Non sono bastati due giorni di sciopero, venerdì scorso
nel porto di Amburgo e oggi in quello di Bremerhaven, per avvicinare
le posizioni tra il sindacato ver.di e l'associazione delle imprese
portuali tedesche ZDS dopo che anche la seconda tornata delle
trattative per il rinnovo del contratto dei lavoratori portuali
nazionali, che sono iniziate a maggio, ha avuto esito negativo.
«L'offerta presentata da parte datoriale - ha denunciato Maren
Ulbrich, rappresentante di ver.di nell'ambito delle trattative - è
del tutto inadeguata. Ciò significa che non vi è alcun
aumento reale dei salari per i dipendenti e che anche la componente
sociale è del tutto inadeguata. Ciò non mostra alcun
rispetto per i lavoratori portuali ed è decisamente troppo
poco. I lavoratori - ha specificato Ulbrich - hanno necessità
di un significativo aumento dei loro salari per poter compensare
l'aumento del costo della vita. Con la loro offerta inadeguata, ora
i datori di lavoro hanno portato agli scioperi».
La richiesta di ver.di è di un aumento di tre euro della
retribuzione oraria a partire dal primo giugno scorso e un
corrispondente aumento dei bonus. «È soprattutto
importante - ha spiegato Ulbrich - che le fasce salariali più
basse ricevano un reddito sensibilmente superiore, dato che negli
ultimi anni l'inflazione li ha colpiti molto duramente. Inoltre le
differenze salariali tra le diverse fasce devono essere ridotte».
Preannunciando un eventuale nuovo sciopero se durante il terzo
round di trattative, in programma il 17 e 18 giugno, la parte
datoriale non presenterà un'offerta ritenuta accettabile,
Ulbich ha sottolineato che «i lavoratori sono delusi e
indignati perché i datori di lavoro non hanno fatto alcuna
concessione, ma hanno solo evidenziato la loro difficile situazione
economica e la concorrenza con i porti esteri. In tal modo non hanno
dimostrato alcun apprezzamento per l'opera dei lavoratori».