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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 9/99 - SETTEMBRE 1999 |
Logistica
Il trasporto aero-marittimo: uno strano ibrido
I vettori marittimi a malapena si accorgono dei volumi generati
dal trasporto aero-marittimo - forse 10-15 TEU per viaggio - e,
dato che complessivamente il trasporto aereo di merci a livello
mondiale rappresenta l'1% dei traffici mondiali quanto a volumi
e che i volumi del trasporto aero-marittimo ne costituiscono a
loro volta una minuscola percentuale, difficilmente potrebbe dirsi
che esso rappresenti una delle principali modalità di trasporto.
Persino i suoi più convinti sostenitori non possono affermare
che esso sia qualcosa di diverso da una carta minore nella partita
della logistica. Anche se poi si tratta di una carta che almeno
alcuni esportatori ed importatori sono felici di avere in mano.
I principali generatori di traffico aero-marittimo sono sempre
stati gli esportatori dell'Asia orientale, dato che essi desiderano
tempi di viaggio più rapidi ad un costo ragionevole e/o
data la carenza di capacità di trasporto merci aereo diretto.
Tali pressioni erano particolarmente forti negli anni '80, allorquando
vi era un serio squilibrio dei traffici a favore delle esportazioni
dall'Asia e di conseguenza non c'era abbastanza capacità
di trasporto merci aereo in uscita al fine di far fronte alla
domanda.
Unitamente ai tempi ciclici più rapidi, che stanno a significare
che gli esportatori erano riluttanti a lasciare le proprie merci
sui mari per diverse settimane, ciò ha comportato l'istituzione
di due rotte aero-marittime. Una era strutturata su una tratta
via mare da Hong Kong o Singapore a Dubai ovvero alla volta del
vicino emirato di Sharjah, e da qui via aria alla volta dell'Europa
o degli Stati Uniti; l'altra, via mare a Seattle e da qui via
aria alla volta dell'Europa. La rotta medio-orientale era alimentata
in particolar modo dalla crescita dei voli dall'Europa all'Asia
che, con i vecchi aeroplani in uso a quel tempo, dovevano fare
scali di rifornimento a Dubai. Questo, insieme alle politiche
liberali della famiglia regnante di Dubai Al Mahktoum, aveva reso
l'emirato un importante nodo per il trasporto meri aereo. Dal
momento che il Golfo esporta petrolio ed importa quasi tutte le
altre cose, il trasporto aero-marittimo assicura altresì
a Dubai un'utile fonte di trasporto merci in direzione ovest.
I promotori di tali rotte sostenevano che esse offrivano tempi
di viaggio dimezzati rispetto a quelli del trasporto marittimo
a costi dimezzati rispetto a quelli del trasporto aereo. In effetti,
la proporzione dei costi è in qualche modo più elevata,
dato che il costo del trasporto aero-marittimo solitamente è
doppio rispetto a quello del trasporto marittimo mentre è
due terzi di quello del trasporto aereo. Il direttore dei trasporti
marittimi del Circolo degli Spedizionieri britannici, Jonathan
Bucley, dopo aver dichiarato che i prezzi sono fluttuanti, quota
un tipico costo dall'Asia orientale al Regno Unito nell'ordine
di 1,90 dollari USA al chilo per il trasporto aereo, di 1,20 dollari
per il trasporto aero-marittimo e di 50-60 centesimi per il trasporto
marittimo.
Nel suo momento culminante - stima John Dilley, direttore marketing
e servizio clienti del Circolo degli Spedizionieri britannici
- il trasporto aero-marittimo equivaleva all'8-10% dei volumi
di trasporto merci aereo dall'Asia all'Europa. Tuttavia, alla
metà degli anni '90, la percentuale dell'aero-marittimo
ha cominciato ad indebolirsi. La crescente prosperità dei
paesi dell'Asia orientale, almeno sino alle crisi valutarie del
1997, ha comportato che le importazioni hanno eguagliato o addirittura
superato le esportazioni.
