Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS
ANNO XVII - Numero 9/99 - SETTEMBRE 1999
Trasporto marittimo
La situazione dei traffici transatlantici
"I servizi relativi al Nord Atlantico sono un'attività
che comporta delle sfide, lo sono sempre stati e sempre lo saranno"
afferma Gordon A. Braun, dirigente capo della Canada Maritime
Services Ltd. Courtenay Allan, direttore dei traffici transatlantici
della OOCL, è d'accordo. "L'Atlantico è un
traffico interessante, che non finisce mai di sorprendermi"
dichiara.
Quanto all'attuale condizione di questo mercato, essa è
forse meglio riassunta da Olav Rakkenes, presidente della ACL
(Atlantic Container Line) nonché presidente del TACA (Accordo
Conferenze Trans-Atlantico): "Ciò che tutti quanti
pensavano dovesse accadere, è accaduto. Vale a dire, le
tariffe in direzione ovest hanno raggiunto il fondo, mentre quelle
in direzione est sono rimaste molto basse" afferma.
Derek Wakeling, dirigente traffici atlantici dell'ufficio di
Londra della K Line, spiega ciò che tale situazione significa:
"Al momento, in realtà assistiamo alla presenza di
due mercati diversi nel Nord Atlantico: ve ne è uno in
direzione ovest ed un altro in direzione est".
Frank Halliwell, dirigente capo della Americana Ships, che fa
parte del gruppo CP Ships, condivide questa opinione. "Il
mercato atlantico al momento non è messo bene, in particolar
modo in direzione est, laddove la domanda è calata del
12-14% rispetto allo scorso anno. Ciò crea un grosso divario
tra i mercati in direzione est ed in direzione ovest. La maggior
parte delle linee sono al completo verso ovest, ma sfortunatamente
le navi stanno sperimentando una bassa utilizzazione in direzione
est" spiega.
Un altro importante vettore che effettua servizi nel Nord Atlantico,
la P&O Nedlloyd, si è rifiutato di fare commenti al
riguardo "fino a quando il mercato non sarà più
stabile".
Nello scorso mese di dicembre, veniva previsto un periodo molto
turbolento per questi traffici. La capacità era in aumento,
si era in attesa dell'entrata in vigore della legge di riforma
statunitense sul settore marittimo del 1998 ed il futuro del TACA
era molto dubbio.
I primi sei mesi del 1999 sono certamente stati molto tumultuosi.
La capacità ha continuato ad incrementarsi, per quanto
forse non al ritmo previsto nel dicembre del 1998. Inoltre, il
TACA ha assistito alle vicende del suo cosiddetto rimpiazzo, il
NAA (Accordo Nord Atlantico), il quale, dopo essere stato registrato
presso le autorità legislative di Bruxelles e Washington,
è stato ritirato a favore del nuovo e rielaborato accordo
TACA, malgrado il fatto - o forse proprio in ragione di questo
- che i membri del NAA controllassero l'85% del mercato.
Ora, il futuro del nuovo TACA stesso è in corso di discussione.
Lo ESC (Consiglio dei Caricatori Europei) ha presentato un nuovo
reclamo presso la Commissione Europea di Bruxelles, con il quale
si esprimono delle obiezioni circa la struttura revisionata del
nuovo TACA. Lo ESC esprime preoccupazioni in ordine alla riservatezza
dei contratti di servizio ed ai termini proposti per "i contratti
sugli accordi di servizio ed i contratti di servizio multi-vettoriali"
a livello di conferenze del TACA.
Malgrado questo attacco da parte dello ESC, Rekkenes confida
ancora che il TACA possa continuare ad esistere. "Qualcuno
credeva che il TACA non potesse sopravvivere, ma io sono convinto
che esso per lo più resterà intatto" rivela
confidenzialmente Rekkenes.
I vettori dei traffici nell'ambito del TACA saranno senza dubbio
sorpresi di apprendere il reclamo dell'ESC. Essi ritenevano che
il nuovo accordo soddisfacesse tutti i criteri richiesti dalle
autorità di Bruxelles e di Washington. "Tenendo presente
che il nuovo TACA accoglie tutte le modifiche desiderate dalle
autorità legislative, presumiamo che non vi debba essere
alcuna obiezione. Il nuovo TACA è stato davvero ritagliato
su ciò che diceva Bruxelles" insisteva Allan solo
pochi giorni prima che lo ESC sollevasse le sue obiezioni.
