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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVI - Numero 5/98 - MAGGIO 1998 |
Industria
La KHI sbarca in Cina
La KHI (Kawasaki Heavy Industries Ltd), determinata a contrastare
la concorrenza proveniente dalla Corea del Sud ed a trarre vantaggi
dal previsto boom della cantieristica navale, sta per esportare
in Cina la propria capacità ed esperienza. A partire dal
prossimo mese di settembre, infatti, la società che la
KHI ha costituito con la Cosco (China Ocean Shipping Company)
comincerà a costruire navi rinfusiere in Cina.
"E' meglio diversificare le proprie capacità e non
limitarle ad un solo Paese" dichiara Kazuo Nishino, direttore
del Gruppo Navi della KHI. Egli ritiene che la KHI, come molti
altri cantieri navali giapponesi, possa trarre beneficio dalle
attività congiunte nell'ambito del promettente mercato
cantieristico cinese mediante la cooperazione tecnica e gli accordi
di fornitura. Nel 1996, la KHI ha effettuato investimenti nella
NOSEC (Nantong Ocean Ship Engineering Company), un'associazione
in partecipazione con il suo più grosso cliente, la Cosco,
che dispone di una flotta di più di 600 navi. La KHI ha
una lunga storia di relazioni commerciali con la Cosco. In tutto
questo tempo, essa ha costruito 19 navi per il vettore di Stato
cinese e ha ricevuto ordinazioni per altre 5 navi.
Sfruttando al massimo le opportunità offerte dagli allettanti
costi del lavoro e dei materiali in Cina, la NOSEC costruirà
navi di dimensioni medio-piccole, prevenendo così la domanda
di sostituzione del tonnellaggio inerente alle flotte della Cosco
e di altri a livello mondiale. Il bacino di carenaggio della NOSEC
in Cina dovrebbe essere completato nel prossimo mese di settembre,
allorquando esso inizierà a costruire la sua prima nave,
una portarinfuse di 47.000 tonnellate per la Cosco, la cui consegna
è prevista alla fine del 1999.
Nel contesto di un'iniziativa finalizzata ad incrementare la
propria competitività, la KHI sta altresì investendo
circa 2.200 milioni di yen nell'impiego di tecnologie recentemente
sviluppate nei propri impianti di Sakaide e Kobe, nel Giappone
occidentale. Nel tentativo di rafforzare la propria competitività
nel mercato dei vettori petroliferi, la KHI ha sviluppato il progetto
"Apple Slot" relativo ad un particolare sistema tecnico
che contribuisce a ridurre del 25% circa il numero dei pezzi d'acciaio
dello scafo. La KHI sta inoltre migliorando la propria competitività
mediante l'uso dei sistemi CIM (Costruzione Computerizzata Integrata).
Il sistema TRIBON della KHI viene utilizzato nella costruzione
di una serie di portacontainers della Cosco e della UASC (United
Arab Shipping Company). Come spiega Nobuichi Kozai, direttore
generale della Sakaide Works, "non tutte le portacontainers
sono già state completate, ma accrescendo ulteriormente
l'automazione nella loro progettazione e costruzione, ci aspettiamo
di ridurre i costi di produzione complessivi dell'8% circa. Ciò
si potrà ottenere mediante la riduzione delle ore/uomo
e un'utilizzazione più efficace delle lamine d'acciaio".
Sul breve-medio termine, Nishino è fiducioso circa il
futuro degli impianti di Kobe e Sakaide della KHI. Egli ritiene
che tra i punti di forza della KHI vi sia la sua flessibilità
nel soddisfare qualsiasi domanda proveniente dal mercato, dal
momento che essa costruisce tutti i tipi di nave, vale a dire
portarinfuse, portacontainers e navi di elevato valore come petroliere,
ro-ro e così via. Nel 1997, la KHI si è inoltre
assicurata una consistente fetta del montante mercato delle petroliere,
assicurandosi cinque ordinazioni tra cui una unità da 280.000
tonnellate assegnata alla Sakaide dal Golden Ocean Group.
Presso la Sakaide, il più grande impianto della KHI che
occupa un'area di 911.000 m2, vi sono attualmente 11 navi della
classe LR sotto ordinazione od in costruzione, tra cui una portacontainer
da 5.250 TEU e 4 petroliere da 16.500 tonnellate per la Cosco,
due navi ro-ro da 25.000 tonnellate per la Novomar SA e quattro
portacontainers da 3.800 TEU per la UASC.
Completamente ripristinato dopo il terremoto del 1995, l'impianto
della KHI di Kobe, che occupa un'area di 360.000 m2, è
impegnato nella costruzione di un sottomarino per conto dell'Agenzia
per la Difesa giapponese, oltre che nella realizzazione di sezioni
di navi che verranno poi assemblate nell'impianto di Sakaide,
di infrastrutture in acciaio, di vagoni ferroviari e di cisterne
GPL. Subito dopo il terremoto, la costruzione di tutte le navi
mercantili era stata trasferita da Kobe all'impianto di Sakaide.
Tuttavia, con il permesso del governo giapponese, la KHI sta progettando
di costruire nuovamente navi mercantili a Kobe la cui consegna
inizierà nel 1999. La KHI continuerà a costruire
le navi di maggiori dimensioni a Sakaide,
mentre concentrerà la produzione delle navi più
piccole, quali le cisterne GPL da 10.000-20.000 m3 e le unità
ro-ro, presso i suoi impianti di Kobe.
Sul lungo termine, Nishino prevede che il mercato delle petroliere
si incrementerà verso il 2000 e che la domanda di rimpiazzo
raggiungerà il culmine nel 2002. Dopo tale data, egli ritiene
che la KHI possa restare competitiva solamente specializzandosi
nella produzione di navi assai specifiche quali le porta-GPL e
le porta-GNL. Aggiunge Nishino: "La capacità della
Kawasaki è relativamente piccola e pertanto noi dobbiamo
massimizzare le opportunità concentrandoci sulla qualità
piuttosto che sulla quantità". Prosegue Nishino: "Data
l'esperienza della KHI nella tecnologia relativa alle gasiere,
ritengo che vi siano molte opportunità in questo mercato
specializzato per la KHI, dal momento che le sostituzioni e la
domanda aggiuntiva per questo settore aumentereranno intorno al
2004-05".
Oltre a ciò, Nishino prevede che alla KHI si presenteranno
opportunità nel mercato delle rinfusiere di grandi dimensioni
e spiega: "La dismissione delle vecchie rinfusiere sta quasi
per cominciare. Le basse tariffe di trasporto merci e l'aumentata
concorrenza in questo settore stanno a significare che molti armatori
stanno già pensando ad ordinazioni di nuovo tonnellaggio".
Egli confida che la domanda di rinfusiere più grandi possa
riprendersi all'inizio del prossimo secolo e che la KHI sia in
grado di rispondere a questo aumento della domanda.
Assumendo un punto di vista pragmatico, Nishino è preoccupato
per gli effetti a lungo termine del tasso di cambio yen/dollaro
e la concorrenza apportata da Paesi quali la Corea del Sud rispetto
ai profitti sulle nuove costruzioni della KHI. Tuttavia, come
molti degli altri cantieri navali interrogati sull'argomento,
egli non si fa scoraggiare da questi fattori ed anzi ritiene che
l'aumento della produttività, la tecnologia avanzata e
l'applicazione sul campo di accurate previsioni commerciali possano
aiutare la KHI a continuare a trarre vantaggio dalle nuove opportunità
di mercato e ad assicurarsi il successo in futuro sia in Giappone
che all'estero.
(da: Lloyd's Register 100A1, 1/98 n. 118)
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