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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 1/99 - GENNAIO 1999 |
Leasing
Il noleggio di contenitori: un bilancio del settore
Alla richiesta di indicare le tre più importanti questioni
che oggi i noleggiatori di containers si trovano a dover affrontare,
John Maccarone, presidente e dirigente in capo di fresca nomina
della Textainer Group Holdings Ltd, ha fornito una risposta molto
semplice: "Lo squilibrio, lo squilibrio e lo squilibrio".
L'ormai accertato calo economico che ha colpito quest'anno le
economie-chiave dell'Asia ha ingenerato un livello di squilibrio
senza precedenti nel settore containeristico rispetto alle rotte
Asia-Europa e transpacifica. Una stima indica che il divario complessivo
per il 1998 potrebbe ammontare a 2,5 milioni di TEU.
I traffici transpacifici sono stati colpiti in modo particolarmente
duro. I vettori transpacifici stanno attualmente sperimentando
una proporzione prossima al 3 : 1 di carichi movimentati in direzione
est rispetto a quelli movimentati in direzione ovest. Le navi
viaggiano al 100% rispetto alle ordinazioni quando provengono
dall'Asia, mentre non caricano più del 40% della capacità
nella tratta di ritorno. Rispetto ad una partenza media U.S.A.-Asia,
più del 50% dei contenitori è costituito da unità
vuote da riposizionare. Per i vettori marittimi ciò rappresenta
un incubo logistico, con la conseguenza di contenitori in eccesso
impilati a dismisura presso le località interne degli Stati
Uniti e dell'Europa e di una seria carenza di equipaggiamento
in Asia.
Con l'aggravarsi della crisi, si sono verificati esagerati squilibri
di equipaggiamento. Wilfred Pabst della Triton, nella sua qualità
di presidente dello IICL (Istituto dei Noleggiatori Internazionali
di Contenitori), afferma che i noleggiatori hanno dovuto assorbire
una parte notevole degli squilibri per conto dei propri clienti,
ma il risultato è stato un accumulo "a razzo"
di contenitori non noleggiati negli U.S.A. e - in misura in qualche
modo minore ma pur sempre significativa - in Europa. Nel caso
della Triton, il prezzo ricavato dall'interruzione del noleggio
spesso a stento raggiunge il 20% del risparmio realizzato dal
locatario per non dover provvedere al riposizionamento del contenitore.
Lo IICL stima che la consegna di contenitori del settore del
noleggio in Asia farà risparmiare al settore marittimo
almeno 450 dollari per unità in costi di riposizionamento
in località interne. Dato l'incremento della flotta - quest'anno
quantificabile in un minimo di 400.000 unità (vale a dire
600.000 TEU) - lo IICL afferma anche, però, che i noleggiatori
stanno riducendo di quasi 200 milioni di dollari i costi indiretti
del settore marittimo.
Profondo compiacimento
Fred Gutterson della Xtra International dichiara: "Siamo
compiaciuti degli sforzi dei vettori di aumentare le tariffe di
trasporto merci"; tuttavia, "avremmo bisogno anche di
miglioramenti dal punto di vista dei ricavi". Se i vettori
non ricevessero una ricompensa adeguata per le attività
di riposizionamento e di gestione del materiale in giacenza che
si ritrovano a portare avanti - fa sapere Gutterson - la loro
capacità di continuare ad offrire il servizio potrebbe
essere messa a repentaglio".
Dichiara Pabst: "Il settore del noleggio, pur avendo apportato
un grosso contributo a queste operazioni asiatiche, non è
stato in grado di rilevare alcun miglioramento nell'economia del
proprio settore. L'esposizione relativa ai costi di riposizionamento
e lo squilibrio richiederanno notevoli miglioramenti al fine di
far sì che il settore del noleggio possa continuare a servire
i propri clienti del trasporto marittimo di linea secondo le modalità
alle quali essi erano abituati".
Data la misura dello squilibrio, il modello tariffario del periodo
1992-1997 non è più appropriato, argomenta Tim Brilton
della Transamerica Leasing. Brilton si riferisce non alla quotazione/giorno
come tale, ma piuttosto a ciò che egli definisce "la
quotazione logistica", cioè al saldo dei costi tra
i contenitori in entrata ed in uscita che originano dai noleggiatori
così come dai vettori.
Un noleggiatore come la Transamerica può ridurre i costi
di riposizionamento molto di più di quanto non possa fare
qualsiasi vettore, afferma Brilton. Ciò, a causa del fatto
che per ogni serie di contenitori riconsegnata, la Transamerica
dovrà pagare solamente il costo del riposizionamento in
ordine ad una percentuale del totale, mentre per il resto si dovrà
o procedere alla vendita o trovare un nuovo noleggio.
