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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 9/2000 - SETTEMBRE 2000 |
Trasporto marittimo
I 30 anni della MSC
Gianluigi Aponte e la MSC (Mediterranean Shipping Co) hanno fatto
molta strada negli ultimi 30 anni. Fondata nel 1970 da Aponte
con 5.000 dollari ed una sola nave portarinfuse di 3.000 tonnellate
s.l., la MSC con sede a Ginevra è ora il quarto vettore
di contenitori a livello mondiale in termini di capacità
in spazi-containers impiegata. E, dall'iniziale attenzione ai
traffici nord/sud, la MSC è emersa quale vero e proprio
soggetto globale.
Aponte è stato, e continua ad essere, l'elemento di spinta
che sta dietro alla compagnia di navigazione, la sua cultura che
la contraddistingue ed il modo in cui essa è cresciuta.
Anche se nel suo cuore è ancora un armatore, egli è
orgoglioso del fatto che, oltre a gestire il suo impero globale
- ed a differenza di molti dei suoi pari - è in grado (ed
in effetti lo fa) di fornire consigli pratici ai comandanti delle
navi della MSC, quando gli viene richiesto.
Come Aponte ha confidato alla rivista Containerisation International,
"io sono il presidente ed il primo dirigente, ma una cosa
è sicura e cioè che sono un professionista del ramo,
dal momento che sono stato un comandante di nave. Ne capisco di
motori, ne capisco di cose commerciali. Di certo sono molto creativo
e sono in gamba. Tutti i sistemi della nostra compagnia sono stati
realizzati da me, sistemi di controllo od altro, e - di conseguenza
- io ritengo che, una volta che si possegga tale background (che
la maggior parte dei miei dirigenti possiede), certamente si possa
sempre fare il meglio di quello che va fatto nel proprio settore.
Non penso che potremo riuscire a cambiare il mondo marittimo od
ottenere risultati migliori di quelli dei nostri colleghi, ma
di sicuro facciamo il meglio possibile".
Come le statistiche selezionate della MSC indicano, fare "il
meglio possibile" significa che la MSC ha movimentato circa
1,8 milioni di TEU nel 1999. Essa gestisce 128 portacontainers
con una capacità complessiva di spazi-containers pari a
225.000 TEU, oltre il 60% dei quali sono navi di proprietà,
mentre il resto viene noleggiato a tempo determinato. Inoltre,
per conto della MSC sono sotto ordinazione altri 76.000 TEU di
capacità, con consegna prevista nei prossimi due anni.
Inizialmente la MSC è cresciuta mediante l'accorta acquisizione
di tonnellaggio di seconda mano, ma poi ha infranto questa tradizione
nel 1994 allorquando ha ordinato due nuove costruzioni da 3.500
TEU per i traffici Europa/Asia, sebbene la compagnia sia pronta
a tornare sul mercato di seconda mano nel caso se ne presenti
la necessità.
Ci sono poche zone che la MSC non serve. Essa scala 174 porti
che essa definisce in questo modo: "81 servizi primari di
linea diretti e 55 servizi settimanali combinati". Questa
diffusione è stata resa possibile dall'uso di una serie
di centri di snodo strategici, che Aponte elenca così:
Freeport (Bahamas), New York, Anversa, Felixtowe, Las Palmas,
Valencia, La Spezia, Pireo, Durban, Abidjan, Jebel Ali (Dubai),
Chiwan e Sidney. Inoltre, recentemente si è aggiunto alla
lista il porto di Salalah, nell'Oman. E' significativo il fatto
che il vettore sia forte specialmente nei traffici nord/sud. E,
a differenza di molti dei suoi rivali globali, dispone solamente
di allacciamenti singoli e settimanali nei traffici Asia/Europa
e transpacifici.
Il successo finanziario della MSC non può essere quantificato
poiché si tratta di una società privata, appartenente
ad Aponte, che ha intenzione di farla restare tale. Alla richiesta
da parte di un intervistatore di una qualche indicazione in merito
ad introiti e profitti, la riposta è stato un cortese ma
fermo "no" da parte sua. Tuttavia, è stato anche
pronto a commentare: "Ciò che posso dirle, è
che abbiamo cominciato da zero investendo 5.000 dollari al momento
della costituzione della società e che siamo dove siamo
solamente grazie al reinvestimento dei nostri profitti".
