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Si moltiplicano le esortazioni delle imprese a Joe Biden affinché sospenda lo sciopero nei porti americani atlantici e del Golfo
U.S. Chamber of Commerce, sarebbe incosciente consentire che una controversia contrattuale infligga uno shock del genere alla nostra economia. Pesanti, avverte Spediporto, le ripercussioni sul porto di Genova
Washington/Genova
1 ottobre 2024
Se le principali rappresentanze imprenditoriali statunitensi
continuano ad esortare il presidente americano ad usare i poteri
conferitigli dal Taft-Hartley Act per sospendere lo sciopero
proclamato dall'International Longshoremen's Association (ILA) che
dalle prime ore di questa mattina ha bloccato l'attività nei
porti della costa orientale e del Golfo USA, e così fanno
anche numerosi esponenti del Partito Repubblicano, nelle scorse ore
Joe Biden ha ribadito che non intende intervenire per fermare lo
sciopero in quanto - ha spiegato - «c'è una
contrattazione collettiva e non credo nel Taft-Hartley».
Tra gli esponenti del Partito Repubblicano intervenuti per
sollecitare Biden a sospendere lo sciopero, in una lettera inviata
oggi al presidente, Sam Graves e e Daniel Webster, rispettivamente
presidente del Comitato per i Trasporti e le Infrastrutture e membro
del Sottocomitato per la Guardia Costiera e i Trasporti marittimi
della Camera dei rappresentanti, hanno evidenziato che «gli
impatti economici del mancato intervento per riportare le parti al
tavolo delle trattative saranno di vasta portata, lasciando il
consumatore americano a pagare il prezzo più elevato mentre
si avvicinano le festività». «Nonostante le
richieste delle parti coinvolte e di 69 membri repubblicani del
Congresso - hanno denunciato Graves e Webster - l'amministrazione
Biden non è riuscita a coinvolgere seriamente le parti nel
tentativo di raggiungere una soluzione prima della scadenza dello
sciopero. La continua inazione non fa che aggravare il danno
economico per la nostra nazione, gravando ulteriormente sul
portafoglio delle famiglie americane».
Tra le rappresentanze delle imprese statunitensi, anche l'U.S.
Chamber of Commerce e la National Retail Federation (NRF) hanno
invitato Biden a ricorrere alla legge Taft-Hartley per bloccare lo
sciopero. «Gli americani - ha affermato Suzanne P. Clark,
presidente e CEO dell'U.S. Chamber of Commerce in una lettera
inviata a Biden - nel 2021 hanno sperimentato il travaglio derivante
dai ritardi e dalla mancanza di merci durante le disfunzioni della
supply chain dell'era della pandemia. Sarebbe incosciente consentire
che una controversia contrattuale infligga uno shock del genere alla
nostra economia». Clark ha ricordato che i porti coinvolti
dallo sciopero «gestiscono complessivamente oltre il 68% di
tutte le esportazioni containerizzate e il 56% delle importazioni
della nazione, per un valore commerciale giornaliero di oltre 2,1
miliardi di dollari».
Matthew Shay, presidente e CEO della National Retail Federation,
che rappresenta il settore del commercio al dettaglio, ha dichiarato
che «la NRF esorta il presidente Biden ad utilizzare qualsiasi
autorità a disposizione, incluso il ricorso al Taft-Hartley
Act, per ripristinare immediatamente le attività in tutti i
porti container coinvolti, per riportare le parti al tavolo delle
trattative e per assicurare che non vi siano ulteriori blocchi.
Un'interruzione di questa portata durante questo momento cruciale
della ripresa economica della nostra nazione - ha aggiunto Shay -
avrà conseguenze devastanti per i lavoratori americani, per
le loro famiglie e per le comunità locali. Dopo più di
due anni di pressioni inflazionistiche galoppanti e nel mezzo della
ripresa dall'uragano Helene, questo sciopero causerà
ulteriori difficoltà alle famiglie americane.
L'amministrazione deve dare priorità alla nostra economia e
ai milioni di americani che dipendono da essa per il loro
sostentamento e il loro benessere, e - ha concluso Shay - deve
intervenire immediatamente per prevenire ulteriori difficoltà
e conseguenze economiche più profonde»
Intanto, parlando delle ripercussioni dello sciopero nei porti
americani sull'export italiano, Giampaolo Botta, direttore generale
dell'associazione degli spedizionieri genovesi Spediporto, ha
evidenziato che «esportatori e spedizionieri guardano con
estrema preoccupazione alla situazione che da oggi bloccherà
i porti della Costa Est e del Golfo del Messico. Gli Stati Uniti -
ha ricordato Botta - sono il primo partner commerciale dell'Italia
fuori dall'Europa. Con lo sciopero, ogni settimana, si stima che a
livello mondiale saranno circa 500mila i contenitori che non
potranno sbarcare o raggiungere le destinazioni finali. Un danno
gravissimo all'economia USA, ai suoi consumatori, ma anche agli
esportatori, che certamente vedranno lievitare il costo dei noli già
nelle prossime settimane». Botta ha specificato che anche i
porti del Mediterraneo subiranno pesanti ripercussioni essendo a
rischio, ogni settimana circa 71.000 contenitori, in ambo le
direzioni, sull'asse con la costa orientale degli Stati Uniti,
nazione quest'ultima che per il solo porto di Genova rappresenta un
riferimento imprescindibile: gli ultimi dati disponibili da parte di
Autorità di Sistema Portuale, riferiti al 2022 - ha spiegato
- parlano di 336mila contenitori movimentati tra imbarco e sbarco,
una cifra superiore a quella legata, ad esempio, a tutte le
destinazioni europee.
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