Il nuovo TACA, in caso di approvazione, consisterà di
un minor numero di membri rispetto alla sua composizione precedente
nonché rispetto a quelli che avevano sottoscritto il NAA.
Gli attuali membri del TACA sono la ACL, la Hapag-Lloyd, la Maersk,
la OOCL, la Mediterranean Shipping Company, la NYK, la P&O
Nedlloyd e la Sea-Land. "Il nuovo TACA potrà anche
essere costituito da meno membri, ma resterà forte come
sempre" dichiara Rakkenes.
Nello stesso tempo, le tariffe di trasporto merci attraverso
il Nord Atlantico continuano a calare (v. Tabella 1).
TABELLA 1
LE TARIFFE DI TRASPORTO MERCI TRANSATLANTICO: UNA DISCESA CHE CONFERMA I FATTI
Periodo
USA/Europa Direzione Est
Cambiamento
%
USA/Europa Direzione Ovest
Cambiamento %
2° trim. 1997
1.446
-1
1.246
-4
3° trim. 1997
1.611
11
1.306
5
4° trim. 1997
1.471
-9
1.288
-1
1° trim. 1998
1.472
0
1.284
0
2° trim. 1998
1.477
0
1.210
-6
3° trim. 1998
1.397
-5
1.221
1
4° trim. 1998
1.308
-6
1.188
-3
1° trim. 1999
1.165
-11
1.100
-7
Note: Tutti i dati sono espressi in dollari USA x TEU
Fonte: Indicatori Tariffe Trasporto Merci di Containerisation International
Secondo i FRI (Indicatori delle Tariffe di Trasporto Merci) di
Containerisation International, le tariffe medie in direzione
est nel primo trimestre del 1999 dagli USA all'Europa settentrionale,
pari a 1.165 dollari per TEU, riflettono una diminuzione dell'11%
rispetto alle cifre dell'ultimo trimestre del 1998 (1.308 dollari/TEU).
In effetti, i dati dei FRI mostrano come in questo settore delle
tariffe in direzione est non vi sia stato alcun incremento di
segno positivo sin dal quarto trimestre del 1997, allorquando
le tariffe erano di 1.471 dollari per TEU.
Una tendenza simile si è verificata in direzione ovest
dal Nord Europa agli Stati Uniti. Qui, le cifre del primo trimestre
del 1999, pari a 1.100 dollari per TEU, hanno rappresentato un
decremento del 7% rispetto al quarto trimestre del 1998, quando
si parlava di 1.188 dollari/TEU.
I vettori che effettuano servizi nel Nord Atlantico sono ben
consapevoli di tale problema. Il principale vettore statunitense,
la Sea-Land, conferma che "le tariffe del mercato in direzione
ovest sono molto basse, mentre anche quelle in direzione est continuano
ad assistere ad un declino".
Rakkenes la mette in un altro modo: "Le tariffe in direzione
ovest sono così basse che sembrano aver raggiunto il fondo.
L'unica strada che gli rimane è quella di risalire. Come
accade anche per la direzione est, dove le attuali tariffe restano
ad un livello non competitivo. Infatti, anche qui dopo aver raggiunto
il fondo, esse potranno cominciare a risalire" afferma.
L'impatto del calo delle tariffe chiaramente ha un effetto maggiore
sui ricavi prodotti dai vettori marittimi. "E' un fatto,
oggi, che i ricavi prodotti non riescono a coprire i costi dei
vettori marittimi. Non vi è nulla oggi, nell'ambito dei
servizi tra la Costa Orientale statunitense e l'Europa del Nord,
con cui si riesca a far soldi" suggerisce Allan. Braun mette
in prospettiva tale questione: "Se le tariffe di trasporto
merci sono diminuite in media di 250 dollari, tenendo presente
i volumi di traffico movimentato nel Nord Atlantico, che si stima
essere nell'ordine di circa 2,2 milioni di TEU, allora è
facile calcolare quanti ricavi si perdano" dichiara.