La precisazione di Aponte è significativa, in quanto sottolinea
ciò che distingue la MSC da molti dei suoi principali concorrenti:
essa è arrivata dov'è solamente mediante una crescita
organica, e non attraverso fusioni e/o acquisizioni. Alla richiesta
di spiegare come abbia fatto la MSC a crescere con tanto successo,
Aponte ha risposto semplicemente: "Penso che sia dovuto all'amore
per il lavoro che faccio e ad un sacco di dedizione e di lavoro
duro".
Sollecitato ad entrare nei dettagli, Aponte aggiunge: "La
rapidità della crescita penso che sia dovuta in gran parte
all'avere preso le decisioni giuste, perché, se di tanto
in tanto si commettono errori, la crescita rallenta. Ritengo che
la pressione su di noi fosse tale che non potevamo permetterci
di commettere errori
A dire la verità, non ricordo
di avere mai fatto degli sbagli e questo è qualcosa che
alla fine accelera la velocità di crescita".
Secondo Aponte, gli errori possono essere evitati se si è
sotto pressione. "Io credo tantissimo nella pressione e penso
che maggiore è la pressione, meno sbagli si fanno. Nella
nostra società cerchiamo di ingenerare una pressione su
di noi e questo stimola, come dire, lo spirito e ci aiuta a non
commettere errori
La mia filosofia è che la gente
deve essere indaffarata e che quando non lo è non produce
risultati, perché io penso che l'essere umano lavori bene
solo quando è sotto pressione ed indaffarato". Per
Aponte e la sua squadra dirigenziale ciò significa giornate
lavorative standard di almeno 10-11 ore ed oltre se necessario.
L'etica del lavoro duro di Aponte senza dubbio spiega perché,
date le dimensioni delle sue operazioni, la MSC sia ancora una
società relativamente piccola. Ci sono solo 200 persone
a Ginevra ed a livello mondiale il personale ammonta a 10.000
unità (equipaggi delle navi compresi). Secondo Aponte,
il 90% circa dei 350 uffici della MSC in tutto il mondo viene
controllato da lì.
L'appartenere ad una squadra così relativamente piccola
e sotto pressione non ha comportato un massiccio ricambio del
personale; piuttosto, il contrario. L'esperienza di Aponte, condivisa
da molti dei suoi dirigenti anziani, vale a dire le origini nella
cittadina di Sorrento nell'Italia meridionale, i periodi di tempo
passati in mare, seguiti da turni di lavoro in una serie di uffici
a terra, ha creato una cultura distintiva nella MSC ed una lealtà
aziendale di cui Aponte ovviamente è assai orgoglioso.
"Sapete, i dirigenti di cui dispongo ed il personale alle
mie dipendenze sono proprio la gente che mi piace avere e non
penso che lo stesso personale potrebbe adattarsi ad una compagnia
di navigazione diversa dalla MSC, dandole tanto quanto dà
nella MSC" spiega Aponte, il quale poi aggiunge: "La
mia sensazione è che la gente deve stare in questa compagnia
perché gli piaccio io, gli piace la compagnia, mi rispettano
e rispettano la compagnia. A loro piace ciò che la compagnia
gli dà in termini di professionalità e personalità
ed io penso che a questo riguardo la compagnia dia tanto; e si
tratta di cosa di grande valore per loro. Io non penso che possano
andare da qualche altra parte poiché altrove non possono
trovare le stesse cose, dato che in una grande compagnia è
molto difficile alla fin fine avere contatti con il primo dirigente,
mentre io parlo con chiunque".
La chiara identità della MSC, l'istinto di direzione ed
il desiderio di restare flessibili sono le ragioni fornite da
Aponte a giustificazione della ferma volontà della compagnia
di navigazione di non entrare a far parte di alleanze. Ad esempio,
si rammenterà che la MSC inizialmente aveva partecipato
ai traffici Europa/Asia nel 1996 con la Norasia Line e la HMM
(Hyundai Merchant Marine). Due anni dopo essa decise di fare da
sola. Ora, secondo Aponte, la cooperazione con altre linee di
navigazione è limitata ad uno scambio di spazi-containers
e ad un accordo di partenze coordinate con la Maersk SeaLand in
ordine al traffico Australia/Asia, alla cooperazione con la Beacon
sulla rotta Europa/Africa Orientale e ad un accordo con il Lloyd
Triestino (Evergreen) e la Delmas per l'Africa Occidentale. Nell'ambito
degli attuali mutamenti in atto nel settore dell'Atlantico, sarà
abbandonato il noleggio di spazi-containers transatlantico con
la HMM.
