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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 3/2002 - MARZO 2002 |
Leasing
I noleggiatori di box di fronte a nuove crisi
L'annata 2001 non è stata proprio dolcissima per il settore
mondiale del noleggio di contenitori e vi sono scarse possibilità
che un po' di sollievo possa essergli apportato dalle prospettive
per il 2002. Pur tenendo conto delle evidenti anomalie dell'anno
appena trascorso con la sua crescita dei traffici prossima allo
zero, il crollo del mercato delle scorte e l'intensificarsi delle
tensioni internazionali, bisogna dire che i settori del trasporto,
della produzione e del noleggio di contenitori sono stati tutti
quanti assoggettati ad una grave recessione ciclica del mercato.
Ciò (come è già successo molte volte in passato)
ha colpito in maniera particolarmente dura le società di
noleggio e ne ha lasciato alcune esposte in modo pericoloso.
L'ultima recessione delle sorti del settore del noleggio ha le
proprie origini nel 1999, allorquando il mercato containerizzato
aveva finalmente cominciato a riprendersi dopo diversi anni di
scialbe prestazioni. Esso si era rafforzato notevolmente nel corso
del 2000, allorquando le aziende specialiste in noleggio di contenitori
erano sotto pressione al fine di far fronte alla domanda. Tuttavia,
questa situazione in rialzo aveva avuto una vita assai corta e,
per la fine dell'anno, le richieste di contenitori in noleggio
erano nuovamente in fase di declino. Alla metà del 2001,
gran parte dei noleggiatori stavano nuovamente sopportando le
conseguenze del calo dei tassi di utilizzazione e dell'erosione
delle tariffe di noleggio ed erano costretti a ridurre gli investimenti.
Questa situazione era andata peggiorando alla fine del 2001 e
dovrebbe restare più o meno immutata nel 2002.
Il repentino mutamento ciclico degli ultimi due anni è
stato caratterizzato da un notevole cambiamento dei tassi di utilizzazione
delle attrezzature. Il tasso di utilizzazione combinato dei noleggiatori
ha raggiunto il suo punto più basso precedente all'inizio
ed alla metà del 1999, allorquando era scivolato ben al
di sotto dell'80%. Successivamente, si era ripreso sino ad un
picco di oltre l'85% nel corso dell'estate 2000; all'inizio del
2001, la cifra era nuovamente calata a meno dell'80% (avvicinandosi
così alla posizione di due anni prima), ma per il quarto
trimestre del 2001 era diminuita ancora ulteriormente al di sotto
del 75%. Si diceva che alcuni dei maggiori noleggiatori di unità
per carichi secchi, in quel momento, ottenessero tassi di utilizzazione
del 70% o ancor meno. L'utilizzazione media non era mai stata
così bassa sin dai peggiori giorni degli anni '80, quando
le dimensioni del settore del noleggio erano minori e più
facilmente soggette ai cambiamenti della domanda di mercato.
Le recenti variazioni dell'utilizzazione assumono maggiore significato
se si riferiscono alle attuali unità quando restano inutilizzate.
Dal momento che la flotta noleggiata complessiva attualmente è
ferma a circa sette milioni di TEU, un singolo calo percentuale
nei tassi di utilizzazione equivale a 70.000 TEU che vanno fuori
noleggio. Il calo dell'oltre 10% nell'utilizzazione verificatosi
dalla fine del 2000 ha comportato pertanto un aumento di 750.000
TEU in relazione ai box che vengono restituiti ai depositi nel
2001. Inoltre, ciò si aggiunge al milione di TEU che già
sono nella condizione permanente di fuori noleggio. Nel quarto
trimestre del 2001, i noleggiatori avevano quasi due milioni di
TEU della propria flotta combinata fuori servizio, il che rappresenta
il record di tutti i tempi. Oltre il 90% di essi era costituito
da tipi standard per carichi secchi dell'età di almeno
3-5 anni.
Questo dell'equipaggiamento fermo rappresenta un onere molto
serio da sopportare per i noleggiatori, dal momento che esso in
effetti ingenera un flusso negativo di entrate. Non solo non produce
alcun introito giornaliero, ma invariabilmente comporta sovrapprezzi
di magazzinaggio giornalieri. Questi ultimi variano in misura
notevole, a seconda di dove vengano depositati i contenitori,
e nei casi peggiori possono cancellare totalmente i proventi giornalieri
di noleggio derivanti da un altro container dello stesso tipo.
