La giurisprudenza non afferma alcun diritto delle imprese di
navigazione all'autoproduzione con personale di bordo e non c'è
nessuna liberalizzazione delle attività portuali per le
operazioni di rizzaggio e derizzaggio. Lo ha detto oggi il ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, rispondendo
alla Camera dei deputati ad un'interrogazione di Luca Pastorino del
gruppo Misto-+Europa che, ponendo il quesito, ha ricordato che «le
sentenze pronunciate dal Consiglio di Stato il 19 luglio 2024 sui
due ricorsi della compagnia armatoriale Grandi Navi Veloci contro i
verdetti del Tribunale Amministrativo Regionale di Genova relativi
ai dinieghi opposti dall'Autorità di Sistema Portuale del
capoluogo ligure alle ripetute richieste di autorizzazione ad
affidare al bordo le operazioni di rizzaggio e derizzaggio del
proprio carico, hanno confermato le pronunce del Tribunale
Amministrativo Regionale. Nel primo caso - ha ricordato Pastorino -
i giudici hanno validato tutti e sei i motivi opposti da Autorità
di Sistema Portuale a Grandi Navi Veloci. La sentenza ribadisce
l'esclusività del personale da adibirsi a suddette
operazioni, nonché la necessità che sia garantito il
rispetto della normativa speciale inerente alla sicurezza e alla
salute dei lavoratori adibiti a tali funzioni; inoltre, i giudici
del Consiglio di Stato hanno respinto la richiesta di strutturalità
avanzata da Grandi Navi Veloci, dal momento che l'eventuale
autorizzazione all'autoproduzione deve avere invece natura
occasionale, e confermato che, sulla base del contratto collettivo
nazionale del lavoro marittimo, le operazioni di rizzaggio e
derizzaggio dei veicoli devono essere svolte da personale di terra
specializzato e non da personale marittimo, in virtù della
riserva in favore del personale di terra». «La seconda
sentenza - ha ricordato ancora il deputato - ha riconosciuto il
diritto all'autoproduzione di una compagnia già autorizzata a
operare, ma coi limiti previsti da tale autorizzazione che non
contempla la possibilità di utilizzare personale di bordo che
non sia esclusivamente dedicato a tali mansioni».
Ricordando infine che la questione è stata riaccesa da
alcune dichiarazioni della Grandi Navi Veloci sulla possibilità
di svolgere il rizzaggio delle “ro-ro” in
autoproduzione, Pastorino ha chiesto al ministro «quali
iniziative di competenza intenda porre in essere affinché sia
garantita la tenuta dell'attuale assetto, in linea con le sentenze
sopra citate, tutelando la qualità dell'operato e
l'occupazione dei lavoratori portuali».
Replicando Salvini ha ricordato che «la disciplina di
settore, contenuta nella legge quadro del 1994, è stata
modificata nel 2020 per fronteggiare le emergenze derivanti dal
Covid. In particolare - ha precisato - si era previsto che
l'autoproduzione fosse ammessa solo qualora non fosse possibile
soddisfare la domanda di svolgimento di operazioni portuali mediante
le imprese autorizzate ovvero tramite la fornitura di lavoro
portuale temporaneo: trattasi dei lavoratori e delle lavoratrici -
ha sottolineato Salvini - la cui tutela sta a cuore a lei come a me.
Sono inoltre precisati tutti i requisiti che la nave richiedente
deve avere affinché possa essere autorizzata allo svolgimento
in autoproduzione dei servizi portuali. Le recenti sentenze
sottolineano i vincoli normativi per lo svolgimento in
autoproduzione di operazioni di rizzaggio e derizzaggio da parte del
vettore marittimo, ribadendo che lo stesso è tenuto a
evidenziare il personale aggiuntivo rispetto a quello indicato nella
tabella di armamento della nave e che lo stesso deve essere dedicato
esclusivamente allo svolgimento delle operazioni portuali. Inoltre,
il contratto collettivo nazionale di settore può stabilire
una riserva a favore del personale di terra nello svolgimento delle
operazioni di cui sopra».
«La giurisprudenza richiamata, pertanto - ha proseguito il
ministro - non afferma alcun diritto delle imprese di navigazione
all'autoproduzione con personale di bordo, confermando che deve
essere utilizzato personale di terra nei limiti previsti dalle
autorizzazioni rilasciate ai sensi della legge del 1994. Noi, come
Ministero, siamo pertanto di fronte a un quadro evidente e non c'è
nessuna liberalizzazione delle attività portuali per le
operazioni di rizzaggio e derizzaggio, né d'altronde tale
prospettiva potrebbe essere ritenuta oggi possibile, tenuto conto
dei vincoli normativi che ho richiamato».
«Per quanto di competenza - ha concluso Salvini - mi
limito a ribadire che il ministro e il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, in collaborazione con le Autorità
di Sistema Portuale - ovviamente - continueranno a monitorare la
corretta applicazione della disciplina sulle operazioni portuali,
perché da queste regole dipende lo sforzo comune a tutelare
le prospettive occupazionali del lavoro portuale, nonché la
qualità e la sicurezza dei relativi servizi».