"Abbiamo iniziato in quel modo ed ora è troppo tardi
per cambiare" spiega Aponte, aggiungendo: "Ma io, se
appena fosse possibile, non cambierei proprio nulla. Finché
è possibile farlo, ci piace restare indipendenti e far
sì che i nostri servizi non debbano dipendere dalla politica
dei consorzi, dai continui cambiamenti e così via. Ciò
ci consente altresì di progettare una identità maggiormente
distinta per i nostri clienti". Aponte sottolinea che, se
la MSC fosse stata in un consorzio, allora forse avrebbe dovuto
avere più personale "appunto per far fronte alle riunioni,
alle regole, ai regolamenti ed alla complessità" che
accompagnano la partecipazione a tali consorzi.
La MSC adesso fa parte di almeno sette conferenze ed accordi
di discussione, ma non è sempre stato così. Tradizionalmente,
la compagnia si è sempre defilata da tali patti. Secondo
Aponte, la ragione è di tipo puramente storico. "Al
momento della nostra costituzione nel 1970, c'erano varie conferenze.
Erano molto ben affermate ed era difficile entrare a farne parte.
Le conferenze trattavano con la gente o permettevano alla gente
di aggregarsi a loro solamente se si trattava di gente affermata
oppure che aveva un ruolo importante nel contesto dei traffici
in cui esse operavano. All'inizio, noi non eravamo conosciuti,
né costituivamo una minaccia per alcuno, e di conseguenza
nessuno ci invitava ad aggregarci ad una conferenza. Questa è
la vera ragione per cui non siamo tanto assidui alle conferenze".
Tuttavia, dal momento che la MSC è diventata un nome nel
suo settore, l'atteggiamento di Aponte nei confronti di tali accordi
è diventato più morbido ed ora egli ritiene sempre
più che "sia molto importante essere in una conferenza"
se "si vuole avere un ruolo nel settore marittimo" ed
essere in grado di "discutere i problemi con i colleghi".
Opina Aponte: "Non si può stare da soli e seguire
quello che fa la conferenza. E' facile stare fuori dalla conferenza,
ma io credo che arrivi un momento nella vita in cui la gente deve
assumersi le proprie responsabilità, specialmente quando
si riveste un ruolo molto importante nel mondo marittimo. Perciò,
io penso che sia venuto il momento per noi di partecipare sempre
più alla vita dello shipping e, quindi, di partecipare
alle conferenze laddove sia possibile". In tale contesto
ha indicato che la MSC "nel prossimo futuro" potrebbe
entrare a far parte della conferenza dall'Europa al Medio Oriente.
Un motivo che potrebbe spiegare questa nuova simpatia di Aponte
nei confronti delle conferenze è rappresentato dalle sue
preoccupazioni in ordine al livello generale delle tariffe di
nolo. Pur non volendo fare commenti circa la possibilità
che le tariffe siano o meno troppo basse per assicurare profitti
ai vettori, egli tuttavia ha detto spontaneamente: "Qui non
si fanno miracoli. Se la nave ha un costo ed il rifornimento ha
un costo e la gestione ha un costo, questi costi devono essere
recuperati sulla tariffa di nolo, a meno che non ci sia una crisi
com'è avvenuto negli ultimi anni, allorquando c'è
stato un eccesso di tonnellaggio, ed allora questi parametri non
hanno importanza; in questo caso bisogna proprio scegliere. Ma
se i parametri dell'offerta e della domanda di spazio sulle navi
restano quelli che sono, in altre parole non c'è eccesso
di tonnellaggio per il futuro, ovvero il tonnellaggio crescerà
insieme alla crescita dei traffici a livello mondiale, io penso
che le tariffe di nolo debbano aumentare".