Data la situazione, molti noleggiatori di punta hanno destinato
un ammontare notevole di fondi al riposizionamento dei contenitori
fermi dai "piazzali-cimitero" ad alto costo siti presso
i porti europei, statunitensi e dell'Asia sviluppata, a località
di deposito meno care della Cina e di altre zone dell'Asia. Da
tali località esistono altresì prospettive molto
più favorevoli per il noleggio delle attrezzature, una
volta ripresosi il mercato. Anche se il trasporto a senso unico
dal Nord America all'Asia può costare più di 400
dollari USA per TEU, molte decine di migliaia di box vuoti sono
stati movimentati dai noleggiatori su tali rotte nel corso del
2001 (così come nel 2000 e nel 1999). Le maggiori imprese
attualmente spendono qualcosa come 20-30 milioni di dollari USA
all'anno per il noleggio di navi.
Tuttavia, è evidente che persino la Cina ha una capacità
non illimitata di assorbire i contenitori fermi ed è stato
riportato come i suoi porti e depositi abbiano dovuto assorbire
un eccesso di contenitori nel corso di gran parte del 2001. A
complicare il problema concorre lo stato della Cina quale principale
paese al mondo per la produzione di contenitori, tanto che i piazzali
delle scorte di molti produttori sono ugualmente stipati di nuovo
equipaggiamento in attesa di raccolta ad opera della clientela.
Pur riconoscendo che le pile di nuovi contenitori sono diminuite
nel corso della seconda metà del 2001, esse ancora superavano
i 250.000 TEU nel quarto trimestre.
Tutto ciò suona come una ulteriore brutta notizia per l'assillato
settore del noleggio di box. Le società di noleggio esistono
in primo luogo per appianare le carenze e gli eccessi di equipaggiamento
containerizzato e, alla luce di una sovrabbondanza così
rilevante, sono diventate sempre più emarginate. Al momento
attuale, i vettori marittimi attualmente sono pieni di propri
contenitori fermi (equipaggiamento sia nuovo sia riutilizzato),
e pertanto hanno ancora meno necessità del solito di servizi
di noleggio. Questo, come già accennato, ha già
comportato una massiccia riconsegna di equipaggiamento containerizzato
ai noleggiatori e la raccolta davvero limitata degli ultimi mesi
ha riguardato solo equipaggiamento indirizzato direttamente al
noleggio a lungo termine "senza fronzoli". E' prevedibile
che il già problematico settore del noleggio master sia
stato colpito ancora ulteriormente nel corso del 2001 e che la
sua importanza abbia continuato a diminuire.
TABELLA 1 |
CLASSIFICA DELLE PRINCIPALI SOCIETA' DI NOLEGGIO
E DELLE LORO FLOTTE PER IL 2000-2001 (IN MIGLIAIA DI TEU)
|
| Metà 2001 |
Metà 2000 |
Transamerica Leasing | 1.075
| 1.182 |
GESeaCo | 1.065 | 1.150
|
Textainer Group | 965 | 894
|
Triton Cont International | 910
| 828 |
Interpool Group | 670 | 636
|
Florens Container Corp | 560
| 472 |
CAI-Cont Applications Inc | 405
| 368 |
Cronos Group | 380 | 383
|
Gateway Container Corp | 270
| 260 |
Capital Lease | 230 | 179
|
Gold Container Corp | 185 |
145 |
Amficon Cont Leasing | 70 |
68 |
Waterfront Leasing | 60 |
49 |
Carlisle Leasing | 56 | 44
|
United Cont Systems | 44 |
48 |
Altri | 435 | 370
|
Totale | 7.380
| 7.076 |
Noleggio operativo | 6.820
| 6.765 |
Fonte: Analisi di mercato di Containerisation International
|
Si dice che meno del 25% di tutti i TEU siano attualmente soggetti
ad MLA (accordi di noleggio master a breve termine), rispetto
al 50% circa di quelli a lungo termine. Quello che resta (oltre
il 25%) è fuori noleggio. In termini reali, ciò
equivale ad una suddivisione prossima alla proporzione 50 : 50
tra noleggio MLA e noleggio a termine, poiché la maggior
parte dei TEU fuori noleggio riguarda l'originaria flotta MLA.