Nello stesso tempo, le linee aeree asiatiche si espandevano aggressivamente,
acquisendo flotte di 747 adibiti al trasporto merci, mentre anche
i principali operatori europei di trasporto merci aereo - quali
Lufthansa, Air France e la lussemburghese Cargolux - incrementavano
la capacità di trasporto merci alla volta del dorato mercato
asiatico. I vettori medio-orientali, quali la Gulf Air e la Emirates,
le cui rotte in precedenza si concentravano sull'Europa e che
avevano accolto favorevolmente il trasporto aero-marittimo allo
scopo di riempire le loro tratte in direzione ovest, hanno iniziato
a volare in forze anche alla volta dell'Asia orientale e hanno
cominciato a cercare traffici dall'Asia all'Europa. La conseguente
guerra tariffaria ha offerto molte opportunità agli esportatori
dell'Asia orientale.
Nel contempo, i tempi di viaggio più veloci nel trasporto
marittimo - derivanti dall'eliminazione degli scali intermedi
da parte dei vettori marittimi - ha ridotto il vantaggio del trasporto
aero-marittimo sul trasporto marittimo puro. Dati i tempi di viaggio
di 18-19 giorni disponibili per la tratta da Singapore e quelli
di 22-23 giorni per la tratta da Hong Kong, il viaggio in 12-16
giorni di trasporto aero-marittimo alla volta dell'Europa via
Dubai sembrava poter offrire un vantaggio meno clamoroso. Anche
la maggiore frequenza delle partenze ha reso meno necessario il
ricorso al trasporto aero-marittimo nel caso un carico non riuscisse
ad arrivare in tempo per una partenza.
Pure il trasporto aero-marittimo via Seattle, che una volta rappresentava
l'attività principale per vettori aerei quali la Cargolux
e la Lufthansa, sembrerebbe essere sfiorito sotto l'effetto di
questa duplice pressione. Tuttavia, il traffico attraverso i due
nodi medio-orientali sta andando ancora forte. La Dubai Cargo
Village, e cioè l'operatore del complesso dedicato ai carichi
aerei presso l'aeroporto di Dubai, ha dichiarato che il trasporto
aero-marittimo è cresciuto del 10,94% nel 1998 sino a 73.780
tonnellate, che poi costituisce il 16,6% del tonnellaggio complessivo
che passa dall'aeroporto in questione. Presso il vicino nodo di
Sharjah - che è il campione mondiale di trasporto aero-marittimo
nel settore del trasporto aereo - la crescita è stata ancora
più clamorosa. Le cifre ufficiali mostrano una crescita
del 48,3% del trasporto aero-marittimo nel 1998 fino a 47.512
tonnellate, ovvero l'8,8% del traffico aereo.
Da dove proviene questo traffico? Una risposta potrebbe essere:
dal vecchio cavallo di battaglia del trasporto aero-marittimo,
vale a dire la carenza di capacità di carico aerea. Con
l'arrivo della crisi asiatica, le linee aeree hanno diluito i
servizi alla volta della regione e - dato l'aumento delle esportazioni
a causa della svalutazione delle valute asiatiche - il risultato
è stato una diminuzione della capacità di carico
aerea in uscita. Allo stesso tempo, anche la capacità marittima
in uscita da Hong Kong e da Singapore è divenuta difficile
da procurarsi, particolarmente nei periodi di punta natalizi del
1997 e nel 1998. Peraltro, con le navi fino a 5.000 TEU ora in
servizio sulle rotte dell'Asia orientale e del Medio Oriente,
la capacità di trasporto merci marittimo è diventata
relativamente facile da trovare a Dubai, di modo che il trasporto
aero-marittimo è divenuto ancora una volta allettante.
Questi fattori quasi certamente intensificheranno la domanda di
trasporto aero-marittimo anche verso la fine del 1999. Argomenta
Buckley: "Lo scorso anno, un sacco di gente ha effettuato
ordinazioni sulla speranza e si è bruciata le mani; quest'anno
saranno molto più prudenti ed ordineranno all'ultimo minuto,
spingendo verso l'alto la domanda di trasporto aero-marittimo".
D'altro canto, altri puntano sulla ripresa in Asia e sulla predisposizione
di scorte da parte dei fornitori in caso si verificassero problemi,
il che condurrebbe ad una carenza di capacità di trasporto
merci aereo ad ottobre od a novembre, in particolar modo poiché
molte linee aeree riducono i voli a causa del ribasso asiatico.
In ogni caso, il trasporto aero-marittimo senza dubbio costituirà
una soluzione popolare.
