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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 3/99 - MARZO 1999 |
Porti
L'espansione del porto di Norfolk
"L'ulteriore espansione delle infrastrutture intermodali
e containerizzate avverrà quali che siano le decisioni
che la Sea-Land e la Maersk vorranno prendere". Questa è
stata la fiduciosa risposta di J. Robert Bray, direttore esecutivo
della VPA (Autorità Portuale della Virginia), alla domanda
- nel corso di una visita di Containerisation International
alla sede della VPA nello scorso mese di novembre - relativa a
come il futuro sviluppo programmato dei porti della VPA sarebbe
stato influenzato dall'annuncio da parte della Sea-Land e della
Maersk in ordine ai porti che sarebbero entrati in lizza per contendersi
la scelta quale terminale della Costa Nord-Orientale statunitense
per le due compagnie. Dal momento che i finanziamenti sono già
stati in gran parte reperiti e che i risultati relativi ai contenitori
sono in aumento, la successiva decisione della Sea-Land e della
Maersk che il porto di Norfolk non figurava fra i tre finalisti
(New York/New Jersey, Baltimora e Halifax) non finirà per
alterare gli attuali piani di sviluppo della VPA.
La VPA attualmente possiede e gestisce tre porti nella baia di
Hampton Roads, tutti quanti dotati sia di infrastrutture per la
movimentazione di contenitori sia di collegamenti ferroviari.
Il NIT (Norfolk International Terminal) è il più
grande, per un totale di 811 acri. Esso movimenta per lo più
navi portacontainers ed è il sito più importante
per l'attività intermodale della VPA. Anche il PMT (Portsmouth
Marine Terminal) movimenta navi portacontainers e nei suoi 219
acri racchiude un terminal dedicato alle navi della Sea-Land.
Inoltre, il PMT offre capacità relative alle rinfuse ed
alle ro-ro. Il NNMT (Newport News Marine Terminal), infine, è
l'infrastruttura più piccola (140 acri) ed è specializzata
nella movimentazione dell'acciaio, dei carichi sporgenti e delle
automobili.
I piani di sviluppo della VPA, inerenti all'accentramento delle
proprie attuali infrastrutture presso il NIT ed alla costruzione
di nuove strade e gallerie e di nuovi ponti (nel contesto delle
"Iniziative di trasporto nell'Hampton Roads") nonché
all'ampliamento delle attuali infrastrutture containerizzate del
NIT (il piano VPA 2010), erano stati approntati ben prima che
giungesse la proposta da parte della Sea-Land e della Maersk a
metà dello scorso.
La proposta dei due vettori marittimi precisava che il loro nuovo
terminal "mega-nodo" avrebbe dovuto essere in grado
di movimentare nella regione 750.000 carichi annui ed avrebbe
avuto bisogno di 50 piedi di profondità di pescaggio nel
canale. L'impatto che tali requisiti di capacità avrebbero
sulla VPA e gli altri porti della costa nord-orientale statunitense
può essere valutato analizzando le attuali prestazioni
della VPA e dei suoi principali concorrenti (v. Tabella 1).
Negli ultimi cinque anni, l'incremento dei risultati presso le
infrastrutture della baia di Hampton Roads è stato alquanto
impressionante, come si può leggere. Nel 1997, sono stati
movimentati 1.232.725 TEU, il che rappresenta un incremento del
56,5% rispetto ai suoi risultati del 1993. Halifax, partendo da
un punto più basso quanto a TEU movimentati, ha fatto registrare
un incremento percentuale simile (52,6%, pari a 459.176 TEU, in
aumento rispetto ai 300.933 TEU del 1993), mentre New York/New
Jersey ha mostrato un aumento del 24,5% rispetto allo stesso periodo
(2.456.886 TEU per il 1997 e 1.972.692 TEU per il 1993). Ciononostante,
bisogna rammentare che New York/New Jersey già movimenta
grossi volumi della Sea-Land/Maersk e che Halifax e Baltimora
sono ancora in lizza con il suddetto porto per la scelta del mega-nodo
nord-orientale.