Gli attuali squilibri sono serviti - a detta di Brilton - a mettere
in luce i concreti vantaggi in termini di flessibilità
e di razionalità dei costi che i noleggiatori offrono alla
comunità dei vettori marittimi. Egli fa notare come gli
eventi del 1998 abbiano mostrato che la tendenza degli ultimi
anni - con i vettori che traggono vantaggio dai bassi prezzi dei
contenitori di nuova costruzione e così facendo risparmiano
denaro destinato ad incrementare la percentuale di proprietà
della propria flotta - non costituisce la soluzione definitiva.
I costi relativi alla proprietà sono decisivi quando le
direttrici di traffico sono in equilibrio, mentre diventano irrilevanti
quando i vettori si trovano a dover affrontare i notevoli squilibri
odierni, afferma Brilton: "Non fa alcuna differenza se i
contenitori sono di proprietà o meno, quando essi sono
fermi negli U.S.A.".
Tacita accettazione
Questo fatto è riconosciuto, per quanto tacitamente, dai
vettori stessi. In un recente discorso presso l'Associazione Caricatori
per l'Importazione di Abbigliamento, Albert Pierce del TSA (Accordo
Stabilizzazione Transpacifico), ha fatto notare che "l'utilizzazione
dei beni patrimoniali è decisiva: se un contenitore viene
movimentato via terra e resta parcheggiato presso il cliente,
si tratta di un bene sprecato. Lo stesso è vero se il contenitore
ha dovuto essere raccolto e ritrasportato vuoto presso l'infrastruttura
terminalistica portuale del vettore".
Attualmente, due diverse dinamiche sono in gioco nel settore
del noleggio, afferma Brilton. I costi di base della proprietà
stanno scendendo ed i noleggi finanziari ed a termine continueranno
a divenire sempre più a buon mercato man mano che i noleggiatori
provvederanno a ridurre i costi relativi al personale e quelli
amministrativi.
Nello stesso tempo, vi è "la fredda economia del
MLA (accordo noleggio master). Il valore del MLA sta nella flessibilità
ed i vettori "hanno bisogno di pagare per quel servizio".
Può anche darsi che i noleggiatori abbiano maggiori opportunità
di gestire al meglio i costi correlati ai gravi squilibri, ma
resta il fatto che l'attuale situazione "comporterà
un bel po' di costi per tutti coloro che appartengono al sistema"
sottolinea Brilton.
"Abbiamo investito un quantitativo veramente notevole di
denaro nel 1998 ed abbiamo in programma di investirne ancora di
più nel 1999 in ordine al posizionamento dei vuoti"
dichiara Maccarone della Textainer. "Naturalmente, si tratta
di soldi che provengono dalla profittabilità indiretta
della società".
Dal 1° gennaio, il nuovo sistema TRADER della Transamerica
offrirà alle linee di navigazione un noleggio chiaro ed
a basso costo basato su un sistema di quotazione fissa tutto compreso.
Il tutto compreso riguarderà le riparazioni e le altre
spettanze relative alla logistica. Il servizio "senza fronzoli"
sarà a disposizione "delle linee di navigazione a
costi più bassi di quelli inerenti alla proprietà".
Qualcosa come 60-70.000 vecchi contenitori della Transamerica,
costruiti nel periodo 1989-1992, verranno offerti in noleggio
TRADER. Allo scopo di rendere il servizio meno caro possibile,
la Transamerica ha rifinanziato questa parte della propria flotta.
Il fattore-chiave che fa funzionare il TRADER è costituito
dalle procedure semplificate, afferma Brilton. L'offerta di noleggio
si baserà perciò esclusivamente su Internet, per
mezzo del quale i vettori prenoteranno le unità e notificheranno
il fine-noleggio. Non vi saranno limiti di riconsegna né
interventi di Transamerica al termine del contratto: i vettori
si limiteranno a concordare autonomamente la riconsegna direttamente
con i depositi.
Inoltre, vi sarà un unico contratto uniforme. "I
margini sono davvero troppo piccoli per offrire qualcos'altro"
dice Brilton.
Egli spera che il nuovo servizio possa funzionare quale strumento
affinché i vettori possano comprendere i vantaggi dei modelli
semplificati di noleggio basati su procedure e contratti uniformi.
Finora, fa sapere Brilton, i noleggiatori si sono ritrovati in
una bizzarra situazione, in cui "le linee di navigazione
desiderano un servizio meno caro ma non ci consentono di far scendere
i costi".
Verso il basso
Anche se l'attenzione del settore del noleggio quest'anno si
è focalizzata sulla crisi dovuta agli squilibri, continua
lo sforzo strategico a lungo termine per condurre verso il basso
i costi del noleggio. Ma, dal momento che i noleggiatori prendono
in considerazione la rivalutazione dei prezzi connessi alle procedure
di riconsegna e di fine-noleggio, sembra che un punto interrogativo
penda sull'IICL-5, lo standard inerente alle riparazioni ed alle
ispezioni che si pensava potesse costituire la risposta congiunta
dei settori del noleggio e del trasporto marittimo a questo tradizionalmente
spinoso elemento delle suddette procedure.
