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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 6/2005 - GIUGNO 2005 |
Porti
Prudenza degli investitori stranieri nei confronti dei porti cinesi
Secondo Xu Qiang della Commissione Riforme e Sviluppo di Ninbo, i principali investitori nella costruzione dei porti locali in Cina continuano ad essere imprese appartenenti allo Stato.
Le società straniere si fanno notare per la loro assenza nel finanziamento della costruzione dei porti, mentre i piccoli investitori privati mancano del tutto. "Fatta eccezione per alcuni moli specializzati, quasi nessun capitale privato è stato finora coinvolto nella costruzione dei porti a Ningbo" nota Xu Qiang.
Al contrario, la Yong Xin Harbour Co Ltd, una società privata locale che effettua operazioni presso un molo multiruolo a Ningbo, sta costruendo nuove infrastrutture, sebbene ammetta la necessità di circa 24,2 milioni di dollari USA di nuovi investimenti, che a suo giudizio non sarà difficile reperire. Tuttavia, si tratta di un'eccezione.
L'incapacità ad attirare capitali stranieri potrebbe comportare una seria crisi presso i porti cinesi. Nel 2004, ad esempio, qualcosa come 2,7 miliardi di tonnellate di capacità sono state richieste dal settore dei trasporti e dalle infrastrutture marittime del paese, ma al momento ne sono disponibili solo 2,2 miliardi di tonnellate, secondo l'Associazione Porti della Cina. Il paese ha bisogno di un numero maggiore di infrastrutture portuali specializzate ed anche di infrastrutture dedicate per prodotti quali il carbone, il petrolio ed i minerali.
Commentando questa crescente carenza di capacità, Wang Yuanjing, vice direttore dell'Ufficio Ricerche Politiche, ha dichiarato: "Non vi sono più ostacoli politici agli investimenti in progetti portuali da parte del capitale privato e straniero. Infatti, il governo ha messo in atto un certo numero di politiche industriali e ha emanato normative al fine di attirare denaro. Peraltro, è richiesta un'implementazione maggiormente flessibile allo scopo di mettere in pratica le politiche favorevoli e diversificare le fonti di investimento".
Uno dei principali impedimenti che gli investitori stranieri si trovano a dover affrontare è quello di non essere in grado di controllare una gestione giorno per giorno dei propri terminals, così come di non essere in grado di applicare alle operazioni i prezzi che desidererebbero. Un numero crescente di commentatori in Cina stanno perciò chiedendo agli organismi statali di rinunciare al grado di controllo che essi attualmente esercitano sui porti ed i terminals.
(da: PortStrategy, maggio 2005, pag. 6)
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