TABELLA 1 |
CONFRONTO QUINQUENNALE DEI RISULTATI ANNUI DEI PORTI DI HAMPTON ROADS E DEI LORO CONCORRENTI DELLA COSTA NORD-ORIENTALE U.S.A. |
Porto | 1998 | 1997 | 1996 | 1995 | 1994 | 1993 | 1993-97 camb. % |
Baltimora | n.d. | 476.012 | 474.638 | 534.556 | 530.643 | 482.049 | -1,3 |
Halifax | n.d. | 459.176 | 392.273 | 382.575 | 311.097 | 300.933 | 52,6 |
Hampton Roads | 1.294.362* | 1.232.725 | 1.141.357 | 1.077.846 | 896.044 | 786.023 | 56,8 |
New York/New Jersey | 2.455.000* | 2.456.886 | 2.269.145 | 2.262.792 | 2.033.879 | 1.972.692 | 24,5 |
Filadelfia | 227.000* | 112.588 | 95.086 | 107.148 | 106.318 | 117.037 | -3,8 |
Note: * = stimati; tutti i dati sono calcolati in TEU e comprendono i risultati dei contenitori vuoti. |
Fonte: Containerisation International Yearbook, sezione Porti |
Se Baltimora o Halifax dovessero avere successo nell'assicurarsi
tutti o - com'è più probabile - parte dei 750.000
carichi (nel caso che Sea-Land e Maersk dovessero suddividere
le operazioni tra i due porti), allora verosimilmente gli attuali
risultati di due dei tre finalisti potrebbero raddoppiare. Ad
ogni modo la VPA, che attualmente accoglie settimanalmente le
navi sia della Maersk che della Sea-Land, ne risentirebbe. Ciò
è stato confermato da un portavoce della VPA: "La
decisione avrà un certo impatto su Norfolk e probabilmente
non in senso positivo. Tuttavia, la durata e l'intensità
dell'impatto non si conosceranno per qualche tempo, dal momento
che noi stiamo lavorando per accaparrarci il resto della proposta".
E' interessante notare come la questione della profondità
delle acque, a differenza di quella dell'intermodalismo, non si
è rivelata il fattore primario che ha influenzato le decisioni
dei vettori marittimi. Hampton Roads, Halifax e Baltimora in effetti
hanno canali di navigazione che possono assicurare i 50 piedi
richiesti, mentre New York/New Jersey ha intenzione di continuare
a dragare per parecchi anni fino a raggiungere i 50 piedi.
La VPA, sulla base dell'aumento pari al 56,8% in cinque anni,
si sente giustificata nel cercare di incrementare le proprie capacità
di movimentazione contenitori, sebbene gli aumenti degli ultimi
cinque anni comprendano i volumi della Sea-Land e della Maersk,
parte dei quali potrebbero essere perduti una volta andata in
porto la nuova proposta cui si è accennato.
Nel 1995, la VPA ha annunciato il proprio Piano 2010, uno studio
che impostava e raccomandava i miglioramenti delle operazioni,
del marketing e delle infrastrutture che tutti i terminals della
VPA dovrebbero effettuare. Per il NIT, questo piano prevede "un
possibile aumento del 250% dei carichi containerizzati per il
2010, nel cui contesto i volumi intermodali salirebbero del 300%".
La VPA ha risposto intraprendendo un ampliamento da 300 acri presso
il NIT che raddoppierà la sua capacità di movimentazione
dei carichi. Esso dovrebbe essere completato nel corso di quest'anno
per un costo di 400 milioni di dollari USA e comprende un nuovo
ormeggio da 1.500 piedi equipaggiato con tre delle più
grosse gru per containers del mondo. Queste gru, che dovrebbero
arrivare ad agosto dalla Cina, rappresentano un investimento di
15 milioni di dollari e possono estendere la portata fino a raggiungere
22 containers. Ciò è sufficiente per movimentare
qualsiasi tipo di nave esistente, tra cui la Regina Maersk
da 6.000 TEU, che nel corso del 1998 ha fatto scalo a Norfolk.
Inoltre, nel contesto delle "Iniziative di trasporto nell'Hampton
Roads" sono compresi piani relativi ad un nuovo, quarto terminal
contenitori a Craney Island. Craney Island è una località
di forma quadrata con due miglia di lunghezza per ciascun lato,
per un'area complessiva di 2.500 acri. Si tratta di un'area per
la gestione dei materiali di risulta, che attualmente appartiene
al Corpo del Genio dell'Esercito degli Stati Uniti, all'interno
della quale viene scaricato tutto il materiale di risulta dei
dragaggi effettuati nella baia di Hampton Roads. Al ritmo attuale
di riempimento di quattro milioni di metri cubi all'anno, Craney
Island potrà essere utilizzata fino al 2050. Tuttavia,
ciò di per se stesso presenta un dilemma per la VPA, di
cui Bray è pienamente consapevole. "In assoluto è
pienamente nel nostro interesse continuare ad utilizzare Craney
Island per la discarica di terre di risulta, ma - nello stesso
tempo - bisogna che quei terreni vengano messi a disposizione
della massiccia espansione portuale che si prospetta" ha
dichiarato al riguardo. Inizialmente, la VPA dovrebbe utilizzare
circa 800 dei 2.500 acri complessivi disponibili per lo sviluppo
del proprio quarto terminal marittimo. Bray ha spiegato che questo
sviluppo iniziale di Craney Island, dal costo previsto pari ad
un miliardo di dollari USA, potrebbe essere inaugurato nel 2015,
ma è troppo presto perché si possano fornire i particolari
in ordine alla capacità potenziale ovvero alle attrezzature
necessarie.
