
|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 6/2005 - GIUGNO 2005 |
Porti
Il Malta Freeport: un'infrastruttura per molti
Il 5 ottobre 2004 il governo di Malta ha assegnato al gruppo CMA CGM una concessione trentennale per gestire e sviluppare i terminals del Malta Freeport, a condizione che essa resti un'infrastruttura per più utenti. La CMA CGM, perciò, ha designato la PortSynergy, associazione temporanea a partecipazione paritaria tra se stessa e la P&O Ports, perché fungesse da operatore.
Nel corso nel 2004, il Freeport ha movimentato 1.461.174 TEU, con un aumento di circa il 13% rispetto al 2003. In parte, questa crescita è stata dovuta alla decisione della IRISL (Islamic Republic of Iran Shipping Lines) di servirsi del Malta Freeport quale proprio porto hub nel Mediterraneo.
La CMA CGM, da lungo tempo cliente del Freeport, si serve di Malta quale proprio centro di trasbordo del Mediterraneo centrale, da dove è in grado di servire vari mercati su base settimanale con una deviazione minima di appena sei miglia nautiche nella rotta da Gibilterra al Canale di Suez. Infatti, il vettore francese impiega le proprie navi più grandi nei servizi che scalano il Freeport, ed esse in media presentano una capacità di 6.500 TEU, sebbene le dimensioni medie delle navi stiano aumentando.
Altri clienti di linea primaria che si servono del Freeport per trasbordare i box sono la IRISL, la CSCL, la Norasia Container Lines, la APL, la P&O Nedlloyd, la CP Group, la Hapag-Lloyd Container Line, la Hamburg Sud e la Marfret Compagnie Maritime. Attualmente Malta dispone di collegamenti settimanali con circa 50 porti nel Mediterraneo e nel Mar Nero, mentre il FAS, servizio di raccordo appartenente alla CMA CGM, effettua vari viaggi settimanali dal porto.
Lo scalo offre 2,6 km di banchine con acque profonde dragate sino a 15,5 metri e 549.300 metri quadrati di spazio di piazzali in due terminals. La società ha recentemente sviluppato parte del suo hinterland al fine di realizzare un'area di deposito per oltre 4.000 TEU vuoti e ha altresì sviluppato una banchina aggiuntiva allo scopo di realizzare spazio aggiuntivo per l'impilaggio di contenitori. Inoltre, sono in fase di sviluppo circa 74.000 metri quadrati di terreno nell'hinterland portuale per creare 1.024 ulteriori spazi-containers sul terreno, con ultimazione prevista per l'estate.
L'equipaggiamento da banchina comprende nove gru super post-panamax e sei gru post-panamax. Tuttavia, sono in fase avanzata le trattative per acquisire altre RTGs, varie combinazioni rimorchiatore/semirimorchio, movimentatori di vuoti, FLTs e spreaders. Anche la ristrutturazione procede in relazione alle attuali gru da banchina e da piazzale presso il Terminal Uno, mentre una seconda gru post-panamax verrà entro breve migliorata, portando l'estensione del suo baglio da 42,5 metri a 50,5 metri, mentre lo spazio disponibile al di sopra delle rotaie sulla banchina verrà incrementato da 30 a 34,5 metri sotto lo spreader. Ciò dovrebbe aiutare il Freeport a migliorare l'operatività, dato che recentemente una nave della CSCL è stata lavorata al ritmo di oltre 30 movimentazioni/ora.
Per quanto attiene alle operazioni, i containers vengono posizionati nelle file d'impilaggio secondo le seguenti caratteristiche: linea, servizio o rotta, denominazione del vettore in uscita o del secondo vettore, lunghezza, dimensioni e tipo, destinazione e peso. I servizi di linea primaria vengono impilati a seconda del porto e del peso, mentre ogni piazzale è dedicato ad un particolare porto di destinazione ed i contenitori vengono impilati a seconda della classe di peso. I servizi di raccordo vengono accatastati per porto e pila. I containers vengono accatastati nel piazzale a seconda del porto e del peso. Ciascun piazzale può contenere più di un porto, tutti dedicati alla stessa rotta.
Il sistema di scarico predispone il carico per l'impilaggio nel posto appropriato. Vengono fatte eccezioni per i carichi scaricati in piccoli volumi. Questi ultimi vengono accatastati in zone appositamente designate, da dove vengono poi dirottati verso eventuali altri carichi.
(da: CargoSystems, maggio 2005, pag. 19)
|