Tuttavia, la quota disponibile per il noleggio master è
ancora al punto più basso (ed in calo) di tutti i tempi.
Sino al recente 1998, la proporzione era prossima a 40 : 60 a
favore del noleggio master, se misurata rispetto alla flotta complessiva
(compresa la percentuale fuori noleggio). In termini numerici,
la flotta complessivamente collegata al noleggio a termine è
balzata a più di un milione di TEU nei tre anni che vanno
al 2001, mentre quello in servizio di noleggio master ha fatto
registrare un lieve declino quanto a dimensioni. Tuttavia, anche
il conteggio totale dei fuori noleggio si è incrementato
di circa un milione di TEU nel corso dello stesso periodo.
Questa notevole crescita delle dimensioni della flotta noleggiata
a lungo termine è stata dovuta - quale diretta conseguenza
- a certi mutamenti dinamici che hanno riguardato il settore del
noleggio dei box negli ultimi anni. Decisivo, a tale proposito,
è stato il dirottamento della domanda da parte dei vettori
marittimi, che sempre di più si è allontanata dalla
richiesta di servizi MLA ad alto costo ed opta invece per il meno
caro livello di noleggio a termine. In seguito allo sviluppo dell'e-commerce
ed alla comparsa di varie imprese che si basano su internet per
la gestione e lo scambio delle attrezzature, alcuni vettori stanno
anche ottenendo una migliore utilizzazione dai propri containers.
Questo processo è stato ulteriormente sviluppato attraverso
una condivisione maggiormente efficace di equipaggiamento containerizzato
condiviso tra società consociate e partners di alleanze.
Un esempio di questo tipo è il gruppo CP Ships, che dovrebbe
molto presto fondere la propria flotta containerizzata con quella
controllata dalla affiliata Americana Ships: l'ovvio vantaggio
che ne conseguirà sarà la riduzione del quantitativo
di equipaggiamento noleggiato nell'ambito del raggruppamento combinato.
La Evergreen, raggruppando la flotta di sua proprietà con
quella della Uniglory e del Lloyd Triestino, dovrebbe ottenere
una riduzione delle medesima portata. Un altro esempio ancora
è quello della Maersk Sealand, che adesso incorpora la
originaria flotta della Safmarine/CMB.
Tuttavia, un'altra decisiva linea di tendenza degli ultimi anni
ha riguardato il movimento verso il basso dei prezzi dei contenitori
vuoti, che è stata ulteriormente sostenuta nel corso della
fluttuazione di mercato più ciclica del 2000-2001. I prezzi
dei box nuovi sono calati dappertutto del 45% nei quattro anni
che hanno preceduto il 1999, così come sono scesi anche
i costi dei materiali e la produzione è stata dirottata
verso gli impianti a basso costo della Cina. I prezzi poi erano
aumentati del 10% nel contesto del mercato più forte nel
2000, ma da allora hanno ripreso il proprio declino nel corso
del 2001. Essi, alla fine del 2001, erano quasi calati nuovamente
al livello degli inizi del 1999, quando i prezzi erano attestati
al punto più basso degli ultimi venticinque anni.
Poiché i noleggi a lungo termine vengono normalmente fissati
rispetto ad equipaggiamento nuovo (o quasi nuovo), il movimento
delle loro tariffe/giorno generalmente segue le tracce dell'indice
dei prezzi. Le tariffe di noleggio hanno così subito un
calo di eguale gravità dalla metà degli anni '90
ed i proventi non sono cresciuti in linea con il numero dei TEU
extra relativi a contratti a lungo termine. Sebbene le tariffe
di noleggio sia a termine che master si siano riprese leggermente
nel corso del 2000, in linea con l'aumento dei prezzi dei box
nuovi, ciò si è dimostrato insufficiente a controbilanciare
l'erosione degli anni precedenti ed anche questo guadagno è
andato rapidamente perduto quando il mercato si è di nuovo
rivolto verso il basso nel 2001.