La carenza di capacità, peraltro, non spiega tutto il traffico
aero-marittimo via Dubai e Sharjah. L'operatore di gran lunga
più importante nel mercato del traffico aero-marittimo,
come ammettono anche i suoi rivali, è la tedesca SAT (Sea
Air Transport), che commercializza l'aero-marittimo sotto il marchio
Albatros. Dal 1984, la SAT è quella che ha fatto di più
per creare il mercato via Dubai e Sharjah, in collaborazione con
lo spedizioniere di Dubai Swift Freight. Manfred Kiel, uno dei
due proprietari della SAT, nota che i clienti, pur programmando
raramente l'aero-marittimo di per sé, tuttavia siglano
contratti con la SAT: "Il cliente, però, non garantisce
mai 100 tonnellate su una certa data. Egli afferma che se si dovesse
trovare in tale situazione, noi avremmo la nostra quota"
spiega Kiel. Per questa ragione, la maggior parte degli spedizionieri
preferisce sub-contrattare la capacità aero-marittima presso
la SAT piuttosto che programmare tale tipo di trasporto in proprio".
Un importante spedizioniere che non si serve della SAT è
la Panalpina, che utilizza infrastrutture proprie presso l'aeroporto
di Sharjah e la propria branca in grado di garantirle capacità,
vale a dire la ASB (Air Sea Broker), allo scopo di realizzare
pacchetti aero-marittimi per conto proprio. Wolfgang Meier, vice
presidente anziano per l'Estremo ed il Medio Oriente, la C.S.I.
ed il noleggio della ASB, è d'accordo sul fatto che pochissimi
clienti programmino l'aero-marittimo, ma afferma anche che la
ASB si accorda con lo stesso cliente per l'aero-marittimo tutti
gli anni. "Quando gli si parla, essi dicono: sì, avremo
bisogno dell'aero-marittimo, ma non chiedeteci quando. Si potrebbe
trattare di 150 tonnellate un mese e 400 tonnellate il mese successivo".
Le ragioni per cui tali caricatori optano per l'aero-marittimo
sono molte e diverse. Una fornitura all'ultimo momento ovvero
un ritardo nella produzione rappresentano una ragione comune per
gli esportatori tessili del sub-continente indiano, che - secondo
Ali Al Jallaf, direttore del Dubai Cargo Village - costituiscono
l'80% del traffico aero-marittimo che passa attraverso l'aeroporto.
In questo caso, il marittimo puro rappresenta la modalità
normale mentre l'aero-marittimo viene utilizzato per le emergenze
quando gli orari non vengono rispettati. Talvolta, questa modalità
serve anche quando si verifica la necessità di portare
i prodotti in Europa o negli Stati Uniti prima che vengano superati
i limiti sulle quote d'importazione.
Ma, come spesso accade per l'aero-marittimo, le cose non sono
così semplici. Le tariffe di trasporto merci aereo, che
fluttuano in modo selvaggio in uscita dal sub-continente indiano,
costituiscono altresì un fattore-chiave, e due operatori
diversi possono all'apparenza vedere due tendenze opposte nel
medesimo mercato. Così, Meier riferisce che c'è
stato un forte periodo di punta del traffico aero-marittimo dal
sub-continente indiano nell'aprile di quest'anno, mentre Dilley,
del Circolo, suggerisce come le basse tariffe di trasporto merci
aereo e la relativamente bassa frequenza delle partenze dall'India
a Dubai hanno nuovamente dirottato il traffico verso il settore
aereo.
I clienti più probabili per l'aero-marittimo sembrerebbero
essere i produttori tessili e di calzature dei paesi del Sud-Est
asiatico. L'Indonesia, che già nei tempi migliori rappresentava
un mercato difficile per i traffici aerei, per molto tempo ha
utilizzato il trasporto merci marittimo al fine di portare i propri
prodotti tessili e calzaturieri a Singapore ed in altri posti
dotati di migliore capacità di trasporto aereo. Meier ha
inoltre rivelato come il Vietnam e lo Sri-Lanka siano fonti di
carichi in crescita.
Sebbene le industrie tessili e calzaturiere rappresentino i pilastri
del settore, l'aero-marittimo viene utilizzato anche per i computers,
l'elettronica, i giocattoli ed altri manufatti ad alta tecnologia.