La sua preoccupazione consiste nel fatto che quelle sopra citate
continuino ad essere le basi dell'attività e che, soprattutto,
qualcuno regolamenti adeguatamente gli accordi della MSC con i
propri clienti. Così, per Aponte, l'OSRA (la legge statunitense
di riforma del settore marittimo del 1998), entrata in vigore
a maggio del 1999, ha avuto un impatto trascurabile sulle relazioni
della MSC con i caricatori: "Non è cambiato nulla,
poiché tutto ciò di cui abbiamo bisogno è
che una certa tariffa di nolo sopravviva. Tutti quanti abbiamo
i nostri costi e la legge può anche aver modificato qualcosa
nel senso desiderato dai caricatori, ma alla fin fine noi abbiamo
bisogno di ottenere quella tariffa di nolo che ci consenta di
operare con profitto".
E pertanto, come reagiranno i clienti della MSC all'aumento delle
tariffe? Aponte ci ha pensato su prima di rispondere: "I
clienti capiranno il problema
Se il mercato è forte
e noi possiamo mettere in atto l'aumento, lo accetteranno. Se
il mercato è debole, non potremo dar corso agli aumenti
Noi dovremo abbassare le tariffe e loro faranno il possibile per
spremerci fino all'ultimo dollaro
E' una prassi triste per
la mia mentalità. Io preferirei un approccio diverso, ma,
sfortunatamente, oggi le cose stanno così".
Che cosa significa questo per le relazioni a lungo termine con
i principali clienti che desiderano discutere tutta una serie
di argomenti, quali i servizi a valore aggiunto nonché
le tariffe? Aponte si lamenta: "Sfortunatamente, tutte queste
cose vengono date per scontate. Il servizio, tutto quanto, dev'essere
di prima classe: è ciò che si aspettano. In più,
si aspettano la tariffa migliore". Per Aponte, la fornitura
di ciò che lui definisce "infrastrutture" per
i clienti (vale a dire, servizi quali il collegamento via computer
con la MSC od il tracking dei containers) rappresenta un qualcosa
da perseguire se si vuole che la MSC resti competitiva. Come dice
lui: "Non vi è dubbio che nel nostro settore non si
possa dire: fornisco solo il 90% di quello che il settore richiede.
Se si è una compagnia professionale bisogna fornire il
100%. Qualsiasi cosa i nostri concorrenti forniscano, anche noi
lo facciamo".
Ad esempio, l'intero argomento dell'informatica viene considerato
da Aponte (che, detto per inciso, non ha un p.c. sulla scrivania)
come "uno strumento, e nient'altro", sebbene riconosca
che si tratti di un'area molto importante in cui la MSC, come
chiunque altro, sta investendo in misura notevole. Ma quanto?
"Preferirei non fornire queste cifre" è stata
la sua risposta.
Allo stesso modo, i contratti globali sono un altro sviluppo
sulla cresta dell'onda del mercato cui la MSC dovrà far
fronte, sebbene Aponte abbia delle evidenti riserve al riguardo.
"E' un incubo dover trattare sulla base di contratti globali,
ma, poiché essi esistono, non possiamo evitarli. Dobbiamo
adeguarci a loro. E sono un incubo perché i clienti ci
mandano un volume spesso così (e fa il gesto con la mano)
con 3.000 destinazioni e noi dobbiamo segnare una tariffa di nolo
vicino a ciascuna destinazione
Per noi, però, un
impegno è un impegno: se dobbiamo avere a che fare con
le loro esigenze, lo facciamo" ha dichiarato. A suo giudizio,
inoltre, tali contratti sono un altro fattore che ha comportato
il ribasso delle tariffe.
Quest'atteggiamento "da duri" dei caricatori è
stato recentemente sperimentato dalla MSC quando essa ha perso
un contratto per il trasporto della produzione della Volkswagen
dal Mediterraneo alla Costa Orientale del Sudamerica. Questa attività
per conto del produttore tedesco di autoveicoli era stata una
delle ragioni principali per cui la MSC era entrata in tale mercato.
Come conferma Aponte, "ci siamo serviti dei carichi della
Volkswagen per dare inizio al servizio. Quando siamo partiti,
ci avevano promesso 500 TEU ad ogni partenza, ma questi TEU non
si sono mai materializzati: alla fine, trasportavamo dai 120 ai
150 TEU per viaggio. In seguito, siamo stati semplicemente sostituiti
con un altro vettore che ha praticato una tariffa più bassa;
come ho detto prima, i nostri clienti non tengono mai conto del
servizio che gli viene fornito, dei sacrifici che si fanno, del
contributo che gli viene dato: si limitano giusto a scegliere
il vettore meno caro. Dal momento che non potevamo adeguare il
nostro servizio alle loro richieste, abbiamo finito per perdere
il carico".