Dato che lo stato statunitense della Virginia ha una popolazione
di soli sette milioni di persone, le infrastrutture dell'Hampton
Roads non beneficiano di una grande base di consumo a livello
locale. Invece, si fa affidamento sui mercati dell'hinterland.
Di conseguenza, è stato pianificato l'investimento nel
miglioramento e nell'espansione delle infrastrutture intermodali
presso il NIT. Questo progetto comprenderà un allungamento
della linea ferroviaria a binario unico e la fornitura di movimentazioni
ferroviarie maggiormente efficienti. Lo scopo è quello
di creare "la più grande infrastruttura intermodale
per le merci sulla costa nord-orientale degli U.S.A.".
Sebbene le dimensioni complessive del sito non saranno accresciute,
le infrastrutture medesime dovranno essere accentrate. Ciò
si potrà ottenere in vari modi. Inizialmente, si dovrà
costruire un corridoio dedicato al trasporto merci ad un costo
di 55 milioni di dollari USA, unitamente a due sedi distinte -
ciascuna del costo rispettivamente di 24 e 50 milioni di dollari
- che consentiranno all'autostrada di correre sotto i binari ferroviari.
Il finanziamento per questi progetti è già stato
reperito e le relative costruzioni dovrebbero essere portate a
termine - quanto al corridoio ed alla prima sede separata - entro
il 2001. La seconda sede separata dovrebbe essere ultimata "un
po' dopo, poiché si tratta di un progetto molto più
grosso" a detta di Bray. "Questa costruzione assicurerà
un notevole accesso ferroviario senza ostruire il traffico autostradale"
ha aggiunto.
Questi piani stanno a significare che i treni di lunghezza superiore
ad un miglio potranno essere composti in una volta sola, a differenza
di quanto accade con le attuali modalità in base alla quali
un convoglio dev'essere movimentato cinque o sei volte prima di
essere completato. Come ha spiegato Bary, un treno movimentato
da cinque a sei volte "divora tempo prezioso e costi di lavoro".
Una volta ultimato il progetto, egli si aspetta di vedere "presso
questa infrastruttura cinque treni al giorno della NS (Norfolk
Southern)".
Tuttavia, la strategia intermodale della VPA potrebbe avere già
ostacolato la sua ricerca di altri traffici. La Sea-Land e la
Maersk non hanno indicato il NIT tra i contendenti per il loro
terminal "mega-nodo" della costa nord-orientale U.S.A.
per diverse ragioni relative all'intermodalismo. Tra queste vi
sono la riluttanza della VPA a consentire ai treni effettuati
dalla CSX (società-madre della Sea-Land) di accedere insieme
a quelli della NS alle attuali infrastrutture intermodali, nonché
il rifiuto della VPA di lasciare alla Sea-Land ed alla Maersk
il controllo operativo delle loro infrastrutture intermodali.
Tuttavia sembra improbabile che la VPA modifichi la propria attuale
strategia, sebbene sia consapevole delle sue conseguenze. "Le
proposte dello scalo della Virginia rappresentano una buona occasione
imprenditoriale per tutte le parti in causa ed io continuo a confidare
nella capacità del porto di competere e di attirare nuove
attività" ha dichiarato Bray al riguardo. La VPA attualmente
movimenta più di 300.000 contenitori intermodali attraverso
le proprie esistenti infrastrutture, sebbene non sia stata fornita
alcuna indicazione in ordine alle capacità della struttura
accentrata della VPA. In confronto, la Sea-Land e la Maersk al
momento lavorano 130.000 contenitori intermodali attraverso l'infrastruttura
Express Rail di New York.
E' inoltre in programma una quarta iniziativa trasportistica
al fine di incrementare ulteriormente i flussi di traffico. Un
"raccordo intermodale" funzionerà quale strada
ad accesso limitato per collegare il sistema interstatale (in
particolare, la Interstatale 64, che va dalla Virginia a St.Louis
nel Missouri) sia con il NIT che con la vicina base della Marina.
Bray ha confermato che sono già stati reperiti i finanziamenti
per la pianificazione e - sebbene la costruzione debba ancora
cominciare - egli confida che il progetto possa essere portato
a termine per il 2003.