TABELLA 2 |
FLOTTA CONTAINERIZZATA IN NOLEGGIO OPERATIVO
SUDDIVISA PER TIPO NEL 2000-2001 (IN MIGLIAIA DI TEU)
|
| Metà 2001 |
Metà 2000 |
Carichi secchi - standard | 4.450
| 4.520 |
Carichi secchi - high cube | 1.520
| 1.360 |
Carichi secchi - open top | 145
| 175 |
Carichi secchi - flatrack | 100
| 109 |
Carichi secchi - cellulari pallet wide |
52 | 51 |
Carichi secchi - altri speciali | 15
| 16 |
Refrigerati standard | 105 |
118 |
Refrigerati - high cube | 180
| 157 |
Cisterne | 80 | 80
|
Locali - Nord America | 125
| 133 |
Locali - Europa | 48 | 46
|
Totale - Noleggio operativo | 6.820
| 6.765 |
Fonte: Analisi di mercato di Containerisation International
|
L'attrattiva del leasing a termine per le società di noleggio
consiste nel fatto che esso assicura un introito costante (anche
se basso) per gran parte (dagli inizi alla metà) della
vita operativa del container. L'opportunità per molti noleggiatori
di incrementare il proprio coinvolgimento nel noleggio a termine
è stata resa possibile dalla maggiore disponibilità
di finanziamento a basso costo del tipo di debito bancario. Questa
si è rivelata una funzione della dimensione in aumento
del settore del noleggio di box, ed in particolar modo di molte
delle principali ditte, che negli ultimi anni si sono espanse
in ampia misura e hanno così ottenuto crescenti economie
di scala.
Le flotte noleggiate di oltre un milione di TEU esistevano già
alla metà degli anni '90, quando la TAL (Transamerica Leasing)
ha acquistato la Tiphook e poi la TOL (TransOcean Ltd) per diventare
la prima a raggiungere quelle dimensioni, mentre la GE Capital
fondeva la propria flotta (Genstar) con quella Sea Containers
posizionandosi al secondo posto in classifica. Oltre a questi
due "milionari" del noleggio, sia la Textainer che la
Triton Container sono ora pronte a varcare quella importante soglia.
Anche la Interpool sta crescendo in fretta, così come la
Florens, mentre le varie CAI (a sua volta affiliata alla Interpool),
Cronos Container, Gateway Container e Capital Lease sono tutte
quante posizionate nella gamma "mediana" da 200.000
a 400.000 TEU. Anche la Gold Container da tempo ha raggiunto l'importante
barriera dei 100.000 TEU. Questa società è attualmente
classificata all'undicesimo posto e, unitamente ai suoi 10 concorrenti
che la sopravanzano, rappresenta più del 90% della somma
totale dei TEU noleggiati.
Il livello degli investimenti annuali complessivamente realizzato
dai noleggiatori si è allo stesso modo incrementato clamorosamente
negli ultimi anni, di pari passo con la scalata delle operazioni
del settore. Le imprese attive in questo campo sono state impegnate
in un record di acquisizioni di nuovi contenitori nel 2000, allorquando
hanno preso in consegna 850.000 TEU. Oltre il 20% di essi sono
andati ad una sola società, la Triton, che è stata
la maggiore acquirente singola di nuovi contenitori degli ultimi
anni. Altre grosse consegne hanno riguardato la Textainer e la
Interpool. Le società di noleggio hanno altresì
preso in consegna oltre 800.000 TEU nel 1999. I notevoli acquisti
realizzati nel 1999 e nel 2000, fronteggiati come sono stati da
dismissioni ragionevolmente modeste per appena 430.000 TEU da
parte della flotta combinata di noleggiatori, in breve ha portato
a dimensioni delle flotta maggiori di quelle relative alla flotta
di proprietà dei vettori marittimi. Ciò ha rovesciato
il trend dei 15-20 anni precedenti, quando la flotta appartenente
ai vettori aveva saldamente conservato la propria superiorità
numerica.
