
|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 6/2005 - GIUGNO 2005 |
Porti
Novità per i porti africani
Ansietà angolane
Nello scorso mese di ottobre, il rappresentante di un'agenzia marittima in Angola aveva dichiarato: "E' sicuro, quasi al 100%, che alla fine le concessioni relative ai porti angolani saranno le seguenti:
- APMT/Maersk (per il terminal contenitori);
- NDS - Nile Dutch Africa Line (per il terminal merci generali);
- Unicargas - a controllo statale (per il terminal multipurpose)".
La speranza era che si potesse pervenire ad una conclusione entro la fine del 2004.
Anche se tale affermazione resta valida per quanto attiene la NDS e la Unicargas, la situazione non più così limpida per quel che riguarda la Maersk ed il terminal contenitori. La corte suprema ha appena confermato la decisione della corte di prima istanza, accettando il reclamo dei vecchi concessionari del terminal in ordine alle irregolarità riscontrate nelle procedure d'appalto. La nostra stessa fonte dell'agenzia marittima adesso riferisce: "Al momento, nessuno sa con esattezza come risolveranno il problema, ma la decisione è stata confermata". Continua poi: "Il problema adesso è stato individuato e concerne solo il terminal containers; le altre due concessioni - merci generali e multipurpose - sono state approvate ed assegnate". Quanto alla soluzione del problema del terminal contenitori, congettura: "Una soluzione può essere trovata, tra i vecchi concessionari e la APMT, assegnando a quest'ultima una quota significativa della nuova concessione. Può essere bandita una nuova gara d'appalto per il terminal contenitori".
Il Kenya in procinto di costruire il secondo porto?
La stampa locale africana riferisce che la KPA (Kenya Ports Authority) investirà 196 milioni di dollari USA nell'espansione del terminal contenitori di Mombasa. L'autorità portuale ha altresì reso noto un proprio progetto di massima del porto di Mombasa che traccia una nuova visione finalizzata a trasformare il porto e migliorare l'espletamento dei servizi.
L'amministratore delegato della KPA Brown Ondego ha dichiarato che l'iniziativa mira ad aiutare l'autorità portuale a far fronte alle molte sfide che il porto si trova a dover affrontare, tra cui i volumi sempre maggiori di carichi in importazione ed esportazione. Ondego ha chiesto la tempestiva identificazione di un nuovo sito per costruire un secondo porto, dal momento che Mombasa, che attualmente opera al 60% della propria capacità, sta per essere sopraffatta dai crescenti flussi in entrata.
"Dobbiamo pensare seriamente alla costruzione di un secondo porto nei prossimi cinque anni" ha detto Ondego agli azionisti.
Egli ha dichiarato che l'espansione del terminal, che potrebbe partire nell'ambito del prossimo anno finanziario, avverrebbe in fasi. Il primo stadio riguarda il miglioramento del piazzale, la razionalizzazione dei binari ferroviari e la realizzazione di infrastrutture appropriate di varco e lavorazione dei camion.
Il ministro dei trasporti Chris Murungaru ha dichiarato che il governo ha altresì dato il via a provvedimenti finalizzati al miglioramento della rete stradale e ferroviaria. "Il mio ministero è consapevole che, affinché il porto riesca a conseguire gli obiettivi delineati nel piano di massima, il governo deve svolgere un ruolo di supporto continuando ad investire nella realizzazione delle reti stradali e ferroviarie e nel loro miglioramento" ha detto Murungaru.
Ghana: liberalizzazione negata
Ancora una volta, il Ministro dei Porti ghanese ha negato la liberalizzazione delle operazioni di stivaggio nei porti di Takoradi e Tema.
Questo sistema, se venisse adottato, consentirebbe agli armatori di scegliere liberamente con quale impresa di stivaggio lavorare. La GPHA (Ghana Maritime Authority) è stata incaricata di studiare tali problematiche e di esprimere al riguardo le raccomandazioni appropriate al ministero.
Il sistema potrebbe essere reintrodotto quest'anno, a seconda di quali saranno gli esiti di tale attività da parte dell'autorità portuale.
Attualmente, nove imprese di stivaggio, GPHA compresa, si stanno occupando dei carichi secondo specifiche quote loro assegnate. La GPHA dispone del 30%, mentre la APS (Atlantic Port Services) ne ha il 15%. Altre tre, tra cui la Golden Gate and Odart, ne hanno il 10% ciascuna, mentre le altre società ne hanno il 5% a testa.
(da: PortStrategy, maggio 2005, pag. 17)
|