I prezzi sono sempre stati attentamente controllati da Ginevra
ed Aponte si è servito dell'esperienza con la Volkswagen
quale esempio per sottolineare come la MSC non sia pronta ad abbassare
le tariffe solamente per tenersi il carico. Precisa infatti: "Quando
ci imbattiamo in caricatori che richiedono tariffe antieconomiche,
preferiamo non prendere il carico e ridurre le dimensioni delle
navi che utilizziamo in un dato traffico, il che per noi conduce
allo stesso risultato". Nel contesto dei traffici Europa/Costa
Orientale del Sudamerica, la MSC non ha dovuto impiegare navi
più piccole perché la perdita di 150 TEU per viaggio
"non è stata così significativa".
Anche il modo in cui la Volkswagen opera, con organizzazione
in proprio della logistica, è stato citato da Aponte al
fine di illustrare quello che a suo giudizio rappresenta un'altra
tendenza del settore. Contrariamente a quanto si ritiene diffusamente
tra gli spedizionieri ed alcuni vettori marittimi, egli è
convinto che, man mano che le multinazionali diventeranno più
grandi mediante fusioni, acquisizioni e crescita organica, esse
avranno bisogno di sviluppare capacità proprie di logistica
al fine di far fronte ai problemi logistici giorno per giorno.
"Stando così le cose, non vi è alcun vantaggio
per loro nel servirsi di un terzo, poiché i terzi non possono
offrire loro niente di meglio" prevede.
Tale scenario pone in rilievo quello che egli considera il ruolo
decisivo della MSC nella catena dell'offerta: l'essere un vettore
marittimo efficiente e dai costi razionali. Si tratta di un'attività
che continuerà ad essere al centro di quello che fa la
MSC. Al fine di ottenere questo risultato, si continuerà
ad investire in navi, come dimostra l'attuale registro delle ordinazioni
della compagnia di navigazione.
La MSC non è stato il primo vettore marittimo a servirsi
di grosse portacontenitori; essa, infatti, si è attenuta
alle navi "minori" per più tempo di molti dei
suoi rivali, ma ora dispone di 10 unità da 6.730 TEU (cinque
delle quali sono state acquisite mediante noleggio a lungo termine)
la cui consegna inizierà a giugno del 2001 e verrà
completata l'anno successivo. Inoltre, è prevista la consegna
di due navi da 4.350 TEU (rispettivamente, ad agosto 2000 e giugno
2001).
Tutto questo nuovo tonnellaggio, comprese le navi da 6.730 TEU,
saranno impiegate nei traffici Asia/Europa, laddove la MSC attualmente
effettua un singolo servizio settimanale con 10 navi da 3.400
a 4.100 TEU. Le nuove navi saranno utilizzate dalla MSC per dare
inizio ad un nuovo collegamento su questa rotta? Aponte ribatte:
"No, no e no" ma aggiunge "naturalmente, non posso
dire ciò che andremo a fare con quelle navi. Tuttavia,
le navi più piccole (quelle dell'Asia/Europa) rimpiazzeranno
certe navi nel transpacifico ed altre unità in altri traffici
in cui avremo bisogno di navi più grandi". In altre
parole, le navi defluiranno da un traffico all'altro a seconda
delle esigenze della domanda, com'è tradizione alla MSC.
La MSC come intende riempire la propria capacità in più
nel traffico Asia/Europa? "Abbiamo dei programmi al riguardo,
ma non posso dire in che modo lo faremo; peraltro, la riempiremo"