Una buona indicazione di quanto le cifre sopra riportate stiano
affliggendo i proventi dei vettori marittimi è fornita
dall'esame dei risultati della ACL in ordine al primo trimestre
1999. La linea di navigazione riferisce che i volumi del trimestre
indicato sono calati dell'11%, mentre le tariffe sono diminuite
del 16%. "Si tratta dei peggiori volumi containerizzati e
delle peggiori tariffe mai realizzati nel primo trimestre in 20
anni di attività" ha dichiarato il vettore. La conseguenza
è stata che il profitto netto in questo trimestre è
stato pari a 1,56 milioni di dollari, che rappresenta un notevole
calo rispetto al profitto netto del primo trimestre 1998 (8,54
milioni di dollari).
E dunque, perché le cose vanno così male nel Nord
Atlantico? La ACL sostiene che "l'avvento della deregolamentazione
nel settore marittimo negli Stati Uniti ed in Europa ha comportato
un effetto negativo sul livello delle tariffe".
Braun, d'altro canto, suggerisce qualcosa di diverso. "Penso
che l'incremento della capacità delle navi abbia avuto
un notevole impatto sullo sviluppo delle tariffe di trasporto
merci" ha detto. Prosegue Braun: "C'è bisogno
di un equilibrio ragionevole tra la crescita dei traffici e la
crescita della capacità. Attualmente, peraltro, l'espansione
della capacità ha disturbato l'equilibrio, nel senso che
la capacità offerta surclassa la capacità richiesta".
Dato che altri vettori hanno fatto il proprio ingresso nel Nord
Atlantico, sembra che Braun abbia centrato il problema. Ad esempio,
la Cosco, la K-Line e la Yangming sono entrate nei traffici transatlantici
mediante un'alleanza all'inizio del 1997. La NYK ha recentemente
preso il posto della Sea-Land nel servizio congiunto Maersk/P&ON
che collega il Nord Europa con il porto canadese di Montreal.
Questa decisione, anche se inizialmente si è risolta solamente
nell'acquisto di spazio sulle navi della Maersk, rappresenta chiaramente
l'intenzione della NYK di ampliare i propri interessi nel mercato
nord-atlantico. "La nostra decisione di partecipare a questo
servizio fa parte di un piano complessivo al fine di accrescere
la nostra attività transatlantica" spiega James Kirsop,
direttore generale della divisione di linea della NYK, con sede
a Londra. "Abbiamo solamente l'1-2% del mercato transatlantico,
di modo che - al fine di essere presi sul serio - abbiamo bisogno
di una quota maggiore" continua.
Comunque, mentre molti vettori stanno infatti assistendo all'imbarco
di un numero minore di TEU sulle loro navi, come la Evergreen
che ha trasportato complessivamente 42.124 TEU nel primo trimestre
del 1999 rispetto ai 52.024 TEU dello stesso periodo del 1998,
da tutto ciò discende che i vettori marittimi stanno trasportando
meno volumi in un periodo in cui anche il mercato stesso è
di dimensioni minori (v. Tabella 2).
I TEU complessivamente trasportati nell'ambito del mercato da
tutti gli operatori nel primo periodo del 1999 sono stati 438.035,
rispetto ai 462.530 TEU del corrispondente periodo dello scorso
anno.
E' interessante notare come i primi dieci vettori in classifica
abbiano accumulato 307.871 TEU nel primo periodo di quest'anno,
con un calo rispetto ai 333.169 TEU trasportati nel periodo corrispondente
dello scorso anno.
