE di
cereali da Russia e Bielorussia dovrebbero ridursi di quasi cinque
milioni di tonnellate all'anno, che saranno “sostituite”
parzialmente dalla produzione interna UE e, per il resto, da
importazioni da paesi terzi fornitori storici del mercato unico,
come Stati Uniti, Brasile, Ucraina, Serbia e Argentina.
L'AdSP ha reso noto che, dalle prime stime, si attende per il
mese di marzo 2024 una movimentazione complessiva nel porto di
Ravenna di poco superiore ai 2,3 milioni di tonnellate, in lieve
diminuzione (-1%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il
primo trimestre di quest'anno, quindi, dovrebbe chiudersi con una
movimentazione di poco più di 6,1 milioni di tonnellate, in
calo di circa il -6% rispetto allo stesso periodo del 2023 grazie al
parziale recupero dei mesi di febbraio e marzo rispetto all'apertura
di gennaio (-19,3%).
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