Il soggetto più importante che l'anno scorso è
uscito dai ranghi rispetto all'IICL-5 è stata la GE SeaCo.
Le flotte risultanti dalla fusione di Sea Containers e Genstar
vengono ora gestite secondo gli standard inerenti ad ispezioni
e riparazioni in precedenza sviluppati dalla Sea Containers, che
meglio si attagliano al settore marittimo. Il SeaWorthy contiene
meno vincoli dell'IICL-5 e - a detta del noleggiatore - è
più vicino agli standard operativi dei vettori.
La GE SeaCo ha altresì adottato il programma di protezione
dai danni Sea Cover, che si basa su di un approccio ad onorario
fisso alle riparazioni. "La percentuale della flotta Ge SeaCo
coperta dalla Sea Cover è aumentata negli ultimi anni ed
in particolar modo negli ultimi sei mesi" dichiara Rob Ward,
presidente e primo dirigente della GE SeaCo. Egli afferma che
i vantaggi del programma sono rappresentati dal fatto che "esso
elimina le lungaggini amministrative rispetto ai sovrapprezzi
ed alle approvazioni inerenti alle riparazioni e semplifica l'intera
procedura di fine-noleggio".
Nelle ultime settimane, anche la tedesca Capital Lease ha abbandonato
lo standard ispettivo IICL-5 a favore di un programma proprio,
denominato CLEAR (Ispezioni e Riparazioni Capital Lease).
Fondato rigorosamente sugli standard di servizio dei vettori
e sviluppato in collaborazione con i clienti, il CLEAR - a giudizio
del noleggiatore - potrebbe ridurre del 20% i costi di riparazione
di fine-noleggio rispetto a quelli dell'IICL-5.
Mark Wilkinson della Capital afferma che la maggior parte dei
noleggiatori deprezzano i propri contenitori in un lasso di tempo
molto più lungo rispetto a quello dei vettori. La lunghezza
del periodo di deprezzamento deriva - naturalmente - da una scelta
individuale ma "non sarebbe corretto collegare gli standard
ispettivi a questo. Non ci si può aspettare che i clienti
finanzino gli irrealistici periodi di deprezzamento".
Predisposizione degli standard
Il fatto che gli standard propri dei vettori siano meno
vincolanti rispetto a quelli dell'IICL-5, in particolar modo in
relazione alle riparazioni estetiche, è "una prova
del fatto che uno standard più tollerante è possibile
senza violare l'integrità di un contenitore" asserisce
Wilkinson.
Il CLEAR è stato ufficialmente introdotto il 1° novembre
scorso ed è stato "accettato inequivocabilmente"
dalla base clientelare del noleggiatore, afferma il direttore
marketing della Capital, Jim Dawe.
Pertanto, vi è da chiedersi: che fine farà alla
luce di ciò l'IICL-5 e - in effetti - il concetto di uno
standard singolo ed unificato in grado di essere applicato dai
depositi e dagli ispettori a livello mondiale? Si dice che siano
stati fatti dei passi per conferire un diverso aspetto allo standard,
con caratteristiche che lo riportino maggiormente in linea con
le aspettative ed i desideri dei vettori. Dovesse risultarne uno
standard del settore accettabile e realistico, la Capital lo accetterebbe,
fa sapere Wilkinson, piuttosto che continuare a seguire il proprio
solco.
Altri, peraltro, sollevano difficoltà in ordine in ordine
alla possibile formulazione di un altro standard ancora. Tim Brilton
della Transamerica Leasing sottolinea i non irrilevanti costi
e tempi implicati nella formazione dei depositi e degli ispettori:
"Noi lavoriamo con più di 300 depositi in tutto il
mondo. Ci sono da tre a dieci persone impegnate nella redazione
delle stime per ciascun deposito. Si tratta di uno sforzo di formazione
notevole".
Brilton afferma che la Transamerica è aperta alla ricerca
di un altro standard e condivide l'esigenza del settore marittimo
di continuare a spingere verso il basso i costi operativi. Però
"è difficile star dietro a standard che cambiano ogni
12 mesi".
Dati i costi implicati dall'introduzione di un nuovo standard,
Brilton si domanda quale sia la validità di tale iniziativa.
L'IICL-5, afferma, rappresentava un notevole sforzo che riduceva
del 30% i costi relativi alle riparazioni di fine-noleggio. Un
ulteriore cambiamento potrebbe tagliare un altro 10%. Ne varrebbe
la pena, dato il programma di formazione globale che esso richiederebbe?
(da: Container Management, dicembre 1998)
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