Al Jallaf riconosce che queste voci rappresentano il 20% dei volumi
attraverso Dubai. Sono proprio gli articoli elettronici di elevato
valore che stanno dietro al traffico aero-marittimo da Hong Kong,
che costituisce da sempre la fonte di gran parte dell'aero-marittimo.
Kiel spiega che Hong Kong è ancora un importante mercato
e considera la Cina come uno dei grossi mercati del futuro.
Meier non ne è così sicuro, sottolineando la rapida
crescita dei voli di trasporto merci alla volta di Shanghai e
prevedendo che altro traffico sarà dirottato sul trasporto
aereo. E Meier fa notare come ciò abbia già liquidato
un mercato dell'aero-marittimo. I carichi marittimi dalla Cina
a Busan o Seoul in Corea del Sud, da dove poi volavano attraverso
il Pacifico alla volta degli Stati Uniti, alcuni anni fa erano
diventati una moda. Meier afferma che adesso tutto ciò
non esiste più, essendo stato fatto fuori dalla crescita
dei voli di trasporto merci alla volta di Shanghai, dato che la
Cina si è aperta ai vettori esteri. Anche l'inserimento
di altri servizi diretti di trasporto marittimo per la Cina ha
comportato la riduzione della domanda per l'opzione aero-marittima.
Sebbene l'aero-marittimo sia spesso prescelto dagli esportatori
che vanno di fretta o cercano di ridurre i costi, esso talvolta
viene ingenerato anche dagli importatori. Sia Meier che Colin
Sullivan, direttore esecutivo della Cromac Smith, concessionaria
della Albatros per il Regno Unito, affermano che gran parte della
domanda proviene dai grandi magazzini. Questa domanda dei dettaglianti
- secondo Sullivan - di solito è sensibile ai tempi, il
che comporta che le consegne debbano evolvere dal marittimo puro
all'aero-marittimo, in particolar modo nella periodo della corsa
pre-natalizia, quando la capacità è quasi sempre
sfruttata al massimo nei porti e negli aeroporti.
Un altro fattore allettante per gli importatori europei, secondo
Kiel, è la precisione dell'aero-marittimo. "Quando
la gente dice che l'aero-marittimo è a 12-14 giorni da
Hong Kong, ciò non corrisponde proprio alla verità.
Se si prevede una consegna per il giorno e l'ora tale, lo sarà"
commenta. "L'aero-marittimo significa che si può farla
arrivare là in 14 giorni alle 7 del mattino". Un numero
sempre maggiore di clienti, perciò - a detta di Kiel -
si serve del trasporto aero-marittimo, al posto del marittimo
puro, per le consegne just-in-time.
Simili considerazioni possono inoltre convincere la clientela
a dirottare i carichi dal trasporto aereo a quello aero-marittimo:
"Alcune imprese hanno scoperto che con il trasporto aereo
di merci il prodotto arriva prima che ve ne sia bisogno. In tali
casi, il trasporto aero-marittimo può fargli risparmiare
denaro ed adattarsi meglio alle loro esigenze logistiche"
spiega Sullivan.
Per tali clienti, concorda Jörg Eggenberger, direttore del
trasporto merci aereo della Panalpina, il trasporto aero-marittimo
non è altro che un ulteriore modo per tenere basse le scorte.
"Se si servivano del solo trasporto marittimo puro e del
solo trasporto aereo puro, si trattava di modalità un po'
rigide: il trasporto aero-marittimo fornisce loro un'altra opzione".
Eggenberger ha poi sottolineato che quest'ultima modalità
può altresì essere allettante per il trasporto alla
volta di località distanti dal mare. "In relazione
all'Europa centrale, ad esempio, il trasporto aero-marittimo è
in grado non solo di far risparmiare sui tempi di movimentazione
in porto, ma anche di consegnare il carico direttamente a Zurigo".
Anche le dimensioni, senza dubbio, rappresentano un criterio per
decidere se utilizzare il trasporto aero-marittimo. Sullivan sottolinea
come esso sia particolarmente allettante per lo LCL, che ha bisogno
di essere svuotato, il che si va ad aggiungere ai tempi di viaggio
ed ai costi.