TABELLA 2
CONFRONTO DEI VOLUMI IN TEU: PRIMO TRIMESTRE 1999 E PRIMO TRIMESTRE 1998 IN RELAZIONE AI PRIMI DIECI VETTORI IN CLASSIFICA
Vettore
Totale 1999
Direz. Est
%
Direz. Ovest
%
Totale 1998
Direz. Est
%
Direz. Ovest
%
ACL *
19.651
8.993
4,7
10.658
4,3
22.351
10.810
4,7
11.541
4,9
COSCO
21.519
9.075
4,7
12.444
5,1
20.899
10.922
4,8
9.977
4,3
Evergreen
42.124
20.597
10,7
21.527
8,8
52.024
26.716
11,7
25.308
10,8
Hapag-Lloyd *
35.330
15.717
8,2
19.613
8,0
33.701
17.088
7,5
16.613
7,1
Lykes Lines
25.525
10.856
5,6
14.669
6,0
23.779
11.121
4,9
12.658
5,4
Maersk *
28.737
15.833
8,2
12.904
5,3
38.271
20.982
9,2
17.289
7,4
MSC *
27.447
10.628
5,5
16.819
6,9
24.037
10.370
4,5
13.667
5,8
OOCL *
24.898
11.699
6,1
13.199
5,4
27.362
14.538
6,4
12.824
5,5
P&O Nedlloyd *
37.838
17.876
9,3
19.962
8,1
40.954
20.557
9,0
20.397
8,7
Sea-Land *
44.802
17.231
8,9
27.571
11,2
49.791
23.629
10,3
26.162
11,2
Totale
307.871
138.505
71,9
169.366
69,1
333.169
166.733
73,0
166.436
71,1
Totale mercato
438.035
192.810
100,0
245.225
100,0
462.530
228.397
100,0
234.133
100,0
Note: ACL = Atlantic Container Line, MSC = Mediterranean Shipping Company; * = membri del TACA
Fonte: PIERS/Journal of Commerce US Global Container Report
Ciononostante, i vettori marittimi del Nord Atlantico stanno
ancora effettuando operazioni a nave completa. La Maersk, che
fa parte del Gruppo AP Moller, conferma di stare "trasportando
buoni volumi a navi complete e, di conseguenza, di non avere riscontrato
impatti particolari sui volumi". Opinione, questa, condivisa
da Wakeling, il quale sostiene che "la K Line non ha sperimentato
in alcun modo cali nei volumi".
Pertanto, cosa riserva il futuro per i traffici transatlantici?
Allan ritiene che l'attuale situazione possa essere mantenuta
tale solo per poco, prima che occorra intraprendere qualche azione.
"Se i ricavi non coprono i costi, può darsi che occorra
ridurre la disponibilità di servizio. Speriamo che, alla
fine della giornata, il settore capisca che le tariffe al momento
sono troppo belle per essere vere e che la gente sia pronta a
concordare incrementi ragionevoli" afferma.
La Sea-Land è d'accordo circa il fatto che le cose debbano
cambiare: "La risposta sul lungo termine è un approccio
più razionale che si concentri sulla ricerca delle esigenze
del cliente. Il nostro settore non si può permettere di
offrire un prodotto che vada bene per tutti i clienti".
Il TACA ha già fissato aumenti tariffari in direzione
ovest, con un incremento di 150 dollari USA per contenitore da
20 piedi a partire dallo scorso 15 giugno. I vettori ritengono
che questa costituisca un'iniziativa essenziale per far sì
che i profitti ritornino nel 1999 ed oltre. "A meno che i
vettori non assistano ad un miglioramento delle tariffe ed all'aumento
dei ricavi generati dalle movimentazioni in direzione ovest, allora
la capacità dovrà essere tenuta sotto controllo.
I vettori possono permettersi di essere soggetti a così
tanti volumi a tariffe così basse?" si chiede Allan.
Wakeling, pur accettando la cosa, afferma che i vettori debbono
ancora adottare un approccio prudente. "La pressione sulle
tariffe continuerà fino a quando l'offerta supererà
la domanda, ma il fattore più importante per i vettori
consiste nel conservare un atteggiamento ragionevole nei confronti
delle tariffe" avverte.
Halliwell è ottimista circa gli incrementi del TACA: "Dati
gli aumenti fissati dal TACA in direzione ovest, io spero che
un modesto aumento tariffario possa fornire un aiuto alle linee
di navigazione, in un momento in cui molte di esse continuano
a perdere denaro" afferma.
Braun confida che il mercato possa accettare il fatto che gli
aumenti tariffari sono necessari. "Il transatlantico ha clienti
diffusi ovunque. Certo, sono sempre stati proprio quei clienti
ad effettuare pressioni in continuazione, ma penso che ve ne sia
un numero uguale che è già pronto a guardare alle
cose in modo più razionale ed a comprendere come stanno
le cose quando una linea di navigazione dice di non essere assolutamente
più in grado di diminuire i prezzi ulteriormente"
spiega.
