Con l'aggiudicazione delle opere alla fine dello scorso anno al
raggruppamento temporaneo di imprese costituito tra ICM Spa
(mandataria) e Fincantieri Infrastructure Opere Marittime Spa, Eni
Rewind Spa, Semataf Srl e Fincantieri Infrastructure Spa, è
atteso a breve l'avvio dei lavori per la “Messa in sicurezza
permanente e di riconversione industriale, sviluppo economico e
produttivo del sito 'ex Yard Belleli' nel porto di Taranto”.
L'intervento, che vede quale stazione appaltante la Sogesid, la
società di ingegneria “in house” dei ministeri
dell'Ambiente e delle Infrastrutture, ha un valore di 135,3 milioni
di euro ed è finanziato a valere su fondi della Regione
Puglia, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e su
fondi propri dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio.
L'AdSP ha ricordato che nel 2020, con una convenzione del valore
di 45,5 milioni di euro, il commissario straordinario del porto di
Taranto, Sergio Prete, aveva dato incarico alla Sogesid di
completare le attività di messa in sicurezza permanente della
falda nell'area che si trova all'interno del Sito d'Interesse
Nazionale di Taranto, proprio di fianco ai terreni ex Ilva e a
ridosso del quinto sporgente dello scalo ionico. L'intervento è
stato successivamente inserito nell'ambito dell'“accordo di
programma per l'attuazione del progetto integrato di messa in
sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo
nell'area di Taranto Ex Yard Belleli”, sottoscritto a luglio
2022, che prevedeva, a valle del completamento della bonifica
dell'area, l'insediamento del gruppo di cantieristica nautica
Ferretti. A seguito del recesso da parte del gruppo Ferretti, la
società Cantieri di Puglia ha formulato istanza di subentro,
che è in fase di valutazione da parte dei sottoscrittori
dell'accordo di programma.
L'ente portuale ha evidenziato che, con il completamento degli
ultimi atti, si potrà dare immediatamente avvio alla
progettazione esecutiva e, nelle more della definizione
dell'eventuale subentro nell'accordo di programma del nuovo
operatore privato, anche all'esecuzione dei lavori di bonifica e
riqualificazione delle aree e delle relative banchine, dotando lo
scalo ionico di spazi ed infrastrutture da destinare a nuove
attività produttive. Le stesse aree, tra l'altro, sono
comprese tra quelle candidate anche per lo sviluppo del cosiddetto
hub per l'eolico offshore oggetto di valutazione da parte del
Ministero dell'Ambiente.