Kiel riconosce che esiste un limite massimo a ciò che può
essere trasportato mediante l'aero-marittimo, ma suggerisce anche
come sia difficile quantificarlo. "Le spedizioni da cento
tonnellate non sono insolite" ha dichiarato. Sullivan parla
di una spedizione di 320 tonnellate da Taiwan. Si tratta di grosse
cifre in termini di trasporto merci aereo (un 747 merci trasporta
circa 110 tonnellate se i venti sono favorevoli), ma non ovviamente
per il trasporto merci marittimo.
Sebbene sia la rotta principale, la tratta Asia-Europa via Dubai
o Sharjah non è la sola rotta aero-marittima al momento
esistente. La direttrice su Seattle potrà anche essersi
esaurita, ma vi è ancora qualche spedizione transpacifica
alla volta di Los Angeles o Miami per successive destinazioni
aeree. Masayoshi Kurita, portavoce della NYK Line, riferisce che
il trasporto aero-marittimo rappresenta "appena una piccola
percentuale" di traffico rispetto alle proprie rotte dal
Giappone alla Costa Occidentale degli Stati Uniti, di cui il 90%
passa per Los Angeles ed il 10% per Seattle, con occasionali richieste
per Miami. "Ci è stato detto che vengono utilizzate
anche Vancouver e Tacoma" aggiunge Kurita.
L'utilizzazione di Los Angeles e Miami nell'ambito di tali rotte
è recente ed è finalizzata all'America latina. Horst
von Kanel, vice presidente della ASB a Miami, ritiene che la sicurezza
costituisca il fattore principale di tale scelta. "I clienti
preferiscono che il carico voli a - poniamo - Bogotà, piuttosto
che arrischiare l'autotrasporto da un porto" spiega. "Lo
stesso vale per il Brasile: vogliono che il carico vada dritto
a San Paolo od a Manaus e non ad uno scalo marittimo".
Non sorprende, allora, che tali carichi tendano ad essere costituiti
da articoli di elevato valore (la NYK menziona quali carichi aerei
tipici l'elettronica e le parti di automobili). Von Kanel afferma
che può trattarsi "di qualsiasi cosa, come distribuzione
della McDonald's, promozioni Pepsi, tessili, orologi, insomma
tutto quanto". Anche alcuni prodotti chimici e parti di auto
vengono dall'Europa via Miami mediante trasporto aero-marittimo,
ma von Kanel precisa che generalmente tali carichi viaggiano a
mezzo trasporto aereo puro. Dall'Asia, il principale punto di
origine è Hong Kong, unitamente con Taiwan, il Giappone
e la Cina. Secondo lui, le partenze dirette dai porti cinesi,
quali Shanghai e Dalian, stanno evidenziando una crescita particolare.
Anche così, queste rotte sono soggette alla minaccia rappresentata
dalla duplice pressione della maggiore capacità aerea -
la China Airlines di Taiwan ora fa volare due 747 merci alla settimana
alla volta di Miami e la Japan Airlines fa volare i 747 alla volta
della vicina Atlanta - e dei tempi di viaggio marittimi più
veloci. Von Kanel afferma che il trasporto aero-marittimo via
Miami alla volta del Brasile richiede 22-25 giorni, mentre il
trasporto marittimo puro ne richiede solamente 30. "E, alla
volta di Bogotà, il trasporto merci marittimo richiede
15-20 giorni, per cui perché pagare 50 centesimi in più
(il doppio del prezzo del marittimo puro) per il trasporto aero-marittimo?".
Kiel sottolinea come sia senz'altro più semplice e probabilmente
più sicuro far volare il carico da Hong Kong al Sudamerica
per tutto il tragitto su Lufthansa via Francoforte, piuttosto
che per trasporto aero-marittimo via Miami.
Il transito per Los Angeles a lungo termine potrebbe dimostrarsi
un buon mercato, dato che riduce di cinque giorni la tratta marittima
di trasporto merci. Il problema in passato era costituito dalla
carenza di capacità di linee di trasporto aereo merci alla
volta dell'America Latina in uscita da Los Angeles (Miami è
di gran lunga il principale nodo aereo per quell'area). "Ora,
però, si possono raggiungere un sacco di posti da Los Angeles,
tra cui Buenos Aires, Montevideo, Panama, Santiago, Guadalajara,
San Paolo e Manaus" sostiene von Kanel. "A lungo andare,
penso che Miami perderà traffici a favore di Los Angeles".