Tuttavia, il miglioramento delle infrastrutture solleva due ulteriori
questioni. In primo luogo, dove troverà gli altri volumi
di traffico la VPA? Ed in secondo luogo, gli attuali collegamenti
stradali, ferroviari ed intermodali sono sufficienti a movimentare
altro traffico? Senza dubbio i volumi della VPA sono in crescita
(v. Tabella 1) ed essa si aspetta che i traffici aumentino in
misura significativa da qui al giorno in cui lo sviluppo di Craney
Island sarà stato ultimato, ma la VPA sarà in grado
di attirare abbastanza traffico in modo da utilizzare pienamente
sia l'ampliamento del NIT che il progetto relativo alla Craney
Island?
La VPA è senz'altro consapevole delle sfide che dovrà
affrontare nello sforzo di attirare altri containers. Secondo
Joseph A. Dorto, dirigente in capo e direttore generale della
Virginia International Terminals, filiale operativa della VPA
che gestisce i tre terminals della VPA (NIT, NNMT e PMT), è
stata individuata in particolare una zona commerciale al fine
di trarre vantaggi dalle nuove infrastrutture e - più precisamente
- dalle gru e dal già presente profondo pescaggio. "Le
nostre tre nuove gru sono della classe Suez, cioè in grado
di movimentare quelle navi che sono così grandi da poter
passare solo attraverso il canale di Suez in Egitto e non attraverso
il più stretto canale di Panama". Questo commento
è stato ripetuto da Bray. "E' possibile andare dal
Sud-Est asiatico alla Costa Orientale degli Stati Uniti più
rapidamente (via Suez) che andare sulla Costa Occidentale U.S.A.
e poi attraversare il continente. E' questa la maggiore crescita
di mercato di cui disponiamo ed in conseguenza stiamo progettando
le nostre infrastrutture per adeguarle di conseguenza".
Infatti, la VPA ritiene che la propria politica consistente nell'adottare
piani a lungo termine, in alcuni casi addirittura fino a 75 anni
nel futuro, comporti una sinergia con i vettori asiatici che fanno
la stessa cosa. "La VPA dispone di piani sia a breve che
a lungo termine, che vanno fino al 2050 ed oltre. Questo, anche
se non necessariamente interessa ai vettori battenti bandiera
statunitense ed europea, è qualcosa alla cui ricerca tendono
i vettori asiatici" ha dichiarato il direttore esecutivo
anziano dei servizi di marketing John D. Covaney.
La VPA ha già attirato con successo altri volumi di traffico
e ha ottenuto la conferma che la Cosco, compagnia di navigazione
di Stato della Cina, è in procinto di ricollocare il proprio
servizio Asia/Mediterraneo/Costa Orientale U.S.A. da Baltimora
al NIT. I volumi previsti ammonteranno a 30.000 containers/anno.
Migliorare i risultati è una cosa, ma la necessità
di portar via i carichi dal porto è un'altra. Una nuova
autostrada che attraverserà la baia di Hampton Roads contribuirà
a conseguire questo obiettivo e - sebbene Bray ammetta che si
tratta di un "piano a lunga gittata" - la sua importanza
risiede nel fatto che essa collegherà il NIT e la vicina
base navale con Craney Island ed il NNMT, con i "carichi
che scorreranno avanti e indietro" tra questi tre luoghi
su un'autostrada interstatale senza intasare le strade cittadine.
Si stima che sia necessario un finanziamento dell'ordine di 2,7
miliardi di dollari, mentre sono già stati cominciati lo
studio tecnico preliminare e la progettazione. Inoltre, è
stato programmato l'Interscambio di Pinner Point. Questo sviluppo,
che comporta un investimento di 142 milioni di dollari, collegherà
il PMT con il sistema autostradale interstatale e così
facendo contribuirà a togliere i veicoli pesanti dalle
strade cittadine. Ulteriori particolari sul progetto dovrebbero
essere annunciati entro questa primavera.
Data la logica dei piani di sviluppo della VPA, sarebbe stato
assai sorprendente se quest'ultima avesse scelto di non ampliare
le proprie infrastrutture a causa della decisione della Sea-Land
e della Maersk. Perciò, dato l'incremento dell'efficienza
intermodale - tra cui il miglioramento della circostante rete
di collegamenti trasportistici - e l'ampliamento delle infrastrutture
destinate alla movimentazione dei contenitori, la questione-chiave
per la VPA dev'essere quella di conseguire ulteriore attività
a sufficienza al fine di sostenere questa espansione. La VPA ammette
che il continuo incremento delle dimensioni delle navi costituisce
uno dei presupposti necessari al riguardo. Peraltro, l'attrazione
di ulteriori volumi potrebbe dimostrarsi difficile, in particolar
modo in un momento in cui una percentuale della sua attuale attività
è in procinto - con tutta probabilità - di essere
ricollocata presso uno dei suoi concorrenti.
(da: Containerisation International, febbraio 1999)
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