replica Aponte. E che dire del Sud-Est asiatico, che la MSC non
copre così ampiamente come alcuni dei suoi rivali? "Certamente,
potremo coprirlo in modo un po' più estensivo allorquando
avremo a disposizione navi più grandi" ha detto Aponte
"ma io penso che la crescita dei traffici dell'Estremo Oriente
continuerà al punto tale da assorbire non solo il nostro
tonnellaggio aggiuntivo ma tutto quanto il tonnellaggio aggiuntivo
che giungerà sul mercato. Pertanto, non credo che dovremo
fare sforzi particolari per riempire le navi
Non si dimentichi
che fisicamente si tratta di 6.700 containers, il che significa
in pratica 6.000 TEU, e che già riempiamo completamente
4.100 TEU".
La MSC ha cominciato un servizio settimanale transpacifico lo
scorso anno, che a giudizio di Aponte "ha avuto un debutto
assai riuscito, come ci aspettavamo", ma poi ha ammesso che
"il successo toccherà a tutti". Si è trattato
dell'ultima importante connessione della rete globale della linea
di navigazione nonché la prova - se ve ne fosse bisogno
- del crescente interesse della MSC nel mercato asiatico in generale
ed in Cina in particolare. "Penso che la futura espansione
della nostra compagnia avverrà certamente in questa parte
del mondo, che è poi la zona dove stanno i containers ed
i volumi" conferma.
Essendo riluttante a rivelare qualsiasi cosa che possa procurare
vantaggi ai propri concorrenti, Aponte si è rifiutato di
fornire altre notizie in ordine ai nuovi servizi sulla rampa di
lancio, salvo spiegare che alcuni sono in programma e che al momento
dell'intervista (metà maggio) un nuovo servizio settimanale
intra-mediterraneo era pronto per l'inaugurazione a giugno. Servendosi
di navi di seconda mano da circa 750 TEU, esso avrebbe dovuto
toccare Valencia, Alessandria ed uno o più israeliani,
nonché Limassol. L'intento è quello di mescolare
i carichi locali mediterranei con il traffico degli altri servizi
della MSC correlati a Valencia.
Aponte è convinto che la MSC, al fine di conservare il
proprio stato di vettore marittimo di punta, dovrà investire
in terminals. Il processo è già cominciato, dal
momento che il vettore è socio dello stivatore Hessenatie
di Anversa nello sviluppo di un'infrastruttura da 1,25 milioni
di TEU/anno presso il porto belga, del quale la MSC costituisce
il maggior cliente singolo. Questo progetto, il cui completamento
è previsto per il 2002, rappresenta il volto futuro della
MSC. Spiega Aponte: "La nostra attività ci richiede
di avere interessi nei principali porti in cui facciamo scalo
e la tendenza è che in futuro dovremo sempre tentare di
scegliere quale nostro centro di snodo ovvero quali porti principali
quegli scali in cui abbiamo una partecipazione azionaria".
Quanto ai programmi per nuovi centri di snodo in futuro, Aponte
ha assicurato che la rete attuale è sufficiente per le
necessità del momento della MSC, sebbene egli abbia altresì
fatto notare che "se la crescita dovesse continuare, forse
dovremmo cercarci qualche altro centro di snodo". Dove? Replica
Aponte: "Anche se lo sapessi non lo direi, ma in tutta onestà
non lo so
ad ogni modo non è prudente dire in quale
hub si vuole andare, perché in quel caso le tariffe crescono".
La MSC è davvero una creatura di Aponte. E' lui che l'ha
resa ciò che è; pertanto, chi la rileverà
quando alla fine deciderà di ritirarsi? "Ci sono i
miei ragazzi. Ho una figlia di 27 anni, Alexa, e poi c'è
mio figlio Diego di 24. Tutti e due lavorano nella compagnia e
sono già stati addestrati. Sono molto, molto professionali.
Penso che siano in grado di assicurare il futuro
Non mi
sono mai sognato, nemmeno per un secondo, che i miei ragazzi potessero
fare qualcosa d'altro, ma per loro sarà un fardello assai
pesante perché questa è un'attività davvero
difficile" ha dichiarato.
Guardando al futuro, Aponte ha concluso: "Sono ottimista,
ma si sa che il problema di questa attività è che
c'è uno scenario in continuo mutamento in cui bisogna migliorare
le proprie navi tutti i momenti, e lo stesso vale per i propri
computers, le proprie agenzie, i propri containers. Si sa che
è una corsa continua. Non ci si può mai fermare,
non ci si può mai rilassare e dire: abbiamo ottenuto quello
che volevamo, ora riposiamoci". Sembra che per Aponte e la
MSC la pressione sarà sempre una costante.
(da: Containerisation International, luglio 2000)
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