E, peraltro, anche Los Angeles è vulnerabile. La giapponese
Canon si è servita del trasporto aero-marittimo per 30
anni e secondo Kazuo Sugioka, direttore generale della divisione
pianificazione logistica, questa località è stata
uno dei punti di transito utilizzati, unitamente a Vancouver ed
a Seattle. Tuttavia, nell'agosto del 1998 essa ha abbandonato
questa modalità a favore del trasporto merci aereo. Quest'ultima
modalità è più costosa solamente del 20%
circa, offre tempi di viaggio di meno di una settimana rispetto
alle due del trasporto aero-marittimo e, per ironia, in accordo
con l'opinione di von Kanel, secondo Sugioka offre una sicurezza
migliore. "Il problema era rappresentato dal fatto che i
vari tipi di trasbordo dal contenitore marittimo all'aereo e dall'aereo
ad un altro aereo comportavano il danneggiamento o la perdita
di molte spedizioni, di modo che la consegna era meno affidabile
di quella programmata con i servizi aerei" spiega Sugioka.
Qualsiasi cosa succeda, comunque, il trasporto aero-marittimo
continuerà ancora con tutta probabilità a servire
le località fuori mano. La ASB effettua operazioni con
l'African Star, un volo merci su DC8 dal Lussemburgo che tutte
le settimane trasporta pezzi di ricambio per impianti di trivellazione
e macchinari alla volta di São Tomè, al largo della
costa dell'Africa occidentale. Il viaggio è correlato ad
una nave di raccordo da 10 TEU di proprietà della ASB che
porta lo stesso nome e che scala una serie di piccoli porti dell'Africa
occidentale, o, se è necessario, gli impianti di trivellazione
stessi. "Si tratta di piccole realtà che non dispongono
di servizi aerei regolari, ovvero con nessuna capacità
di carico aereo, di modo che la nave rappresenta l'unico modo
per raggiungerle" spiega Eggenberger.
Nel frattempo, l'aeroporto di Sharjah continua a reclamizzare
le proprie virtù di nodo di trasporto aero-marittimo per
l'Africa e la C.S.I. L'Africa resta principalmente un mercato
di scambi: i commercianti volano a Dubai o a Sharjah dall'Africa,
acquistano merci e le spediscono come bagaglio in eccedenza ovvero
su voli merci a noleggio; il Dubai Cargo Village, però,
alla fine non classifica tale traffico nelle proprie statistiche
come trasporto aero-marittimo.
La C.S.I. per molti anni ha avuto un andamento simile, con Dubai
e Sharjah - ma particolarmente quest'ultima - a costituire la
base di una miriade di vettori della C.S.I. che vi facevano volare
vecchi aeroplani dal Kazahkstan o dall'Azerbaijan al fine di trasferire
i prodotti elettronici ovvero altri beni di consumo dei paesi
sviluppati che erano arrivati dall'Asia Orientale via mare. La
rotta era anche logica: in mancanza di uno sbocco al mare, molti
paesi della C.S.I. era accessibili solamente mediante una combinazione
di mare ed aria. Fino ad un anno fa, sembrava che questo traffico
fosse in qualche modo avviato a diventare meno provvisorio e più
raffinato. Ma i benefici goduti hanno avuto vita breve: il boom
è finito bruscamente nell'agosto del 1998, un fatto che
spiega come mai le cifre di Sharjah abbiano mostrato un anno dopo
l'altro cali dei volumi dell'ordine di più del 20% nel
trasporto aero-marittimo in relazione ai restanti mesi dell'anno.
Anche Al Jallaf del Dubai Cargo Village ammette che il mercato
"non è grande quanto era solito essere". A sua
volta, Meier della ASB, persona dotata di notevole esperienza
del mercato russo, liquida l'intera faccenda. "La tratta
Estremo Oriente-C.S.I. via Emirati non è più definitivamente
un mercato di trasporto aero-marittimo" sostiene. "Un
sacco di merci vanno ancora alla C.S.I. dalla Cina e dall'India,
ma si tratta di trasporto aereo puro e non di trasporto aero-marittimo".
(da: Containerisation International, luglio 1999)
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