TABELLA 3 |
FLOTTA CONTAINERIZZATA MONDIALE 2000-2001
SUDDIVISA PER PRINCIPALI PROPRIETARI (IN MIGLIAIA DI TEU)
|
| Metà 2001 |
Metà 2000 |
Vettori marittimi | 7.380 |
6.625 |
Società di noleggio | 6.820
| 6.765 |
Altri proprietari | 920 |
850 |
Totale | 15.120
| 14.240 |
Fonte: Analisi di mercato di Containerisation International
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Tuttavia, l'intera situazione è completamente mutata nel
corso del 2001, quando i noleggiatori complessivamente hanno tagliato
drasticamente i propri investimenti e hanno ricevuto in consegna
appena 450.000 TEU di nuovo equipaggiamento. Si è trattato
di oltre il 40% in meno rispetto alle cifre realizzate annualmente
nel corso di ciascuno dei due anni precedenti; attualmente, ciò
rappresenta il più basso acquisto annuo dei noleggiatori
dal 1993. La riduzione degli investimenti nel 2001 è stata
anche accompagnata dalla dismissione record di oltre 300.000 TEU
di vecchi contenitori e dal trasferimento di almeno altri 150.000
TEU al noleggio finanziario (e, perciò, in proprietà
di vettori). Ciò in realtà ha comportato un lieve
restringimento delle dimensioni complessive della flotta operativa
dei noleggiatori. Quest'ultima è stata altresì -
ancora una volta - superata quanto a dimensioni dalla flotta appartenente
in assoluto ai vettori; ci si aspetta, poi, che la suddetta usura
del vecchio equipaggiamento noleggiato continui per tutto il 2002.
Dati i notevoli quantitativi di scorte stoccate, la carenza di
investimenti in nuove costruzioni ed i mutamenti strutturali che
al momento colpiscono la flotta noleggiata, ci si potrebbe aspettare
che i principali noleggiatori possano prendere in considerazione
l'ipotesi di una ulteriore espansione mediante il rilevamento
dei rivali più deboli o la fusione con loro. Tuttavia,
questo tipo di consolidamento è attualmente fuori moda.
Nel corso del 2001 (almeno, prima dell'ultimo trimestre), non
si sono verificate fusioni tra società di una qualche importanza,
fatta eccezione per l'acquisizione di equipaggiamento consistente
in box interni statunitensi e trailer ferroviari dalla Interpool
ad opera della partecipata della GE, la TIP Intermodal Services.
Inoltre, sono avvenute relativamente poche transazioni nel 2000,
mentre quelle che si sono verificate hanno riguardato unità
speciali (cisterne ed equipaggiamento interno statunitense). L'ultima
fusione di una qualche importanza è stata quella concordata
tra la Textainer e la Xtra alla metà del 1999, la quale
ha comportato il piazzamento di 230.000 TEU di box standard dell'ultima
(in origine gestiti dalla Xtra International) sotto la gestione
della Textainer.
L'attuale mancanza di attività di fusione non è
certo dovuta alla carenza di potenziali obiettivi, dato che si
sa che diversi importanti noleggiatori sono stati recentemente
messi in vendita. Tra loro vi sono l'ex primo nome a livello
mondiale, la TAL, che nel 2000 ha iniziato le procedure di vendita
della propria attività di noleggio di cisterne ed unità
interne statunitensi, ma che ancora opera nell'ambito dei settori
dei carichi secchi e dei reefer. La TAL (unitamente alla GESeaCo)
sta attualmente concentrando nel senso del ridimensionamento il
resto della sua flotta, nello sforzo consapevole di liberarsi
delle unità più vecchie ed anti-economiche. Altri
noleggiatori anch'essi noti per essere stati messi in vendita
sono la Cronos Container e la tedesca United Container Systems.
Chiaramente, vi sono altri nomi che oggi potrebbero prendere
in considerazione l'ipotesi di una vendita, se le opportunità
in tal senso dovessero divenire più concrete, data le perigliose
condizioni del mercato attuale ed il peggioramento dei ritorni
finanziari. Tuttavia, il fatto è che restano pochi i compratori
interessati. Il problema è che molte flotte contenitori
continuano ad essere sopravvalutate, dal momento che il loro attuale
costo deprezzato è ancora più alto di quello verrebbe
pagato se l'identico equipaggiamento venisse acquistato nuovo
oggi. Si tratta del riflesso del premio pagato per i containers
negli anni anteriori al 1998, quando i prezzi dei nuovi erano
ancora relativamente alti. Le società di noleggio ammettono
di aver tratto pochi guadagni da tale situazione nel 2000, quando
i prezzi dei nuovi containers si erano lievemente ripresi; il
fatto è che da allora la situazione è di nuovo peggiorata
nel 2001, dato che il costo dell'equipaggiamento ancora una volta
ha ripreso a calare.
(da: Containerisation International Yearbook 2002)
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