Ma questi clienti sono davvero pronti a capire, se - come si
è detto - il Nord Atlantico è troppo bello per essere
vero? La risposta è probabilmente sì, secondo la
NITL (Lega Nazionale Trasporto Industriale statunitense), un'organizzazione
che rappresenta gli interessi dei principali caricatori degli
Stati Uniti. "Nel complesso, i caricatori statunitensi non
hanno grosse lamentele nei confronti del servizio che in questo
momento ottengono nel Nord Atlantico" essa conferma.
Christopher Taylor, direttore generale della Acordis Exports,
che assicura i servizi distributivi della Acordis Group, branca
marittima della Akzonobel, specialista in prodotti in fibra, afferma
che i caricatori attraverso l'Atlantico stanno traendo vantaggio
dall'attuale situazione. "I vettori marittimi erano stati
presi dal panico, tanto da concordare tariffe molto basse alla
fine del 1998 per i 12 mesi seguenti; e ciò semplicemente
perché i vettori stessi volevano garantirsi una quota di
mercato qualsiasi prima che la deregolamentazione marittima statunitense
divenisse legge" afferma. Continua Taylor: "I vettori
marittimi stessi, poi, non avevano previsto gli incrementi del
mercato cui assistiamo adesso, di modo che le navi sono piene,
ma a tariffe molto basse". Ciononostante, Taylor ammette
che le tariffe dovranno aumentare. "Sì, le tariffe
dovranno aumentare, è evidente se si guarda la situazione
attuale, ma non dovranno certo tornare agli assurdi prezzi applicati
un tempo" sostiene.
Christopher Welsh, segretario generale dello ESC, continua sul
tema: "Vi è ora un giusto equilibrio tra caricatori
e vettori marittimi. Non vi è mai stata una situazione
così nel Nord Atlantico, i vettori stanno imparando a gestire
i propri beni molto meglio. Ci si aspetta che questo traffico
resti in salute. I vettori trarranno vantaggio dalla deregolamentazione
poiché essa li mette in condizione di fruire di relazioni
migliori con i propri clienti" sostiene.
Tuttavia, i vettori marittimi sono d'accordo su tutto ciò,
in particolare in relazione all'OSRA? La Sea-Land osserva che
"c'è ancora molta strada da fare per realizzare l'intero
potenziale delle opportunità commerciali offerte dall'OSRA".
Peraltro, il vettore ritiene che, allo scopo di conseguire tale
risultato, "sia i vettori che i caricatori debbano cambiare
allo scopo di reperire modalità maggiormente produttive
e meno costose per i servizi di trasporto, distribuzione e movimentazione".
Si tratta di una opinione condivisa dalla Maersk. Essa afferma
che la OSRA sta creando una tendenza nel cui contesto vi è
"la crescente volontà di siglare contratti di servizio,
con maggiori volumi di traffico - rispetto a prima - già
movimentati mediante singoli contratti di servizio". Inoltre,
questo vettore si aspetta di "entrare in maniera più
pesante in associazioni con i nostri clienti, elaborando soluzioni
di trasporto che si adattino alle esigenze della clientela".
Nello stesso tempo, Allan spiega perché coloro che sono
impegnati in trattative dovrebbero "trovare comoda"
la situazione risultante dall'OSRA. "Si dovrebbe rammentare
che, a prescindere da ciò che viene discusso, sono state
pubblicizzate solo quattro problematiche. Si tratta del raggio
d'azione geografico dell'accordo, dell'impegno minimo, del termine
o della validità del contratto e, in fine, della merce
in questione. E poi, niente di più" ha dichiarato.
Braun parla più specificamente dal punto di vista dei
vettori marittimi degli effetti dell'OSRA: "Prima negli Stati
Uniti tutto quanto era libero. Ora il punto di riferimento è
stato rimosso, e questo crea un grosso problema. Segnatamente,
quando ci viene richiesto di fissare una tariffa, su che cosa
ci basiamo? Non ci si può basare sulle tariffe di mercato
poiché è impossibile accertare con esattezza quali
siano attualmente" avverte.
Halliwell è più filosofo. "Certo, l'OSRA ha
generato un'aspettativa circa la possibilità che le tariffe
rimangano basse, ma resta essenziale per i vettori restare ciononostante
innovativi, pur cercando di ridurre i propri costi" ha concluso.
(da: Containerisation International, luglio 1999)
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